RE NUDO - Anno XI - n. 84 - febbraio 1980

dei fannulloni, degli sfati– cati e dei buoni a nulla. Mentre questa opinione pubblica dilaga, dall'India arrivano lettere misticiz– zanti e cariche di una di– meriticata fiducia nella vi- ta. Ne scelgo una a caso da un pacco: «Dopo due mesi di permanenza in Kashmir parto di nuovo con il mio guru per l'India, girando fra i villaggi e le foreste, accendendo fuochi al Dio Shiva e praticando la me– ditazione della Grande Ve– rità. Libero dal sesso e dal- 1'oro assaporo la gioia mi– stica dei religiosi indiani. La lotta contro le passioni, per la libertà dello spirito, fa scaturire nuove luci. Il mio nome monacale è Dio , di Pace». Qui termina l'articolo della Pivano e come si ve– de, anche se dalla sua ste– sura sono trascorsi più di dieci anni, rimane ancora di estrema attualità. Infat– ti in questi ultimi tempi si è parlato e scritto molto sui protagonisti del viaggio in India e sulla loro esperien– za, ma, anche a costo di sembrare troppo polemi– co, devo dire che quasi mai se ne è parlato non dico con obbiettività, ma nem– meno con competenza. Tutta la stampa, tranne pochissime e lodevoli ecce- zioni, (e ancora una volta sono costretto a fare il no– me di Fernanda Pivano che completamente isolata ha tentato per tutto questo tempo di dire verità tanto chiare quanto negate). tut- ta la stampa dicevo ha ten– tato di liquidare questi fe– nomeni con giudizi sprez– zanti e lapidari. I giornali moderati come quelli pro– gressisti, i periodici conser– vatori e ultra rivoluzionari si sono incredibilmente trovati d'accordo nel par– lare di fughe, di incapaci- . tà, di viaggi esotici, di gio- vani annoia.ti alla scoperta di pruriginose emozioni. .. basterebbe sfogliare i prin– cipali giornali di questi ul– timi anni per rendersi con– to di quanto astio hanno accumulato sulle loro, ~pesso esangui, figure questi pellegrini contem– poranei. Non c'è stato nes– ..c;uno,tranne alcuni fogli di quello che un tempo si chiamava «underground» che abbia sentito il bisogno di conoscere cosa ci fosse alla base della scelta di co– loro che lasciavano il pro– prio paese per imbarcarsi in un viaggio tutt'altro che facile e comodo. Nessuno che si sia voluto realmente confrontare, senza scomu– niche preconcette, con l'esperienza di chi ha tra– scorso anni in India con– ducendovi una vita incerta e difficile sul piano mate– riale ma incredibilmente ricca su quello delle espe– rienze personali e della ri– cerca interiore. Nessuno che abbia voluto prendere sul serio quanto i protago– nisti del Grande Viaggio andavano dicendo e cioè che la loro esperienza non era una « fuga» ma il mez– zo più diretto, e in alcuni casi l'unico, che avevano a disposizione per verificare quella che consideravano l'unica vera e autentica << realtà»: quella degli uni– versi interiori, dei rapporti interpersonali, della di– mensione creativa e spiri- . tuale dell'essere umano. Certamente l'India non era e non è un paradiso, se qualcuno lo ha sperato ha avuto certamente modo di ricredersi al momento del suo arrivo nel continente indiano. Non sempre il Grande Viaggio ha con- ~ RE NUD0/13

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