RE NUDO - Anno XI - n. 85 - marzo 1980

Marchio di fabbrica (Devo inc.) ,empre in evidenza. Nell'apparato ,cenico come nelle confezioni. La copertina di Duty Now /or the Future è ottimo esempio di deprogramma– zione (con il semplice accorgimento di sfasare l'ordine delle immagini ri– spetto alla direzione di estrazione del disco). Controllo sulla totalità delle opera– zioni di produzione: quindi impossi– bilità di essere mistificati da grafici, produttori, managers. . Ma temporaneamente organizzazio– ne del guadagno e del profitto. Il tutto sempre corrispondente alla logica dell'industria post-elettronica. V. Devo/Eno. Del macchinismo Punti da meditare (e sviluppare eventualmente): . a) L'enunciazione: i Devo tendono al non coinvolgimento quanto Eno stesso: è il non coinvolgimento che perme_ttedi capire. b) il medium. Differenza base tra il medium rock e il medium Devo: quello dei Devo è un medium freddo. Owero a bassa risoluzione. E ad alta partecipazione. In altre parole, la musica dei Devo richiede all'ascoltatore di essere completata. Richiede un alto grado di attività perché in sé non è finita. Coinvolge profondamente. forse più di molto rock: ma genera infinita– mente meno eccitazione del rock caldo (per esempio dei Rolling Sto– nes). La profondità totale "non ci eccita. non ci agita e non ci scuote" (McLhuan). c) il macchinismo, la meccanicità. E' semplicemente messa allo scoperto. Con consapevolezza ben superiore a quella dei Krafwerk. e vicina al la– voro di Eno con Cluster (sotto certi aspetti). d) c'è anche il contatto fisico: Eno ha prodotto il primo album del gruppo di Akron. Che si è dichiarato insod– disfatto (Mark Mothersbaugh: "Brian ci è piaciuto e lavorare con lui è stato interessante. Però penso che saremmo stati più saggi a scegliere una persona che non avesse tendenze artistiche. Eno ha cercato di spingere i Devo attraverso il buco della serra– tura. e quindi dall'album traspare soltanto una piccola parte di quello che noi siamo in realtà"). Eppure i Devo hanno imparato molto da Eno. Ma forse questo loro rinnegarlo· è giusto. La strada dell'autonomia creativa è dura. VI. Alienazione? I Devo come espressione di una ge– nerazione alienata. In che senso? Alienazione (in musica) come perdita di ritmo biologico, naturale. I Devo vivono un ritmo glaciale. meccanico. Rinuncia a ricreare la propria di– mensione umana e/o musicale: ten– denza a operare sulle musiche. sui ritmi, sugli stili che vengono imposti. Nulla più indicativo della loro ver– sione di Satisfaction, la Satisfaction dei Rolling Stones, ex-inno genera– zionale. Mark Mothersbaugh: "La scelta di Satisfaction non è stata ca– suale. Abbiamo voluto dare al nostro pubblico un punto di riferimento reale, dato che potevano confrontare la versione originale degli Stones con .la nostra deevoluta". Da quel rock vitalistico li divide un abisso, ma un muro li separa dalla psichedelia e dall'acid rock. La ri– nuncia alle forme aperte di Pink Floyd e Grateful Dead. Il ripristino di una musica serratissima. stretta. inalterabile: senza spazi lasciati ad una presunta libertà creativa: scarsi assoli o sezioni improvvisa te. Se ci sono, più che prevedibili. li rock non riscalda più. Il rock non sorprende più. Il rock non può più essere (pernessuno) un etereo paese di illusioni. Ma così è tanto più il– luminante. Paolo Bertrando (VII) "Voglio cambiare sistema: non più smascherare, non più interpretare, ma della coscienza stessa fare una droga e, attraverso essa, accedere alla 1•isione netta del reale, al grande sogno nitido, all'amore profetico. (E se la coscienza - un tal genere di coscienza - fosse il nostro a1•1•enire umano? E se, con un giro supplemen– tare della spirale, un giorno, che sa– rebbe certo il più radioso di tutti, scomparsa ogni ideologia reattiva, la coscienza diventasse l'abolizione del manifesto e del latente, de/l'apparenza e del nascosto? E se a/l'analisi fosse chiesto non già di distruggere la forza (o di corregger/a o di dirigerla) ma solo di decorarla da artista? Poniamo che la scienza dei lapsus scopra un giorno il suo proprio lapsus, e questo lapsus sia: una forma nuova, inedita della co– scienza)": Roland Barthes, Frammenti di un di– scorso amoroso, (1979). 11 Intervista minima a NINA BAGEN D. Cosa accade oggi a Berlino, la città più viva di tutta la Germania e forse una delle più vive di tutta l'Eu– ropa? R. Berlino è una cillà dove accadono molte delle cose giuste di questo nostro tempo. Se tu vieni a Berlino vedrai come è piena di nuovi gruppi di rock che nascono ogni giorno. L'unico peccato è che manchino i negri, e quindi non vi si può ascoltare un po di buon reggae... D. Il vostro sound è però terribil- mente teutonico. . R. lo credo che il nostro sia un sound internazionale. Non credo infatti di cantare in uno stile particolarmente tedesco. Ho ascoltato decine di grandi cantanti tedesche quand'ero piccola. ed altre11anticanti rivoluzionari. an– che quelli della rivoluzione francese. Mia madre era allrice e interpretava dei ruoli sullo stile di "My fair lady" ed io accompagnando/a dappertu110 nella Germania dell'Est, avevo modo di confrontarmi con modi assai diversi di cantare. D. Ma era facile ascoltare del rock nella Germania est? R. Ho sempre avuto degli amici che mi portavano i dischi. Ascoltavamo infa11isoprattullo musi– ca dell'ovest, gli Stones, gli Small Fa– ces, i Beat/es, gli Spooky Tooth. Se non avessi avuto però queste possibi– lità ILI/lociò era vietato dalla censura. D. Cos'è per te il rock? R. E' la musica del presente, unll realtà che ti prende jìsso 111 stai 1,: dai il ritmo, il tuo corpo è qui ma la tllll testa è persa e cerca di capire e pene– traredentro le canzoni e le loroparole. Pensa per esempio alle The Slits di Londra quando cantano. Giacomo Mazzone e G. R. MUSICA NUOVA EVECCHIA Ci dicono che di solito l'editoriale d'apertura, anche di un supple– mento arrivato per ultimo, an– drebbe dedicato alle promesse. Noi abbiamo due problemi: uno, non ce la sentiamo di definire in dettaglio metodi, indirizzi ed obiettivi a priori; due, sappiamo benissimo che a certe promesse non ci crede più nessuno. Così abbiamo pensato che la cosa (relativamente) più onesta fosse una piccola analisi di ciò che non siamo e ciò che non vogliamo. Per esempio, quante pubblicazio– ni musicali ci sono? Sempre di più. Anche per questo noi non abbia– mo azzardato una rivista, e ci sia– mo limitati ad un inserto: può ba– stare. E come sono queste pubblicazio– ni? Ce ne sono di tutti i tipi. Ci sono le riviste rutilanti e pluril– lustrate, una riga di testo per una pagina di foto. Belle da guardare. Ci sono le riviste austere, quelle che dissezionano gli assoli nota per nota, che individuano al volo le scale pentatoniche e i tempi di 15117. E che spesso sono così occupate a catalogare i vari stili da dimenticarsi di sentire la musica. **************** * Nina Hagen * Nina Hagen suona del rock. E non solo: suona un rock denso di influenze e *referenti. Al punto di fare contemporaneamente il 1•ersoa Palli Smith. ai* Pink Floyd, a Kurt Wei/1, con professionale disinvoltura. Viene dall'Est * (DDR), amica di Wolf Biermann (quanta differen:a!) espatriata qualche* annofa, ha 1•issutoa Berlino 01•est. ad Amsterdam. a Londra. Fa un rock *duro, metallico ma non evita cita:ioni di ascendenze psichedeliche, .,Jrut- * tondo le esperiem;e del grande pop tedesco (Amon Du/1, Faust). * Se le armi sono quelle di sempre (basso, tastiere. sint) l'uso è originale. a * tratti inedito, e comunque coni•incente. Le sue performance., dal 1•ii•o sono *epiche, per la violenza e la continuità spettacolare. I suoi studi lirici le* permettono l'Uria:ioni vocali di rado ri.,contrabili nella storia del rock. Ora. *dopo la consacra:ione dejiniti,,a in Germania. la CBS tenta. sicuramente* con successo, un lancio mondiale. con un album registrato in inglese. Nina, *d~I canto s~o, medita laforma:ione di una band tutta femminile, su/l'esem-* p,o delle Shts e delle Modettes, progetta unfilm (pare con Lene Lovitch) ecc. * e~c. _P_ossi~"!o p~evedere un.futuro roseo, c~n~i~~rate le_sue istintii•e poten-* :1a/1ta.C, r,seri,,amo unap,u profonda ana/lSIp,u a ,,anll nel tempo. Per ora. * ascoltiamo qualche sua dichiarazione. * G.A. P.B. *'* * * * * * * * * * * * * * * Ci sono le riviste serie, propositi– ve, che ad ogni numero propon– gono due tipi di interventi nel ter– ritorio, e almeno una bozza di au– togestione. Che potrebbero be– nissimo adattare al teatro, o anche all'agricoltura, cambiando appe– na qualche parola. Ci sono le riviste discografiche, informatissime su tutto quel che viene prodotto, da John Travolta a John Cage, e ugualmente acriti– che nel trattarlo. Se dovessero, per una volta, prendere una posi– zione, cadrebbero in stato confu– sionale. Ci sono le riviste snob, che tratta– no soltanto l'argomento di haute culture, o perlomeno trattano qualsiasi argomento come se fos– se di haute culture. Peccato che non sempre siano all'altezza dei loro stratosferici ideali. Infine, ci sono le riviste maniacali, quelle che non recensiscono nemmeno i dischi stampati in Ita– lia: trovano interessanti al massi– mo i bootlegs editi in trènta copie ad Atlanta. Più che di musica, si occupano di un tipo particolare di antiquariato. Fin qui, tutto bene. Il guaio è_ che ciascuna di queste ri- • viste (o quasi) ha la sua parte di ragione. Noi vogliamo essere realistici. Proseguiremo per là vecchia stra– da di Re Nudo: al di fuori, cioè, di ogni tentazione commerciale. Ci occuperemo di quello che ci piace (e sappiamo di vostro interesse), e non di quello che deve piacere. N.B. Il lato più scottante di tutte le pubblicazioni neonate, almeno ne/l'ambito alternativo, è la col– laborazione dei lettori, cui aveva– mo già accennato, presentandoci, nel numero scorso. Succede che i vari giornali invo– chino a gran voce scritti ed opi– nioni da pubblicare, e poi passino al cestinamento sistematico di tutto quel che ricevono. Noi, se non altro, siamo sostenuti da una tradizione: Re Nudo non è mai stato secondo a nessuno nell'ac– cettare una collaborazione attiva. Senza preclusioni. Ma con un'avvertenza: saremo severi quanto lo siamo con le no– stre cose, sicuramente non di me– no. Per il momento è tutto. Aspettiamo contributi e I o comunicazioni. Thanx! Il Collettivo Musicale

RkJQdWJsaXNoZXIy