RE NUDO - Anno XI - n. 83 - gennaio 1980
queste menate che dire? Sbal– late di cervello seguite i vostri tpips frasi trasudanti polvere certo ma v'assicurp che anche la più piccola banalità «civi– le» o meglio il ricordo della più piccola banalità vivile è il cosmo adesso. Ho tra le mani un volantino del PR che an– nuncia la liberalizzazione del– la Mar} e dello shit uauh co– me finirà voi di Re Nudo? Come vi sbatterete in tal sen– so? Sto asco/tanto una casset– ta dei Quintessence tra un po' ho una licenza il vino è buono sia lodato Bacco. Ciao Bambu/è. Sandro La terra a chi la lavora e non a chi la sfrutta . Le Cortecce, 22/10/79 Anche a noi sembra giusto che con gli sfruttatori non si deve trattare perché per loro non vi sono altre esigeiµ:e che salvaguardare il proprio capi– tale. La terra è di.ehi ci.vuole vi– vere, ci può vivere, la deve la– vorare. La terra è di tutti. Ci siamo accorti che la terra è generosa con chi non la sfrut– ta e la sa ca~ire ed apprezza- re. .. , .Ì! · Trovare un modo é1ivivere, ili esistere, una ragione alla propria vita che non sia la strada o lji piazza._ Prima di fare una fomune m monta– gna, alcuni di noi hanno vis– suto in comuni urbane. Chi viveva con noi viveva in prati– ca nella strada, nella piazza ed i rapporti umani erano condizionati dall'ambiente RE NUD0/62 dei palazzi-galera, dalle dro– ghe pesanti, dal mercato della «non» f}roga, ecc. (chi vuol capire na già capito). La vita ip cittl\ è condizid~ nata e condiziofianfe, si ceréa continuamente una J?ropria «isola felice», un'identità dal– la quale guafflaté Ii vita che passa. E la vita pilssa e và'.;e noi il giorno dopo ci rii ovia- mo nelle solite abitudini, fa– cendo delle abitudini una dro– ga pesante e condizionante. Vi è chi si trova un ruolo so– ciale, chi invece cerca di usci– re dal ruolo (impiegato, opè– raio, frichettone, studente, casalinga, ecc.). Chi cerca ve– ramente qualcosa di diverso, di veramente personale (senza egoismo) deve salvaguardare questa sua ricerca, curarla co– me un bambino, essere pa– ziente molto e molto attento, soprattutto a se stesso. È faci– le farsi influenzare ed essere strumentalizzati .(attenti a ciè che leggete), ma~ anche facile fermarsi él:l ascoltare se stessi, se uno lo vuole .. Siamo un gruppo di esseri umani, che vuole: vivere la propria vita, la propria ricer– ca senza viole~za nei rapporti umani e nei confronti della natura. Ci hanno costretto con la violenza a rientrare nella legalità (a rischio della perdita della nostra libertà) ed a.formare ùna cooperativa con tanto di carte bollate, no– tai ed avvocati, quando per noi era ed è più che sufficiente vivere del nostro lavoro su terra abbandonata da oltre vent'anni, in un rapporto ve– ramente umano tra di noi at– traverso la natura. Fare una cooperativa vuol dire non essere semplici ma imparare i mille trucchi del potere, tanto è vero che solo chi di noi li conosce è disposto ad avere un rapporto con il potere, perché con gli sfrÙtta– tori non si deve trattare. Noi abbI~o dei rapporti con I padr ni, voglltµno salvaguar– dare l'essere umano chè è in tutti noi (anche in quei porci dei padroni) e la natura, uni– ca fonte di vitit e maestra. Vogliono distruggere la natu– ra, èijme di duemila anni cer– cano tli di~ _ruggere l'essere umano naturale é l'autogesio– ne dehà propria vita. Qui aJle Cortecce (comune di Marradi - Fi) vi.è un mo– mento di loila. Nòi viviamo V,erehé dobbiamo vivere ed ilnpariamo à vivere ogni gior– no. Siamo un momento e ve ne .sono infiti altri, ri'ìentre i padroni. hannè l'ulcera e il mal di stomac ;. Ci emarginano, ci isola– no!?! Non è vero! Ci faccia– mo isolare, ci facciamo emar– ginare. I padroni non hanno la capacità di cqpirci, affari loro. È i_mportante, molto più importante capire noi stessi. Siamo per la realizzazione di un pàr o naturale, dove possano vi ere comunità di vita autosufficienti in cui l'uomo possa ritrovare se stesso con rispetto nei con– fronti della natura tale, da non portarvi ad esempio ru– mori molesti come quelli dei motori i quali portano con se gli strumenti di sfruttamento e non di utilizzazione natura– le. È una zona abbandonata da oltre 30 anni e si può man– tenerla libera (con uno sforzo comune) da tutte le specula– zioni padronali e di potere. Invitiamo tutti coloro che vogliono salvare questo ango– lo naturale, ancora esistente, di inviarci le proprie adesioni e di spedire telegrammi e let– tere per la realizzazione del «Parco naturale dell' Ac– quaCheta» ai Consigli Regio– nali dell'Emilia-Romagna, della Roscana, a «Italia No– stra», al WWF ed ai giornali. Coop. «Le Cortecce» comune <!i Marradi (Firenze) località Cortecce Adesioni per il Parco Natura– le dell' Acquacheta, 30 lémq a cavallo dell' appennind tòsco– romagnolo, con una ventina di case rurali abbandonate - Collettivo Zappatori senza padroni «G. Winstanley - La terra a chi la lavora - Cooperativa «Acquacheta Libera» - Cooperativa «Le Cortec– ce» - Cooperativa «Zappatori senza padroni - G. Winstan– ley» Gruppo ecologico libertario (Fo); Gruppo anarchico di Forlì; Lega per il disarmo del– !' Italia (C.R.E.R.); Partito Radicale dell'Emilia Roma– gna; redazione del quotidiano Lotta Continua; redazione di Re Nudo; Lega socialista per il · disarmo; Movimento de– mocratico liberale; Unione inquilini; Amici della Terra; Centro Italiano di Critica Li– berale; Associazione Naturi– sta Bolognese; Comitatd anti– vivisezione di Bologna; Movi– mento Naturista; Associazio– ne comunità di Eirenne; So– cietà Cooperativa Adelphia; redazione di «L'altra città» (Fo); Medicina Democratica; Circolo «La Comune»; Radio Radicale (Bo); Collettivo Femminista Liberatrio di Faenza; Collettivo Charlot (Fo); Collettivi Autonomi del Sud.
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