RE NUDO - Anno X - n. 82 - dicembre 1979

un mobile-cane, per esempio, che seguiva il padrone dap– pertutto e s'accucciava ai suoi piedi aprendo continuamente cassetti colmi di ampolline di liquori. Altri mobili erano solo apparenti, chi avesse voluto toccarli avrebbe afferrato il vuoto: erano pure proiezioni illusorie di celati televisori. Chi avesse voluto buttarsi su quei letti finti avrebbe battuto la schiena duramente contro i pavi– menti, chi avesse voluto prendere un frutto dalla fruttiera vi sarebbe passato attraverso con la mano. Magari il tappe– to ti s'attorcigliava ai piedi e scoprivi che era un Biricante domestico Abalònese, dai denti di gomma piuma. Vi erano poi un gran numero di aggeggi luminosi e sonori il cui scopo e ragion d'essere eran dubbi e oscu_ri. Quando Gervasio si avvicinava si spegnevano d'improvviso e si facevano di colpo silenziosi. Se poi cercava di scoperchiarli e di smontarli si mettevano a fischiare e urlare a tutto volume, finché desisteva. Ma il ragazzino non voleva molla– re, prima o poi avrebbe trovato il punto debole e ce l'avrebbe fatta, lo aveva giurato a se stesso. Intanto la vita famigliare proseguiva molto tranquillamen– te. La coppia passava spesso le serate accanto ad un antico caminetto psichedelico, in un clima di dolce morbida inti– mità. Gervasio si sedeva su uno sgabello basso e stava così a godersi il tepore elettronico abbandonandosi alle sue fan– tasticherie. Una volta si era appisolato cullato dallo scop– piettio della brace finta quando di colpo si riebbe ed ebbe subito la sensazione che qualcosa di strano stava avvenen– do. Sul davanzale della finestra una coppia di Gongoli, passera– cei a coito perpetuo, procedevano imperterriti nella loro abituale attività erotica. I genitori adottivi erano mezzo disabigliati e in atteggiamento promiscuo e osceno, soprat– tutto, questo era il punto, mostruoso. ciolante d'eccitamento erotico. Il sesso della madre era invece decisamente maschile: un membro della lunghezza presumibile di mezzo metro, pieno di rugosità e verdi vene affioranti. La cosa lo sorprese ma ciò che davvero lo spaventò fu altro. Dalla vagina del padre usciva una fila di esserini femmina che si congiungevano con i primi e subito dopo ingrossava– no nella pancia e partorivano, tutto in un batter d'occhio. Raccoglievano poi i piccoli infanti e rientravano nel con– dotto spermatico, i maschi in quello vaginale, dei due genitori coricati. Quest'ultimi si ricomposero e tutto tornò nella primitiva situazione. C'era un settore molto riservato nella camera coniugale dei genitori, dove si accedeva soltanto dopo aver superato una barriera elettronica dalla struttura complicata. Gervasio studiò la serie dei gesti convenzionali che mamma e papà indirizzavano a varie fotocellule per avere libero accesso. Aspettò che fossero fuori casa e li riprodusse. Scattarono dei contatti e la barriera cedette. Si diresse verso la pila di fotolibri pluridimensionali e fu subito attratto da quello che stava in cima e portava il titolo: Piaceri di Abalon. Sfogliandolo rimase a un tratto bloccato, esterefatto, un capitolo portava la sua fotografia. Parlava di una bibita ricercatissima, diceva, il « Bilboque ». Il Bilboquil è il principale ingrediente. Si tratta di una pianta che mantiene per sette anni un aspetto decisamente umano. Poi si copre di -foglie e spine, vuol dire che è matura e pronta per l'uso. Basta aprire le vene del Bilbo– quil e toglierne il prezioso liquore. Unito con il Carcaz, di cui abbiamo in precedenza parlato, ne deriva una bibita deliziosa, la più ricercata forse su Abalon. Gervasio rimase annichilito. Sotto le palme delle sue mani si erano formate delle tacche legnose che tendevano a crescere e sporgere maggiormente. Fra due dita del piede si era formato l'embrione verde di quella che poteva essere una foglia. Pino Franzosi Il padre non era un maschio: dalle sue braghe sciolte --->=-""'~~~~l~/1 appariva chiaramente una grande pelosissima vagina, goc-

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