RE NUDO - Anno XI - n. 84 - febbraio 1980

I guerrieri della notte I nuovi guerrieri ( the warriors) (The wanderers) Al di là dei titoli italiani re– si assai simili dalla scarsa in– ventiva e dall'ingordigia dei distributori italiani dei due films, the wanderers e the warriors non hanno molti punti in comune. Qualcuno però lo hanno davvero. Ed è il tema delle bande metropoli– tane: cioè di gruppi di giovani e giovanissimi più o meno ar– mati, più o meno violenti che si impadroniscono di notte delle città così come i topi si sono ormai impadroniti irre– frenabilmente delle fogne del– le città più grandi del mondo e da lì rodono, lentamente, ma inesorabilmente, le fonda– menta della civiltà occidenta– le. Non che dalle bande di nuovi guerrieri o di guerrieri della notte ci sia tanto da at– tendersi quanto dai topi, che invece lavorano sodo, però ... Di queste bande la storia del cinema americano è piena fin dalle sue fondamenta, cioè dal western, passando per James Dean di Gioventù Bruciata, giù fino a West Side ., ...... •• •• •• •• . ,· ...... ••• ••• I •• • • •••• ·~··· Story e risalendo ad America n Graffiti ed Animai House. Tutte bande di bonaccioni, con pochi cattivi veramente tali che poi fanno, ovviamen– te la fine che meritano. Neanche queste due nuove va– riazioni sul tema eccepiscono alla regola. Anzi. Leggermen– te più innocui quelli di the wanderers (i vagabondi), sia per la giovane età sia perché ambientati negli anni '60. Più violenti con anche armi da fuoco (poche, visto che l'ar– ma bianca o impropria si ad– dice di più alla rissa necessa– ria), i Guerrieri della Notte, ambientati nella New York notturna di metropolitane de– serte ed angosciose, cercati da tutti per farli fuori per colpa non commessa (quante volte abbiamo visto John Wayne - pace all'anima sua - in identiche situazioni). Il pub- blico italiano sembra, ed i miei occhi lo possono confer– mare, affluire numeroso alle proiezioni di questi film. A parte le abilità dei registi e le ottime colonne sonore, mi chiedo se gli altri che hanno visto questo film con me in sala, e che hanno tifato ora per l'una ora per l'altra ban– da, abbiano per caso effettua– to collegamenti con la loro realtà quotidiana, o meglio notturna. Forse no. Io invece mi sono trovato a pensare alle analoghe, ma assai meno pit– toresche ed infinitamente più violente «bande» che ormai affollano le notti milanesi o bolognesi, incubi/cattiva co– scienza di città che dormono sonni tranquilli. Siamo pro– prio sicuri che quella donn~ molestata ed aggredita nel parco da uno di quei simpati– coni di guerrieri non fosse una di quelle che raccolgono firme per la proposta di legge antistupro? Ma i paragoni non sono ammessi, l'Italia, si sa, non è l'America, ed in fondo, si tratta solo di due film ... A parte tutto comun– que, e tornando nella realtà cinematografica si tratta di due film molto affascinanti e ben girati che varrebbe la ~ na vedere solo per le musiche che contengono. In ·«The Warriors» oltre a due pezzi in chiave elettronica di Barry DeVorzon, c'è anche la stu– penda «In the city» di Joe Walsh degli Eagles, Genya Ravan e i Mandrill. In The Wanderers invece, tutta stile primi sessanta ci sono The champs con «Tequila», The four season, Smokey Robin– son and the Miracles e Dion con la canzone dei Wande– rers. RE NUDO/Sl

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