RE NUDO - Anno X - n. 82 - dicembre 1979
SEGNALAZIONI Heldon - stand By - Egg Gruppo francese di salda os~e,.vanza elettronica, a di:~:::tto di occasionali in– t1::mperanze rock, questi He!c'.on sono portati ad u– na certa magniloquenza, almeno tanta da occupare un intero lato di Stand By con un lungo Bolero. La stoffa c'è, l'abilità strumen– tistica anche, ma più di u– na sezione è prolissa e ten– de all'inconcludenza: man– ca forse un punto focale. Da segnalare la partecipa– zione di Klaus Blasquiz, vocalista dei Magma. Gato Barbieri - In Search of Mistery - Base Record Gato Barbieri d'annata (1967, per la precisione), in prima stampa italiana. on è ancora il Gato del sound latino-americano, an– zi l'impianto è del free più deciso, estremamente caldo, le note del famoso sax te– nore sono lasciate nella massima libertà. Disco in– teressante, anche se mostra chiaramente come Gato Barbieri avesse ancora da trovare la propria « misu– ra». fohn Renbourn The Black Balloon - Transatlan– tic Chi ha ascoltato John Renbourn ad un recente concerto milanese non si stupirà della vitalità inalte– rata del chitarrista irlande– se. Ora che la vicenda Pen– tangle è ormai conclusa da anni, Renbourn ha orienta– to il suo stile verso un chi– tarrismo forse più tradizio– nale, ma sempre ricco di spunti creativi. In questa sua nuova raccolta, è sufficiente ascoltare The Moon Shines Bright o The Black Balloon per capirlo. Albert Ayler . Spiritual Unity - Base Record Il disco ha i suoi anni, quindici per la precisione, l'incisione è monoaurale. Eppure, la musica di Ayler ha ancora tutta la sua ca– pacità di scuotere: e parla- re di rabbia e di ghetto perde qui le ampie incro– stazioni retoriche: questo sassofono vive di una rab– bia vera. E un tema arcino– to come Ghosts torna nuo– vo, urlato dal tenore incre– dibile. p.b. JOURNEY: « EVOLUTION » Ancora una band di rock « melodico » tanto caro al pubblico americano che tributa grossi successi a questo genere, per altro un po' troppo sempre uguale a se stesso e non troppo coin– volgente. Comunque l'album si chiama «Evoluzione» ... KANSAS: « MONOLITH » I Kansas sono già piuttosto conosciuti e abbastanza apprezzati in Italia soprat– tutto per la loro vena e– clettica che li porta a spe– rimentare e fondere tra lo– ro diverse tendenze, con ri– sultati interessanti. Degna di nota è la copertina di « Monolith » che raffigura efficacemente un pensiero dei pellerossa, riportato al– l'interno, sulla fine della civiltà dell'uomo bianco per autodistruzione e la riappropriazione del piane– ta da parte del popolo ros– so. Profezia mai come oggi in– quietante! MEAT LOAF: « BOT OUT OF HELL » Molta della forza di questo gruppo è racchiusa in Jim Steinman, cantante di u– n'energia impressionante, dotato di una voce possen– te e molto comunicativa. È un disco da ascoltare. MOLLY HATCHET: « MOLLY HATCHET » Hanno dedicato il loro primo disco alla memoria di quattro membri dei Lynyrd Skynyrd, periti re– centemente in un incidente aereo, e a ragione. Nati nella stessa città degli Skynyrd (J acksonville, in Florida) ne proseguono la musica, denominata « rock c!el Sud». NANTUCKET: «YOUR FACE OR MINE» Dire di loro che per non confonderli con le centinaia di gruppi e sottogruppi che suonano questo tipo di rock « addomesticato » bi– sognerebbe almeno ascol– tarli « dal vivo », è dire anche troppo. TED NUGENT: « STATE OF SHOCK» « Stato di shock » è il mo– do forse migliore per de– scrivere cosa si prova ascol– tando Ted Nugent e la sua « heavy metal band», spe– cie nei concerti « live ». Chitarrista scatenato e tra– volgente, riesce puntual– mente a coinvolgere e sur– riscaldare qualsiasi tipo di pubblico. È uno dei migliori esempi di cosa voglia dire comuni– care ENERGIA PURA. R.E.O. SPEEDWAGON: « NINE LIVES » Altri animali da palcosce– nico dotati di ottimi stru– mentiti a cui i solchi del vinile vanno un po' stretti, adatti come sono a grandi platee. Comunque, mai ascoltare questa musica a meno di 80 decibel! RE NUD0/41 TONIO K.: « LIFE IN A FOODCHAIN » Un gruppo che ci ha dav– vero interessato non solo per la musica fresca e ori– ginale, ma anche per i testi che analizzano lucidamente la società americana, fonda– ta sul consumismo a ol– tranza. TOTO: «TOTO» TRILLION: « TRILLION » Si possono benissimo rag– gruppar~ per stenderci so– pra un velo pietoso, o qua– si. I Toto ci hanno provato con la «disco-rock». È proprio vero che le vie del rock sono infinite! DAVID JOHANSEN: « IN STYLE » Hanno detto di lui, tra l'altro, che è l'erede di Mick Jagger solo per il suo passato come leader e ispi– ratore dei New York Dolls, gruppo dei primi anni 70 che si rifaceva un po' agli Stones e ad un punk ante litteram molto semplice e immediato: niente di tutto ciò. Il nuovo Johansen si è molto trasformato, da allo– ra: dal travestitismo beffardo, irriverente delle « Dolls » è passato alla di « In Style », perdendone crediamo in grinta e incisi– vità. Può darsi sia una matura– zione.
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