RE NUDO - Anno X - n. 80 - settembre-ottobre 1979

1e,·nE NUDO giare quell'area politica che si ri– chiamava alla terza forza buddi– sta, che si batteva per i diritti ci– vili, clte si richiamava (e li pra– ticava nel concreto) ai principi e alle tecniche della non-violen– za, che chiedeva un profondo rin– novamento politico e sociale del proprio paese salvando però la propria tradizione e conservan– do la propria identità culturale e religiosa, che aveva come obiet– tivo un Vietnam aperto a diverse proposte politiche, sociali, reli– giose e in cui fosse garantito a tutti il fondamentale esercizio delle libertà civili, noi scegliem– mo di appoggiare un governo che, come ha scritto giustamen– te Jean Lacouture, « era segnato fin dall'inizio dallo stalinismo e dal totalitarismo »... infatti negli anni '60 il Partito Comunista di Hanoi aveva già compiuto i mas– sacri della frazione trozkista, pri– ma incarcerata e poi eliminata fi– sicamente, aveva già abolito nel Nord-Vietnam qualsiasi forma di opposizione e dissidenza, aveva già messo a tacere brutalmente qualsiasi espressione religiosa, a– veva già assassinato migliaia e migliaia di contadini e piccoli proprietari ritenuti, nella buona tradizione del socialismo reale, capitalisti reazionari e quindi non degni che di una spietata re- pressione. Certo che l'occidente, la nostra plumbea società, non esce bene dalla faccenla indocinese; dal na– palm alle mode culturali, da un imperialismo bieco e assassino a un'adesione acritica e snob. E a– desso? Adesso regna il silenzio ... un silenzio imbarazzato (nel mi– gliore dei casi) o, più spesso in– differente. Il volto stolido dell'i– deologia si è infine manifestato e non si ha più la forza di parlare, un po' per stanchezza un po' per vergogna. La generazione del Vietnam è al– lo sbando, c'è chi si sente orfano e chi preferisce come incredibil– mente ha detto Noam Chomsky « essere chiamato stalinista piut– tosto che alimentare la campa– gna reazionaria contro i popoli dell'Indocina». Bene io che oltre a sentirmi orfa– no mi sento anche un po' coglio– ne per come sono andate le co– se penso esattamente il contra– rio di quello che pensa il neo– stalinista Chomsky ... preferisco farmi dare del « reazionario » piuttosto che tacere di fronte a quanto sta succedendo in Indo– cina. Preferisco essere in compa– gnia di quei pochi che hanno an– cora il coraggio di parlare... co– me il « reazionario » Andrè Gluc– ksman, animatore del primo ten- tativo concreto di salvare miglia– ia di vietnamiti (che fino allo– ra consumavano nel più assolu– to silenzio la loro tragedia) ... co– me il « :reazionario » Umberto Terracini che nello stesso mo– mento in cui Chomsky gettava all'ortiche il saio libertario per autocandidarsi neo-leninista di ferro, affermava: « I lager sono fenomeni della stessa specie, pas– sibili dello stesso giudizio e me– ritevoli della stessa condanna o– vunque si presentino»... « rea– zionario» come Joan Baez, Allen Ginsberg componente libertaria de1 movimento pacifista america– no che in questi giorni ha rilan– ciato l'agitazione tra i giovani, i democratici e gli studenti per la difesa delle libertà civili e reli-. giose nella penisola indocinese ... « reazionario » come Vo Van Ai, presidente del Comitato vietna– mita per la difesa dei diritti u– mani che scrive: « Il mondo in– tero si è mobilitato un tempo per la pace nel Vietnam. Oggi di fron– te alla nuova oppressione di cui è vittima il popolo vietnamita ta– ce. Forse non si misura abbastan– za quanto grande sia la respon– sabilità dell'Occidente nei con– fronti di questa situazione». Perché viva il popolo d'Indocina! Piero Verni

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