RE NUDO - Anno X - n. 80 - settembre-ottobre 1979

re un rinnovamento reale. L'accet– tazione (dei ruoli? dell'esistenza? dell'America?) è sfiorata ma sempre sfuggita. Il conflitto non trova sboc– chi, si paralizza in stallo. E in queste contorsioni manca il contatto con la realtà. La verità. Suono confezionato nel cellophane, Patti confinata in studio. La voce, filtrata e ammorbidita, sembra a– ver perduto la cadenza della strada, alla dubbiosa ricerca di una nuo– va identità. Il rischio solito, inevitabile; diven– tare la statua di cera di se stessa, immobilizzata nella ripetizione. De– stino sarcasticamente tragico, per chi ha voluto sempre scherzare con la ripetizione, muovendosi sul ci– glio del rifacimento per tirarsene invariabilmente fuori con un colpo di reni. Dopo aver evitato per anni l'imitazione, Patti Smith sta ri– schiando di diventare imitatrice di Patti Smith. Le parole, i gesti che erano stati veri, riprodotti senza scopo un anno dopo l'altro. SMITH/BUSINESS Era nella logica delle cose. Perché Patti Smith è proprio l'ultima. L'ul– tima \era grande rock star, con tutto l'armamentario del caso, di eroismi, erotismi, violenze, strava– ganze, e in ultima analisi impene– trabilità assoluta (del proprio inti– mo, dico.). Troppa sovrastruttura. Troppe im– palcature. Preferisco il nudo rap– porto con una musica a questo in– trico di dati biografici ed autobio– grafici, glorie,· miserie ed aneddot– tica. Ma c'è ancora bisogno di rock star? Tutto dice di sì. La necessità di personaggi impera. Poco importa se siano montati alla catena da qualche art director oppure si sia– no costruiti da soli. La pietra del– lo scandalo di Patti è questo suo es– sere l'estrema perfezione di un si– stema che da tanto avrebbe dovuto esalare l'ultimo respiro. Ma è anche la sua nemesi: la posi– zione di star condanna al rapporto mistificato. Non più dialettica. Non più dialogo. Soltanto i gesti dovu– ti; i suoni previsti. Oh sì, potrà ancora scrivere mol– to. Non sarà mai più per la strada, però, non potrà più toccare la vi– ta. Al meglio, troverà una grazia estetica, strofe efficaci ben dette, ma nemmeno Mefistofele potrà sal– varla dalla dannazione cui si è de– dicata. Perché, triste ma vero tut– to questo era nei progetti. Da quan– do la giovane Smith cercava fortu– na a New York frequentando tutti i ricevimenti più deleteri, ha sem– pre inseguito ostinatamente la condizione che ha ora. Senza Wave non avrebbe potuto esistere Radio Ethiopia, e non il contrario. Per quanto paradossale sembri. Era la meta a condizionare lo sviluppo. Non c'è ritorno. Possiamo solo as– sistere, e caso mai rilevare l'estre– mo sarcasmo della sorte. Suvvia, pensate a Jagger, a Dylan a Hen– drix: come tutto nella vicenda di Patti Smith, anche questo era già successo. Paolo Bertrando SMITH/POESIA RE NUD0/59 Nota: 1 - Confrontate l'episodio (riporta– to in Patti Smith, Savelli 1978, pag. 26) con quello analogo ri– ferito da Anthony Scaduto (in Bob Dylan, Arcana 1978, pag. 197). Discografia Hey Joe/Piss Factory (La Mer 1974, 45 giri) Horses (Arista 1975) Radio Ethiopia (Arista 1976) Easter (Arista 1978) Set Free (Arista 1978, extended-play) Wave (Arista 1979) · La Patti Smith «Letteraria» (non dimentichiamo che la sua prima raccolta, Seventh Heaven, precede di due anni la prima incisione) se– gue un cammino a parte, forse proprio per via del mezzo, più intimo e meditato. Se tutte le tematiche del suo rock prendono forma in pri– ma istanza nei versi, questi sembrano immuni dalla tendenza alla standardizzazione che oggi tende ad inquinare la musica del Patti Smith Group. In Italia è uscito da Savelli un libro, Patti Smith (1978), che contiene, oltre a una scelta delle prime poesie, anche una completa guida bio– bibliografica. In questi giorni la Newton Compton ha pubblicato, sotto il titolo Poesie la traduzione integrale di Seventh Heaven. Chi voles– se farsi un'idea della produzione più recente, dovrà rassegnarsi alle asperità della lingua originale: consigliabili The Night, scritto in col– laborazione con Tom Verlaine dei Television, e l'ultimo Babel (Put– nam, 1978). SMITHOLOGIA MINIMA L'unica cosa che l'America può offrire è il R&R sta diventando un linguaggio universale. (intervista, agosto '77) ,, Ho messo la mia testa al servizio dell'arte ... art è l'anagramma di rat (topo di fogna, ndr) ... un roditore ... un emarginato ... un marchio d'in– famia per l'uomo, l'artista è un marchio d'infamia per dio ... al di fuo– ri di tutti i morti obbiettivi ... il vero negro fatto per il castigo divino. (note a Radio Ethiopia, 1976) Dylan è un paranoico, non ama la gente, vive isolato e vuole che tutti dicano che lui è il più bravo. E' impaurito perché ha saputo dare molto, e oggi non sa cosa fare realmente, comunque io lo amo anco– ra molto. (intervista, 1978) Per quanto riguarda il mio essere donna, sento di appartenere a una lunga tradizione di creatori, di artisti intellettualmente bisessuali. Voglio dire, la coscienza greca era bisessuale, e ciò non significa che andassero a letto sia con gli uomini che con le donne, ma che entram– be le componenti del loro cervello funzionavano. (intervista, 1978) Oh, sono stata male, vedete. Distesa sul letto e ci vedevo male. Stavo disegnando un ritratto. Credevo che fosse Rimbaud ma era Dylan. Ho continuato a disegnare. Credevo che fosse Dylan, ma quando ho guardato di nuovo era me che stavo disegnando ... (recensione a Planet Waves, 1974)

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