RE NUDO - Anno XI - n. 85 - marzo 1980

e a giustificare: ognuno è messo con le palle al muro, ne uno può men– tire o recitare una parte. fondamen– tale è l'imparare a non mentire a se stessi con il mentire agli alt~i. Le se– dute collettive a "Su Casa" non de– vono quindi stupire per la loro cru– dezza e violenza verbale. poiché ognuno cerca di aiutare se ste so aiutanço gli altri e ognuno viene trattato econdo il suo comporta– mento. L'ipocrita è puntualmente smascherato dai compagni, all'im– maturo viene fatto vivere fino in fondo il suo comportamento infanti– le fino a quando questo diventa in– opportabile a lui stes o, e così via. ChiareZZ/1,lealtà, responsabilità, im- pegno, costanza sono le fondamenta su cui si regge "Su Casa", dove non è più possibile scappare, cercare scor– ciatoie, scaricare sugli altri le proprie responsabilità, poiché tutti control– lano inesorabilmente i tuoi movi– menti, il tuo comportamento. le tue parole e sono sempre pronti a scuo– terti violentemente quando indugi con te stesso, quando ti commiseri e usi la tua debolezza come cudo per giu tificare la tua condotta. A "Su Casa" vieni continuamente pungo– lato, spronato ad insistere sulla stra– da della liberazione dagli stupefa– centi da gente che ha passato la tua stessa esperienza, che è riuscita a smettere e che quindi è in grado di seguirti passo per pas o e di stabilire quando sei particolarmeente "down". quando stai pensando di non riuscire a farcela o quando stai mentendo. Dal momento in cui entri a far parte di questa comunità. devi sapere che ogni tuo pensiero e ogni tuo atto sarà attentamente vagliato e che devi continuamente rispondere di te stes– so alla comunità e tutto ciò non è poco, poiché appiamo quanto ci in– fluenza e ci condiziona - in que to caso nel bene - la presenza altrui, il rapportarci con gli altri. Sedute psicanalitiche di gruppo e te– rapie collegate vengono effettuate in molti altri centri newyorkesi, alcuni dei quali praticano anche il 'mante– nimento' tramite somministazione controllata di methadone. In questo caso il tossicodipendente è inizial– mente tenuto a presentarsi quotidia– namente per ritirare e consumare sul posto la sua do e via orale (il metha– done- ciroppo viene versato in un bicchierino insieme a succo d'arancia :he ne attutisce il gu 10 particolar– mente amaro). Alla persona in ·mantenimento' che ha dimostrato una notevole di ciplina per molto tempo viene concesso di ritirare il methadone che gli erve per una set– timana e di portar elo a casa, senza ulteriori controlli. Con la terapia di ·mantenimento', il tossicodipendente è così in grado di condurre un'esi– ;tenza 'normale', o per lo meno di ,cegliere in prima persona che tipo di vita fare, senza sentirsi troppo legato :lai fatto di dover assumere una volta al giorno una certa determinata so– ·tanza. Scalando poi gradatamente le dosi, si può anche tentare la disin– tossicazione. (Fine della I' puntata - continua sul prossimo numero) Andrea Sciarné Sonpre a proposito dei centri per l'assi– stenza ai tossicodipendenti, prendiamo in esame un ~periemento di casa nostra. Tramite /,e risposte di 11110 dei suoi respon– sabili, addentriamoci nella re.ahà - in •·e– rilà unpoco deludente - del centro sorto da alcuni mesi a Milano, in via De Amicis, nel cuore di uno dei quartieri milanesi più col– piti da eroina. morfina ed amfetamine, uni– ca struttura operante nella capitale lom– barda a fomire gratuitamente dosi di mor– fina a chi ,·uoledisintossicani gradualmen– te o intende comunque sottrarsi al mercato nero della 'roba', pieno come si sa di inco– gnite, spesso tragiche. Intervista l dottor Sachero rappresentante di"medicina democratica" e delcentro diviaDeAmicis diMilano Domanda: Come nasce Il centro di via De Amicis e quali sono le sue motivazioni? Risposta: Questo centro è nato dalla realtà. E' un'iniziativva pre– caria, transitoria e che serve a sti– molare le istituzioni a gestirsi il problema droga. Il gruppo promotore del centro è il Comitato contro le tossicomanie di Milano e provincia. Esso è nato nel quartiere Ticinese, a Milano, uno dei più colpiti dal fenomeno droga e sul quale gravita un altro quartiere, il quartiere-dormitorio del Gratosolio, dove la diffusione delle droghe pesanti è sempre stato un grosso problema. Il co– mitato si è via via proposto una serie di iniziative, tra le quali quella di aprire il centro di via De Amicis, dove si ricetta morfina. Altre ini– ziative di carattere politico preve– dono l'estensione di una serie di rapporti con comune, provincia e regione e una proposta di legge per la legalizzazione de/l'eroina. Questo centro è per la salute e la tutela del tossicomane, contro le tossicomanie e il mercato nero ed ha iniziato la sua attività i primi di nòvembre del 1979. Una delle motivazioni è stata il va– lutare che il tossicomane per pro– curarsi l'eroina al mercato nero, è costretto a tutta una serie di azioni e di reati che ne minano la salute. La conclusione è che al di là del male che fa l'eroina, c'è il male che fa il procurarsi l'eroina al mercato nero. D.: Economicamente come vi reggete? R.: Autofinanziamento. Si è costi– tuita l'Associazione Nazionale contro le tossicomanie, le cui quote di iscrizione garantiscono un minimo di sopravvivenza. D.: come funziona Il centro? R.: C'è un comitato di cui fanno parte anche i tossicomani. Sia nel comitato che nel centro, essi sono invitati alla partecipazione attiva, anche se sussiste il problema del– la irregolarità delle presenze. L'attività più intensa si svolge il mercoledì e il venerdì. I tossico– mani sono tutti schedati da noi (il corsivo è naturalmente nostro! (N.d.R.). Ci sono delle equipe composte da alcuni membri del comitato, un sociologo, uno psicologo o un medico. Ogni equipe segue dodi- ci-quindici ragazzi, per un totale di nove equipe con centotrenta sog– getti. E' stata aperta una lista d'at– tesa dove attualmente si sono iscritti in circa duecento. Ogni volta che qualcuno se ne va, su– bentra uno di questi duecento in lista. D.: Perché la morfina? R.: Perché è l'unica sostanza consentita., D.: La vostra è terapia di manteni– mento o morfina a scalare? R.: Terapia di morfina a scalare per sostenere /"allontanamento dall'eroina, anche se i tempi pos– sono essere lunghi. D.: Ma la morfina non è più diffi– cile da scalare che l'eroina? R.: Si, c'è questo inconveniente ed è anche quello che dicono gli stessi tossicomani. D.: Come stabilite Il dosaggio? R.: Facciamo una via di mezzo di quello che dice di consumare il tossicomane. Cerchiamo di far equivalere due mg. di morfina in fiale a duecento/duecentocin– quanta mg. di eroina. Arriviamo al massimo consentito di cinque fiale al giorno. D.: Per legge non la si può pre– scrivere per più di otto giorni: co– me vi regolate? R.: Osserviamo la legge. Chi con– suma più di cinque fiale al giorno verrebbe denunciato all'ospedale San Carlo che è stato indicato dalla regione. D.: Dati In percentuale sul rlsultatl provvisori? R.: Circa il 20% ha smesso di bu– carsi o lo fa saltuariamente. Un 40% non usa più eroina (ma mor– fina! - N.d.R.). Un 30% continua ad usare eroina. Il rimanente 10% sono ragazzi su cui probabilmente non è valido questo tipo di inter– vento. Usano basse dosi di eroina è c'è invece il rischio che diventi– no morfinomani. E' comunque troppo presto per tirare le somme. D.: Che strati sociali si rivolgono a voi? R.: Poco sottoproletariato, princi– palmente piccola e media t1òr– ghesia e classe operaia. D.: E' vero che siete In contatto con Il sindaco di Milano per un nuovo centro antidroga che pren– derebbe sede all'ospedale Bassl– nl? R.: E' vero che il sindaco ha con– vocato il comitato. L'idea è un coordinamento di tutte le iniziative e di tutti i centri. Il comune li ge– stirebbe e li finanzierebbe. La co– sa sta andando avanti bene. D.: Hai già avuto altre esperienze con I tossicomani? R.: No. D.: Credete nella professionalità? R.: Secondo me conta di più l'e– sperienza. Anche quella del tossi– comane che spesso supera quella del miglior farmacologo. D.: lo non mi sento per· Il suicidio libero e nemmenq per Il mercato libero dell'eroina. Tu, voi? R.: lo, onestamente ho delle per– plessità. Comunque questa non è la soluzione del problema. Tutt'al– tro è la prevenzione e cioè un cambiamento della situazione so– ciale. C'è la terapia di manteni– mento, ma non dopo un ·analisi superficiale del singolo. D.: Come si fa a parlare di recu– pero In una società del non recu– pero? Il recupero del tossicoma– ne come quello dell'operalo che ha voglia di andare a lavorare in fabbrica? R.: lo in queste cose ragiono come medico. Di fronte al canceroso io mi pongo il problema di questo qui che sta male, anche se al limite, prolungo una vita che è del tutto inutile. D.: SI dice eutanasia? R.: Ci sono due aspetti. Quando arrivano i genitori del drogato che sono realmente disperati, che se ci sono dei fratelli c'è il rischio che cominciano anche loro a bucare, che sparisce in casa quel poco oro di famiglia. non puoi far finta che sia una situazione che non esiste. Non mi sento di entrare in una riflessione politica più gene– rale da questo punto di vista. D.: Che misura adottate contro la vendita al mercato nero delle vo– stre fiale? Per un'amico che si buca lo le ho trovate In una piazza per 10.000 lire. (1Ofiale!) R.: Non ci sono denunce di tossi– comani ed è perciò che è difficile sapere i nomi. I ragazzi devono ri– portare il vuoto delle fiale per ri– ceverne altre, ma è una misura preventiva facilmente raggirabile. E' un rischio che fa parte di questa iniziativa. Intervista a cura di Claudio Ambrosi -- 5

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