RE NUDO - Anno XI - n. 83 - gennaio 1980
traddizione è inevitabile: il capitale, tramite i suoi scagnozzi, come può di– sfarsi di un problema che è un suo stesso tipico pro– dotto? L'eroina rappresenta un guadagno troppo forte per troppe persone, il suo commercio è una rotella nell'ingranaggio della macchina consumistica e infine, rappresenta un for– te controllore sociale, so– prattutto sulle masse gio– vanili. Ma ora come ora, nep– pure il potere può chiudere i suoi miopi occhi su un fe– nomeno dai contorni tanto drammatici che gli ha pre– so la mano e che si allarga a macchia d'olio: a tutti è evidente la necessità di tro– vare un espediente che al– meno limiti la cosa. Dev'essere oltremodo chiaro a tutti che più il ma– lessere provocato da que– sta società, a tutti i livelli, è generalizzato e più è gene– ralizzato l'impulso colletti– vo, inconscio e no, verso forme diverse di 'evasio– ne'. Oltretutto, davanti al– la mancanza totale di una qualsiasi identità, per qualcuno è preferibile ac– quisire quella pur 'tragica' di tossicodipendente, il sa– persi parte di un gruppo che, seppur quasi privo di solidarietà al suo interno, è pur sempre tale. Contro il tedio e l'an– goscia, viene scelto il rito stantio della siringa e del cucchiaino. Fino a quando il sistema non sarà in grado di offrire che noia e disperazione, monotonia e negazione del godimento, ci sarà sempre qualcuno che preferirà in– filarsi un ago nelle vene, in un mondo di wmbies, di morti viventi, ci sarà sem– pre qualcuno che vorrà di– ventarlo del tutto. Chi ancora si illude che nell'attuale situazione il proolema eroina sia risol– vibile, a .breve o a lunga scadenza, prima o poi n– marrà deluso: la scompar– sa del fenomeno va di pari passo con la trasformazio– ne, con il cambiamento dei rapporti interpersonali fal– sati, dei rapporti economi– ci basati sullo sfruttamen– to, in sintesi con il muta– mento radicale dell'intero sistema. Tutto semplice dunque ... ! Detto questo, è comun– que possibile fornire a chi si buca già, a chi non si bu– ca ancora, a chi non si bu– cherà mai, quelle garanzie minime di vita decente e di decente convivenza. Come si è già detto da più parti, è necessario eli– minare, subito, i fenomeni degradati (e degradanti) le– gati a doppio filo all'uso di eroina -illegale. Nessuno deve più essere costretto a rubare, a pro– stituirsi, a spacciare per potersi 'fare', nessuno de– ve più rischiare la vita. In merito ognuno ha la sua idea, ma nessuno è si– curo di avere la soluzione in tasca: mancanza di espe– rienza, di certezze, man– canza di una strada sicura da imboccare, tanto più che fin'ora non si è andati al di là della pura, sempli– ce, ottusa repressione. Unico punto fermo è l'i– dea della tutela. Essa è ben radicata nella testa degli uomini di potere, per loro è inconcepibile l'idea che ognuno, a liberalizzazione avvenuta, possa acquistare la dose che gli occorre in farmacia senza che loro possano intervenire in qualche modo, magari con la cura di disintossicazione coatta. Il non poter decidere della vita di qualcuno li sgomenta. Ma cosa ben più grave è che questa abitudine alla tutela è presente anche nel– la testa di molti compagni, anche di quelli più disponi– bili. L'assuegazione a deci– dere per gli altri, a valutare qual è il bene e qual è il male per gli altri, non è fa– cilmente eliminabile. Giunti a questo punto, chi avversa la scelta della liberalizzazione dell'eroina proponga subito qualcosa di alternativo! Non è più possibile di– squisire sul fatto che, con l'eroina libera, un domani forse, magari, aumenterà il numero di coloro che si bucheranno: chi finirà col bucarsi è destinato a farlo, con o senza eroina libera, ma soprattutto non è ab– bastanza l'esercito - che ogni giorno ingrossa le sue file - di coloro che si bu– cano già? Questa tesi dell'aumento mi ricorda tanto quella degli anti-divorzisti e degli anti-abortisti e ci fa rende– re conto che non tutti an– cora comprendono la drammaticità, prepotente– mente presente, del feno– meno. È ridicolo, per conto mio, pensare ai presunti, probabili tossicodipenden– ti potenziali di domani, senza rendersi conto di quanta è la gente che si sta bucando adesso, in questo momento, e di tutti i pro– blemi che adesso, in questo momento, tutta questa gente ha. Ognuno dev'essere libe– ro di poter decidere la propria vita e anche la propria morte, la nostra tendenza dev'essere quella di abolire ogni recinto, ogni coercizione. Eroina libera significa un duro colpo alla mafia della droga: nessuno spen– derebbe più cifre astrono– miche per pochi milligram– mi di roba tagliata, nessu– no sarebbe più costretto a trasformarsi in piccolo spacciatore al dettaglio (cosa questa che crea dav– vero proselitismo!), nessu– no soprattutto rischierebbe di morire ogni giorno per dosi avvelenate con stricni– na o polvere di marmo. È vero, mancano le strutture adeguate per so- stenere il progetto di libe– ralizzazione, la corruzione darebbe vita a chissà quali fenomeni, ma la dramma– ticità della situazione fa si che tutte queste cose deb– bano venir messe in secon– do piano. E poi: dove non esiste corruzione in Italia?. Non c'è più tempo per riflettere, per aspettare: il tossicodipendente dev' es– sere in grado di potér avere eroina pura, dosata e senza cavilli di tipo burocratico o schedature di ogni tipo! Se invece siamo ancora dell'idea che il tossicodi– .pendente, in quanto tale, non ha il diritto di avere voce in capitolo, di poter decidere per il meglio di tutti, se crediamo addirit– tura che esso sia l'erba m~– lata, cattiva, da estirpare o che comunque il suo pare– re non possa essere obietti– vo, allora lasciamo le cose come stanno, ossia andia– mo a cercare col lanternino soluzioni magiche che non esistono. Il procuratore capo De Matteo è quasi commoven– te nella sua criminale in– coscienza: per lui tutto è chiaro, il bene, tutto il be– ne, è da una parte, il male, tutto il male, dall'altra. Che si faccia dunque qualcosa per eliminare questa seccatura, questo flagello, che le facce scava– te dei tossicomani non tor– mentino più i nostri sogni e le nostre passeggiate, che le loro mani non frughino più nelle nostre tasche! Se proprio insistono, vadano a comprarsi la busta dal solito pusher! E vadano pure a morire come cani in un prato di periferia, basta che il cen– tro· sia pulito, in ordine, igQ_aro di tutto. . Oppure, poichè la 'libe– ralizzazione' è cosa 'sco– moda', ç comunque argo– mento «tabù», cosa si vuol · fare dei tossicomani? Cosa si vuol decidere sulla loro pelle?! Andrea Sciarnè RE NUD0/9
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