RE NUDO - Anno XI - n. 86 - aprile 1980
RE NUD0/26 I I Tenente Colonnello Francesco Vin– cenzo Zappa. seduto al suo posto di pi– lota del caccia Duke of Prunes stava imprecando fra sè e sè. Maledizione. pensava. Ancora un'accidenti di volo di ricognizione veniva a distrarlo dalla sua a1tivi1à preferita. ascoltare musica classica nascosto in un'auto del garage di Joe. I suoi occhi dietro il casco integrale guarda– vano pigramente l'azzurro che già andava scu- l Racconto di Pino Franzosi rendosi oppure gli strumenti all'interno della carlinga. ma le sue orecchie inseguivano un paio di allacchi della "Sagra della Primavera". Improvvisamente. qualcosa turbò il fondo pigro del suo stato d'animo. Una mu ichella solli le. insidiosa. s'insinuò tra le pieghe dei suoi timpani. Una musicheua strana. mai udita pri– ma. Quasi nello stesso i tante. mentre stavano calando le prime ombre della sera. un uniden- GOLDRAKE M E THEBLACK SOU Racconto di Cristiano Alzetta 1ified flying objec1 a11rasse la sua allenzione sulla destra dello chermo radar. Immediatamente. chiamò la centrale operativa e chiese delucidazioni. Il capitano Cuordibue. sulla Banda magica. gli di se che la situazione, già poco chiara in partenza. era in rapida de-evoluzione, a causa del suo intervento. e che andasse pure a vedere che cosa stesse succedendo, purché si togliesse dai canali radio, già intasati nonostante i dieci operatori dell'ingegner Cage. Zappa si tolse per un a1timo il casco integra– le. sputò la ciuingam che stava masticando, si rimise il casco e andò a vedere. Intanto. sulla quinta Banda, quella delle TV private. stava partendo il segnale di un altro. unidentified flying object, questa volta sulla sinistra. Dopo qualche istante i due segnali si fusero in uno solo e davanti al piccolo caccia mono– posto comparve un ufo robot, protetto da scudi termici. con circuiti di mille valvole, che nella notte, tra le stelle. sprintava ed andava. Il Duke of Prunes fece un piccolo balzo in avanti. poi prese a girare intorno a Goldrake, come un piccolo calabrone impazzito. Zappa era leggermente preoccupato: non avrebbe mai pensato di dover affrontare un malvagio nemico ele1tronico, anche se lo1tan1e per l'umanità, armato solo di macchine foto– grafiche e cineprese ... Ma perbacco! aveva il piccolo registratore con cui ascoltava musica nel garage di Joe. e un cervello che era madre dell'invenzione. Goldrake intanto stava già ur– lando "alabarda spaziale". pronto a distrugge– re l'inatteso avversario. Il piccolo Duke fece uno cario di la10. e dagli ugelli di coda si sparsero le prime note di ''Duke of Prunes". nella versione orchestrale favorita da Zappa. Goldrake ebbe un i tante di esitazione. i trasformò in Mazinga Z. lasciò perdere poi l'a– labarda e si stava preparando ad attaccare di nuovo quando dal Duke i scatenò un'eccezio– nale The Return ofthe Son ofthe Monster Ma– gnet che ge11ò l'ufo nella confusione e nella costernazione. Mazinga-Goldrake si raccolse in se stesso e decise di attendere il momento propizio per effettuate un anacco coi raggi fotonici; ma lo zio Frank non gli diede tregua, lanciò il Duke in una sarabanda infernale intorno al robot elettronico. con impennate, voli pindarici, in– credibili assoli di chitarra e un elettrizzante Rat Tomago, trailo da una vecchia versione di Sheik Yerbou1i. Goldrake stava già pensando di schiacciare un pulsante magico e di fuggire trasformandosi in lpergalattico, quando il Duke lanciò un urlo assordante, un disperato Hungry Freaks, Dad– dy! che avrebbe spezzato il cervello ad una calcolatrice Texas lnstruments. Goldrake i sciolse in merda e nella notte rimase solo il Du.ke of Prunes. Francesco Vincenzo Zappa stava imprecan– do fra sè. Si tolse il casco integrale e raccolse dal pavimento dell'aereo una ciungam umida e polverosa che si mise a masticare lentamente. Si rimise il casco. A terra lo attendeva il garage di Joe. un'auto in cui nascondersi, e Edgar Va– re e. La nera anima di Messer Zappa aveva vinto ancora una volta le malefiche forze del Bene. Cristiano A /ze11a UNOCCHIO GRANDE COME UNBUE con le parole. Fatti! Fani' - S'odono spari. Corria– mo saltellando per evitare i proienili. Sobbalzo sulle sue palle con duri contraccolpi. Come un nugolo di zanzare i proiettili ronzano intorno. Riprendiamo a correre, d'un tratto, un balzo prodigioso, una finestra aperta, siamo dentro un salotto fra gruppi di gente elegante. migliaia di persone e di specchi, figure e volti che si rifrangono, rimandate da un vetro all'al– tro. più pallide e piccole, più sbiadite, una deliziosa musica elenronica tratta da Richard Strauss. gesti e movimenti che seguono i ritmi le cadenze. L occhiosinistromi prude. è diventatoenorme. lo debbo reggere con una mano. temo che se ne vada. I raggi del sole banono sui capillari sulle grandi vene affioranti. Passeggio. il fazzoleno in ta– sca. il vestito bello. viali. buche d'acqua dove il piede seguazza come un pesce. Una ragazza con un sorriso simpatico. chiacchie– riamo. ·'La vita è un'arpa su cui s"arrampicano file di formiche acrobate che vanno su e giù". Ascolta at– tenta. annuisce. fa roteare il piede in piccoli cerchi. appoggio la mano sull'anca ondeggiante. raccolgo un ma,.zodi stronzi canini. glielo porgo. l'odora un poco. l'infila all'occhiello. I seni palpitano nella mano. il cuore accelera. la vagina s'inumidisce lasciando traccesul pollice. Le faccio reggere l'occhio, inesperta e timida allunga una mano. l'afferra. un'unghia aguzza penetra nel globo. mando un grido un fiotto di sangue. tolgo il fazzoletto. fascio la superficie. il membro ha perso rigidità. fatico a introdurlo. scivola. me ne impo sesso e lo sfrego con vigore. lo spingo a fondo. finalmente mi libero. vengo. Ci rialziamo e usciamo dalla macchia dei cespugli. . Il cielo s'è coperto. comincia una pioggia fina. Emma estrae un ombrellino pieghevole. è troppo piccoloper due. così le salgo sulle spalle. Questo fatto casuale i consolida per tutto il pomeriggio mentre Emma regola il suo equilibrio e adatta i movimenti. Mi dice che ha deciso: lascia la famiglia per venire conme. Facciamo lunghi viaggi in città. le molleggio sul collo. le scarpe sul petto. i capelli in pugno la faccio procederea svoltee ritorni, con piccolevariazioni e ritocchi interessanti, al piccolo trotto. Seguo le dia– gonali piegandola in avanti facendola saltellare sui tacchi a spillo. La sua bocca si sposta. viaggia nelle guance. scende. il naso s'illumina. degh occhi non parlo, è difficile, c'è del linguaggio. Quando la tri– stezza e il dolore universale crescono ad un limite intollerabile mi chino, introduco una mano nello scollo. le accarezzo i seni, stringo ·1e punte. glielo metto in bocca finché l'angoscia si calma. Se dagli sguardi e dai gesti dall'aria malinconica capisco la necessità scendo a terra. gliela lecco in ginocchio se– guendo il suo bisogno e piacere, poi risalgo. le tiro i capelli. si riparte. Siamo diretti al celebre Monumento agli Idioti. C'è folla in piazza. - Basta! - si ode un grido - Basta - I miei operai e impiegati - parla un famoso fabbricante di vestiti esplosivi capaci di grandi squarci improvvisi - facevano cas;no finché ho avuto un'idea geniale. risolutiva. Una scopatrice. Ho preso una bravi sima scopatrice nell'ufficio del per– sonale. - Uno sguardo dolce un viso nobile che ondeggia nel liquido arancione del bicchiere. - Clic. clic - fa con la bocca. fingendo di fotografare ("'scraaaccc...'' facevano i tessuti dopo un suo tratta– mento) una tardona dalle tette belle e bianche come uova sode. La discussione è g,ravemente degenerata. è nato un litigio generale. Mi proteggo il grande occhio map– pamondico straordinario alzando il gomito e gli avambracci. Si lanciano piatti. vasi, cazzotti. Temo una mazzatachemi sbuzzie acciacchiil mio prezioso organo. Le sedie volano ci sovrastano puntano al soffitto. M'incarognisco. afferro un gladiolo e co– mincio a picchiare con quello. Si innalzano vere montagne di carne biancorosa. ben molleggiate. mi– ste a visi compressi congestionati. con bocche sfor– mate da smorfie gronesche bavanti schiuma scivo– losa come batuffoli di bambagia umida. Il pittore dandy col cavatappi scoperchia la parrucchina beige corinzia del produttore di farina al cemento. gli sgancia uno chiaffo col palmo piatto. L'omino piange lacrime di fuoco strillando come un neonato. Il plttore esasperato piega alla pecorina la proprieta– ria di uno dei più diffusi quotidiani e la possiede da dietro mentre file di formiche acrobate gli escono dagli occhi. Si ode a un trano una voce solenne venire dall'altoparlante della radio: - Oggi. alle ore 12, l'Alfaromeo ha dichiarato guerra alla Fiat. - Pino Franzosi
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