RE NUDO - Anno XI - n. 84 - febbraio 1980
Spettacolo:· Battiato non è nuovo neanche alle perf or– mances, basti pensare al fa– moso Baby Sitter, che portò in teatro un paio d'anni fa. Anche stavolta, il setting è molto particolare: piante, palma, abat-jour, sdraio, ombrello; Maurizio Piazza, attore e mimo, seduto sulla sdraio si legge un giornale arabo. Battiato canta e Pio suona, su basi registrate. Omaggio a Cage: i concerti iniziano con la manipolazione casualedi due radio. Battiato: «Con Baby Sitter eravamo in anticipo sui tem– pi, anche rispetto ai miei mo– di musicali di allora. Comun– que, molte cose di Baby Sitter me le tiro dietro ancora ades– so». Re Nudo: «Ti senti ancora vicino ai ripetitivi americani, che erano uno dei tuoi punti di riferimento fissi?». Battiato: «Senz'altro. Sono i musicisti che gusto di più. Che usano il linguaggio più vicino al mio». Re Nudo: «E il complesso dei musicisti contempora– '? net.». Battiato: «I più demenziali della storia. Direi, dalla na– scita dell'universo, i più de– menziali in assoluto. E i peg– giori». Re Nudo: «Nessun riferi– m~nto al rock demenziale, immagino». Battiato: «No, no!.Quello è lucido, capisci: questi mostri sacri, invece, sono vittime di ruoli precostituiti. . Io perso– nalmente non ne safvo uno». Re NÙdo: «Ti sei definito mistico, anche se in modo esoterico, e direi che in questo tuo disco i riferimenti esoteri– ci non mancano, a cominciare da Renè Guenon ... ». Battiato: «Ti rispondo con una frase della stesso Guenon presa da un suo libro, La di– mora del re del mond0;· «Il giorno della fine, non ti servi– rà l'inglese», che non è male come pensata». Re Nudo: «... e significa?». Battiato: «Che nel momen– to in cui arriva la parola fine nella vita di un individuo, tut– te le cose importanti del pas– sato diventano assolutamente vuote e prive di senso. Questo tipo di civiltà ci porta sempre più lontano da un rapporto vero con la morte, e quindi, in ultima analisi, lontano anche da· come dovremmo vivere la vita. Arriveremo al giorno in cui una stanza d'albergo ed un letto ci sembreranno tut– to». Re Nudo: «Vuoi dire che tu ogni volta che suo~i provi quella sensazione di vuoto e di annullamento che riprodu– ce nel suono la morte?». Battiafo: «Rispondendoti con un paradosso ti potrei di– re ché in ogni momento della mia musica io vivo questa sensazione. Quando qualcuno mi dice: «stai con i piedi per terra!» mi fa ridere. Dato che la terra gira, non esiste un punto che sia fermo sul se– rio»: Re Nudo: «Vorrei che mi chiarissi meglio il tuo rappor– to con l'esoterismo, la tua po– sizione su questi problemi dello spirito». Battiato: «La mia posizio– ne è di assoluta aderenza, anche se della parola «esote– rismo» si è fatto un grande abuso. Al di là delle varie in– terpretazioni possibili, però, concetti analoghi, di inizazio– ne alla saggezza, fanno parte (importante) di tutte le più di– verse culture che ho incontra– to nella mia ricerca musicale, dai celti agli indiani». Re Nudo: «Perché chiama– re un disco L'era del cinghiale bianco?» Battiato: «La ri– sposta è perfettamente atti– nente. Il cinghiale bianco in– dicava presso i Celti il sapere spirituale, la Conoscenza. Penso che sia venuto di non perdere più tempo appresso ai problemi sociali ed economi– ci, facendoli apparire come inesorabilmente oppressivi ed unici responsabili del nostro star male. Perdere tempo in– torno alla dialettica servo– padrone ha il solo scopo di al– lontanare dai problemi ben più•seri e fondan.entali, quali per esempio la coniprensione dell'universo e della relazione nostra con esso. Ti faccio un esempio: quest'estate ho fatto un corso di ceramica. C'era un maestro che insegnava le sue tecniche e noi eravamo i suoi discepoli. Quale poteva essere il problema? L 1isape– va e noi dovevamo apprende– re. In me non c'era invidia verso di lui, ma un ottimo rapporto di voler entrare in possesso delle sue conoscen– ze, per padroneggiare meglio la materia». Re Nudo: «Però nel disco non risparmi frecciate ad un certo misticismo ... ». Battiato: «Credo che sia sempre necessario un control– lo, freddo, della parte di fa– natismo che c'è in ciascuno di noi. Le mie ironie sono rivo!~ te soltanto a chi, ciecamente, vede in un vestito arancione la salvezza». Re Nudo: «Vorrei che me mi esplicitassi meglio la tua idea di controllo, di '' freddez– za'', in musica e non». Battiato: «n' discorso ci porterebbe molto lontano. Però ti posso fare un esempio banale: è interessante che uno si accorga di quando si incaz– za. In questo modo, se c'è una parte di te che controlla l'esplosione di rabbia istinti– va, tutto cambia dimensione, perché tu non sei più comple– tamente immedesimato con l'incazzatura. Dal punto di vista composi– tivo, allora, è interessante creare una musica che possa . far sorgere delle emozioni (controllate), anche senza la complicità dell'esecutore. Un buon esempio di come la mu– sica, anche eseguita fredda– mente, possa far perdere il controllo, te lo dà il concerto di J ohn Cage al Lirico. Da Cage, dovremmo tutti imparare un po' di contro!- · lo». Paolo Bertrando · Giordano Casiraghi Giacomo Mazzone RE NUD0/41
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