RE NUDO - Anno XI - n. 85 - marzo 1980

benzina (la pagherai un po' di più). Vicino a Kintamani è as$olutamente da vedere il tempio di Batur, al quale fa da sfondo il vul– cano omonimo: vi si svolgono tra l'altro i riti propiziatori per le acque di irrigazione, comprese quelle del grosso lago Batur ai piedi del vulcano fumante. Tornando verso Denpasar si attraversano parecchi villaggi che possiedono templi degni di una sosta, come quello di Bangli, ma certamente l'e– sperienza più interessante è quella di tro– varsi coinvolti nella processione per una cremazione. Si ha appe·na il tempo di ren– dersene conto, trascinati dall'impeto di una folla che corre, girando in qua e in là il Bade, la torre per la cremazione, affinché i demoni perdano le tracce dell'anima del morto che inseguono. Il defunto è avvolto in un len– zuolo coperto di formule sacre e posto in una cassa per la cremazione di forme di– verse a seconda della casta a cui apparte– neva. Sia il Bade che la cassa vengono poi bruciati assieme alle offerte, e le ceneri raccolte vengono disperse nelle acque pu– rificatrici del mare o del fiume più vicino. La cerimonia della cremazione è molto com– plessa e costosa, per cui spesso si deve seppellire temporaneamente il morto in at– tesa che i parenti raccolgano il denaro-suf– ficiente per affrontare le spese di quella che è una delle più solenni e sentite feste bali– nesi. Per noi occidentali è un avvenimento di grande fascino e forte valore emotivo; è abbastanza facile sapere dove e quando si potrà assistere ad una cremazione nell'iso– la, soprattutto se è quella di un personaggio importante, ma la cosa migliore è trovarsi per caso in un piccolo villaggio qualsiasi, ad una cerimonia più povera ma meno distur– bata dai flash invadenti di troppi turisti irri– spettosi dei sentimenti altrui. Il nemico peggiore del centauro alla sco– perta di Bali è la pioggia, o meglìo quei diluvi equatoriali non sempre brevi come si legge nei libri, che dopo aver inzuppato crudel– mente quelli che si ostinano a proseguire, li costringono ad abbandonare la moto e ad aspettare un mezzo locale che li porti al primo villaggio che possieda un "losmen". Qui, se sei fortunato come sono stata io arrivando a Besakih, troverai una bambina che ti "noleggerà" un ombrello (il frutto del turismo è che tutto si paga qui), ti prenderà per mano e ti accompagnerà da un giovane proprietario che per la modica cifra di 1200 lire ti affitterà una intera casetta. Vi troverai delle banane, unico conforto alla tua fame indiavolata, e una lampada a petrolio intor– no alla quale cercherai di asciugare vestiti e scarpe fradici, indossando il Sarong che il balinese ti ha cortesemente prestato, mos– so a compassione. Alcuni membri della·sua famiglia si alterneranno a salutarti, chie– dendoti di te con una curiosità che è solo desiderio di stringere una amicizia. E quando si saranno ritirati, ripromettendo– si di salire con te l'indomani al tempio e sistemando sotto il tetto un secchio che raccoglierà l'acqua per lavarti, sarà dolce, nel villaggio illuminato solo da una luna che si sforza di uscire tra la nebbia e la pioggia, sentire l'aria vibrare dei suoni acquosi degli xilofoni che rimbalzano in ogni direzione per raggiungere gli spiriti delle montagne; e sentirsi sovrastati dalla enorme presenza del sacro Gunung Agung, chiamato qui "Tetto del mondo", il vulcano dove risiede il dio Shiva e sulle cui pendici fu innalzato una decina di secoli fa il Pura Panataran Agung Besakih, il complesso templare più grosso e importante dell'isola. Si parla di 20.000 templi a Bali, più o meno rovinati o riconosciuti dopo le varie cata– strofi naturali, terremoti o eruzioni, l'ultima delle quali, nel 1963, proprio del Gunung Agung che uccise più di mille persone e distrusse centinaia di abitazioni: una puni– zione degli dei per averli in qualche modo offesi. Tutti questi templi, che testimoniano come la vita dei balinesi ruoti attorno alla religione in uno stretto legame con la vita familiare e sociale si possono classificare in tre tipi principali, ciascuno con funzioni differenti: il Pura Desa o tempio del villaggio, dove si svolgono tutte le più importanti cerimonie che riguardano la vita della comunità; il Pu– ra Pusem o tempio delle origini costruito per onorare i fondatori del villaggio, e il Pura Delem o tempio dei morti, dove vengono onorate le deità della morte e dell'aldilà. La loro struttura è sempre, più o meno, la me– desima: tre cortili circondati da mura e col– legati fra loro da portali molto decorati,. Nel primo ci sono padiglioni per l'orchestra ga– melan o a volte per i combattimenti dei galli, lo sport nazionale il secondo, luogo di riu– nione per i COl1$igli di amministrazione, ospita spesso anche il Kull\ul, tamburo usato per annunciare eventi vari, e degli spazi per sacrifici e offerte. L'ultimo cortile è il "sancta sanctorum": qui, a differenza dei templi induisti dell'India e del Nepal, non vi_ sono raffigurazioni di divinità perché esse risiedono sui vulcani al centro dell'isola; c'è solo un sedile in pietra sul quale si compia– ce di sedere il dio invocato durante la ceri– monia. Attorno ad esso si innalzano le montagne degli dei, rappresentate dai Me– ru, alte torri con un numero di tetti corri– spondente all'importanza del dio che vi di– mora: il più alto, undici tetti, è dedicato al dio Shiva, seguito a pari merito da Visnu e Brahma, nove tetti. A Bali, unica superstite induista alla meta– stasi islamica in Indonesia, l'Induismo giuntole attraverso la vicina Giava durante le dominazioni indiane si è innestato su un substrato religioso preindù, caratterizzato dal culto degli antenati e degli spiriti. 23 Da questa funzione è nata una religione Anche per questo i Balinesi costruiscono originale e complessa, l'Agama Hindu, in attorno alle case muri di terra e, davanti al cui una potenza non personificata, simile al cancello d'entrata, un muretto che metta in Dio delle religioni monoteiste, il Sang Hyan difficoltà gli spiriti maligni: pare che essi Widi, rappresenta l'assoluto, colui clie as- non riescano ad aggirare gli angoli di notte. sicura l'ordine cosmico. Come il Dio dei A protezione dei templi invece vengono cattolici egli è rappresentato da una trimur- scolpiti sui portali o sulle scalinate teste di ti: Brahama il creatore, Visnu il conservato- demoni ed ogni sorta di esseri terrificanti re e Shiva il distruttore, l'antenato comune (Rakshasa o Kala). E gli stessi mostruosi in cui si riuniscono il ramo maschile e quello personaggi si ritrovano nelle rappresenta– femminile. A loro volta essi hanno molteplici zioni teatrali, nel Wayang Kulit (teatro delle manifestazioni: ad esempio la sakti di Visnu ombre) o. nelle eccezionali danze che si (cioè la sua forza femminile) può essere, a trasformano spesso in vere e proprie dram– seconda delle necessità, Shri, la dea del matizzazioni collettive in cui, attraverso lo riso a cui i fedeli si rivolgono al tempo del scontro delle potenze divine con gli spiriti raccolto, o Urna, la dea che fa germogliare i maligni (nei Sarong incarnati nella strega semi nel terreno, ecc. _ Rangda) o nelle trance delle giovani dan- zatrici del Sanghyang, tese ad esorcizzare i Gli spiriti buoni, tra cui gli antenati che cattivi spiriti che possono infestare la co- vengono onorati nei templi familiari presenti munità, si ripropone l'eterno dialogo tra le in ogni casa balinese, vivono nel mondo forze del bene e quelle del male. superiore, associato alle altezze, alle mon- La comunità, questa parola che da noi tagne, ai vulcani. quasi sempre resta un'utopia, a Bali è una Ma poiché per i Balinesi tutta la vita è fatta di rea!tà: nei Desa, piccoli stati autonomi in cui forze opposte che si contrappongono e si le decisioni vengono prese da un consiglio equilibrano (il buono e il cattivo, la vita e I~ formato da tutti gli uomini sposati del vii– morte), agli spiriti buoni si oppongono quelli laggio, ognuno partecipa attivamente alla maligni, i demoni, le streghe, i giganti che vita comunitaria dividendone sia le respon– vivono in fondo al mare. sabilità che i frutti. E la vita si svolge in un Questi esseri malefici hanno una parte im- sereno alternarsi di lavoro, di relax familiare portante nella vita e nella cultura dell'isola. e di attività comuni e religiose; anche se Si raccontano storie di mostri, di folletti, di naturalmente neanche qui sono mancati, streghe (Leyaks) che si aggirano per le nè mancano tuttora, problemi di ogni tipo, strade o sulle spiagge nelle notti senza luna, non ultimo quello di riuscire a salvare la accompagnati dai latrali di tutti i cani dell'i- ricchezza culturale dell'isola dalla minaccia sola; come i vampiri, amano succhiare il continua delle cosiddette "civiltà" stranie– sangue della gente addormentata (ma stai re. tranquillo, difficilmente tu li incontrerai foto e testo di perché essi sono timidi con gli stranieri. ..). Pia Zubani KlungKung: Kerta Gosa, antico palazzo Come raggiungere l'Indonesia Viaggio avventura che comprende il volo luglio 1980 ltalia/Bangkok/Penang + Medan Yoya– karta + Yoyakarta/Denpasar (Bali) + Denpasar/Padang/Jakarta/Hong Kong + Hong Kong/Italia i principali trasporti con altri mezzi durante il percorso in Indonesia: Partenza 1I 15 luglio '80 ritorno il 15 agosto. Quota indicativa lire 850.000 (non ~omprende 1Ivitto per li quale verrà costituita una cassa comune: spesa prevista circa 200 dollari): Solo volo (tutto l'anno) Roma/ Jakarta/Roma L 750.000 Informazioni: Globetrotter's Club-via del Mille 12 Trento tel. 0461 /986344 Solo volo A/R Roma/Denpasar (biglietto valido 6 mesi) Via Mosca L. 820.000. Libri Consigliati Come guida solo per informazioni pratiche consigliamo "In giro per il mondo - Guida per viaggiarein Asia" - Moizzi Editore. Un'ottima guida completa è quella dell'Apa Photo Guides. "Bali" (1978) che però è tradotta solo in francese, inglese e tedesco e non si trova in Italia (si può comunque ordinare per posta) I libri migliori su Bali non sono tradotti In italiano, ma li elencheremo comunque: Belo, Jane: "Trance in Bali", New York - columbia University (1960) Wertheim W.F. "Bali: Studies in life, Thoughl and Rituel" Amsterdam, The Royal Tropica! lnstitute (1960) de Zoete, Beryl and Spies, Walter. "Dance and drama in Bali" Londres: Faber and Faber Ud. 1938) Covarrubias Miguel: "lsland of Bali". New York: Alfred A. Knopf (1936) Goris Dr. R.: "Bali: cults and customs". Djakarta: il governo della repubblica d'Indonesia Sul volume "Indonesia e Filippine" Ed. De Agostini si trovano interessanti pagine su Bali.

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