RE NUDO - Anno XI - n. 83 - gennaio 1980
Fr11ncesco De Gregori VIVA L'ITAJ,IA RCA Puntuale, a distanza di quasi un anno dal suo «Gene– raie» eccolo tornare a noi sul- 1'onda eel successo élamoro– so della tournee - Banana Re– public compiuta in giro per l'Italia JI estate scorsa. Così mentre «Banana· Republic» è in testa alla classifichi: ecco piazzarsi subito· dopo questo «Viva l'Italia». Evidentemente De Gregori ha riacquisiato fiducia in sè stesso e nei suoi mezzi se si cQncede questi lussi e se si permi:tte jn qu~sto disco di tornare alla canzone più so– ciaJ!!,che avevii prud,;m~emen– te lasciato il) dispar~e 11elpri– mo disco dopo il rientro, «Vi– va l'Iiatia» inf!¼tti,p,rano che da il titolo al Jp, è una canzo– ne politica, $empre retice.nfe, com~ è nello stile d!!l pers~– nagg10, ma comµ.nqpe «poh– tica». Domanda di rito: c'è qual– cos~-di 'nuovo in questo enne– simo 'disco che ci arriva dal paese dei cantautori? Ebbene sì. Stavolta il trucco usato per vivificare· la proposta musica– lç è consistito nell'affi~are la proquzione ad un vecc~10voi– none della scena pop inglese: Andrew · Loog Oldham, pro– duttpre dei R~lling . Stones negli ijpni sessanta e d1Dono– van, l3ob Seger e a_ltriin tem– pi più recenti. Un innesto che dà i suoi frutti, rafforzato anche dalla présenza di musi– cisti e tecnici del suono stra– nieri. Roberto Ciotti QLUES~AN Cramt>s - Polygr~ L'amore di Ciotti J?Cr il blues è orrpai un dato rico 0 no~ciuto ed incontestabile, ed ogni suo nuovo disco (questo è li secpndo per la preci~ìo11~~ poq può che essere·un ennesi– mo attq d'iµnore verso questa musica che italiana certo n9n è. Quest11~sostanziale stranei– tà razziale, geografica e stori– ca di Ciotti alla cultura çiel blues non· impedisce però una sua perfeha utilizzazione di questi moduli espressivi, an– che nelle prove più impegnati– ve come la «Baby please con't go» di Muddy Waters o «Bottle up and go» di John Lee Hooker. Disco ottimo in– somma per i periodi d'autar– chia. Michael Rother KABJ{EN MJÌSIC SKY Quando nel 1976 lasciò gli Harmopia (Cluster Rother) per intraprendere la più nopi, le oarriera solistica, né lui né i suoi amici più cari avrebperp mai pensatò che a soli tr~ an– ni àa queJla dafa un suo lavo– ro sarebbe s\ato scelto come colopna sonora per l'October Fest. · Eppure non è stato sempli– ce: ha dovuto provarci per ben tre volte! Prima di riu– scirci con Kabren Music, sua terza opera, era.già statovici– no al successo con Flammen– de Herzen e Sterntaler, due album accomunati oltre che da una fragilità di idee e suo– ni, anche dallo strepitoso suc– cesso di vndita che hanno re– gistrato in Genl!any (più di 150.000 le copie complessiva– mente vendute). E questo Kabren Musik non dovrebbe esser da meno visto che ha già avuto ·20.000 prenotazioni. (Il disco dovrebbe uscire sul mercato a giorni). Michael Rother iniziò la sua carrierà, dopo alcune esperienze legate alla prima età, insiema Klaus Dinger, con il quale diede vita ai NEU, punta iconoclasta del rock tedesco, il cui «sottile» spirito demistificatorio mira– to da audaci sperimentalismi apparve subito COJlleil suo segno caratteriale più marca– to. Ma quando sul finire del '75, NEU pose fine alla sua storia, Klaus Dinger formò i LA DUSSELDORF, naturale discendenza della genealogia . di Nuovo, mentre il nostro intraprese tutt'altra strada. Diventato alfiere 4e11a SKY e avvalendosi della collabora– zione su vinile di quel Jaki Liebezeit, già combattente nei CAN, ha finito per imprigio– narsi in letali rubinetterie me– lodiche: che forse non soddi– sferanno i più esigenti, ma che certamente hanno contri– buito in modo determinante alla sua celeprazione sugli al– tari dell'October Fest. CGaeiano und Tomangelo Claudio Rocchi i<NON~EN'È PER NESSUNO» Cramps Cappelli Claudio Rocchi ci riprova, fedele, impegnato e un po' perplesso: Ha fatto un bupn disco dinardiano insaporito dalla sua voce sospirosa e scettica e·da un ~rragniamen– to gradevole, puntando tutto sui testi. Qui si che c'è da spenderci una prolf ricordiamo ~occhi quando, in altro periodo della sua vita, andava dicendo çhe • è tanto facile·distruggere ma è tanto difficile creare': savissi– ma verità'. Dunque, i testi: vanno aÌlo scavo di una real– tà-verità interiore, q\lell~ ben nota mista di qisingl!nno e di flash estraniati, suggestivi di attimi di èstrema perdita. Fa– re delle·canzoqi di questo ge– nere, ove non sj vogliono i de– liri è una delle cose più diffi– cili' cui ci si possa applicare. Que~to è un collage di vuoti dell'anima sciolti in una can– tilena rassicurante. Rocchi è stato un freak di buon mestie– re salvatosi sempre per la sua immensa buona fede e quasi mai per ironia. Dei suoi dischi questo sembra il migliore per una cert'aria 'di prova che gli ser– peggia dentro. D altra parte nella canzone che dij il titolo all'album è detto: «cult4ra e potere, la guerra di tutti, bat– taglia assoh.ita basata su Ufl furto: spacciare la noia come vuoto di idee da comprare». Se le cose stanno così è qif– ficjle sentirsela di Ììggiungere qualcosa. L.C. RE NUD0/53
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy