RE NUDO - Anno XI - n. 84 - febbraio 1980
1 - Ogni sette anni, nel– l'anno sabbatico, gli anti– chi ebrei riposavano, non lavoravano i campi e libe– ravano gli schiavi. Per po– chi individui privilegiati, ogni anno è sabbatico e eterna vacanza Ma per la maggioranza, il sabbatico coincide con la pensione o con la disoccupazione a scadenza indeterminata: è dunque uno pseudo– sabbatico permanente, da oggi, usufruiscono negli Stati Uniti alcune catego– rie di professionisti, in par– ticolare i docenti universi– tari, che godono di un con– gedo retribuito per un an– no affinchè possano stac– carsi dal lavoro di routine, riprendere fiato, guardarsi attorno, aggiornarsi. La nostra proposta è un sabbatico pamanente, da quando il bambino acqui– sta autonomia di movi– mento e di pensiero, a quando l'anziano perde • ogni facoltà psicomotoria. La proposta non è utopia perché si fonda sull'immi– nenza della catastrofe ecologica e presuppone una interpretazione del «la– voro» che si discosta da quella biblica (lavoro come maledizione), calvinista (lavoro come dovere), del– lo Statuto dei lavoratori (lavoro come diritto). 2 - L'ipotesi della ca– tastrofe ecologica che col– pirà la fauna umana prima del 2000 è ragionevole e proprio perché è ragione– vole, fondata su elementi incontrovertibili, è rifiutata o ignorata da tutti tranne che dai Testimoni di Geo– va, ma con motivazioni ben diverse dalle nostre. Noi crediamo che una concomitanza di fattori: esplosione demografica, depauperamento delle ri– sorse naturali, inquina– mento idrico e atmosferi– co, tendenza di tutte le co– munità, indipendentemen– te dalla loro ideologia, reli– gione, regime politico, a RE NUD0/16 ' I ' ' ' , f f I I , ' ' ' , ' . ' ' ' , I ' ' ' I I f I • ' • ' . ' , ' ' ' ' , ' , ' . • • • • • • • • • • • • • • • • • I • • • • • • t • • • • • • • • • • • • • • ' • • • ' • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • .. • • • , • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • .. • • • • • • • porsi come obiettivo il mo dello di vita e il livello dei consumi USA, non può che portare alla catastrofe. Se non vi si perverrà, sarà solo per l'intervento di fat– tori riequilibratori, nell'or– dine: carestie, epidemia, guerre, con la variante ine– dita della guerriglia urbana e dei conflitti generazionali cruenti. Non è una pro– spettiva allegra. Perciò proponiamo in alternativa: una forte deflazione de– mografica, la deindustria– lizzazione del sistema, una riduzione drastica dei con– sumi, l'accantonamento del «Way of life» USA . 3 - Ecco ii punto. Ridu– zione dei consumi significa riduzione della produzione industriale, riduzione della produzione implica riduzio– ne delle ore di lavoro e/o dilatazione della disoccu– pazione. L'imperativo ca– tegorico di una morale pla– netaria (che ponga come suo fine non l'uomo, ma la sopravvivenzél del Pianeta Te_rra)sarà di produrre po– co, consumare meno, ma anche lavorare pochissi– mo, intendendo per lavoro una prestazione di fatica, manuale o intellettuale, retribuita in cambio di una manufatto o di un servizio al singolo, alla impresa, al– la comunità. I lavori vanno classificati in ecologici e antiecologici. Ecologici so– no quelli neutrali ai fini di una distruzione delle risor– se naturali, antiecologici tutti gli altri, che oggi non sono solo in prevalenza, ma vengono esaltati per– ché sui loro frutti si misura il benessere di un Paese e perché consentono a un sempre maggior numero di persone la possibilità di esercitare lavori ecologici o, come oggi si suol dire, improduttivi. Esemplifi– chiamo: il lavoro dello sta– tale, dell'insegnante, del– l'artista è ecologico. 1n quanto consuma al più qualche pennino ù qualche
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