RE NUDO - Anno X - n. 78-79 - luglio-agosto 1979

Forse è il gruppo ad a– ver perduto compattez– za, a dispetto del rientro del transfuga Richard Sohl; forse, più sempli– cemente, siamo davvero al preludio di un nuovo corso, in cui la strari– pante carica nervosa sa– rà sostituita da un ap– proccio più. riflessivo e meditato. Purché la transizione, se di transizione si tratta; Patti Smith la realizzi, u– na volta per tutte, e sen– za altri ripensamenti. p.b. Pierre Moerlen's Gong Downwind Arista Dall'uscita di Daevid Al– len a « Downwind » dei Gong di Moerlen molta acqua è passata sotto i ponti. Innanzitutto, i di– schi senza Allen: soprat– tutto Gazeuse ed Expres– so I I, in cui i Gong han– no compiuto una forte virata rispetto alle follie dei pothead pixies ed al– le improbabili avventure di Zero (1). Per carità, rton è neppu– re il caso di tentare di tracciare una linea di continuità artistica tra i Gong di Allen e quelli di Moerlen: lo spirito e i fini artistici dei due leader sono molto di– versi. Moerlen conduce i suoi su strade di sperimen~a– zione musièale molto se– ria-seriosa, ben lontana dagli allegri tentativi del Camembert elettrico o della teiera volante (2). Il risultato è una musi– ca costruita su ritmi mol– teplici, colti e continua• mente trasformati e ri– scoperti secondo la crea– tività del momento, che si intrecciano a melodie costruite sui fiati di Mal– herbe e sulla chitarra di Holsworth, ~enza più. al– cuna velleità di creare saghe interplanetarie o altro di simile. Assente Malherbe, Ex– presso II codifica rispet– to a Gazeuse i risulta ti raggiunti,. tin album sta– tico dal punto di vista ·ot e creativo, ma perfetta– mente compiuto nel do– saggio degli elementi ca– ri a Moerlen, ove il pre– dominio delle percussio– ni assurge a legge e nor– ma della sua visione del– la musica. Esce ora questo nuovo disco, Downwind, che presenta delle variazioni di organico rispetto al precedente: · se ne sono andati Holdsworth alla chitarra e Mireille Ba– uer, che coadiuvava i due Moerlen alle percus– sioni, e sono stati sosti– tuiti rispettivamente da Ross Record (ex Pat Travers Band) e da Fran– cois Causse; oltre a que– sti, collaborano Mike Oldfield, Mick Taylor, ex Rolling Stones, Steve Winwood, Didier Malher– be, che continua dunque à gravitare incerto tra nuovi Gong e i Planet Gong di Allen, e Didier Lockwood, violinista dei Magma. La presenza di Oldfield, effettivamente, si limita al brano che dà il titolo all'LP, ma questo è il brano migliore proprio per la presenza di Old– field, oltre a quellà di Malherbe e Winwood. In; questo brano ci sono delle trasformazioni so– stanziali rispetto alla tra– dizione di Moerlen: si no– ta anche. in questo LP, infatti, una netta preva– lenza delle percussioni su tutti gli altri stru– menti e la funzione qua– si secondaria della melo– dia rispetto alle elabora– t.e costruzioni ritmiche; nel brano in esame, in– vece, il discorso si fa più. complesso: i ritmi, anche se molto vari, svolgono una fùnzione di secondo piano rispetto all'econo– _mia complessiva del pez– zo, interamente giocato sul sapiente uso del vi– brafono che crea delle atmosfere oniriche, e sul– le cesure, sui tagli deter– minati dalla chitarra di Oldfield, che continua– mente agguanta ed ab– bandona il tema, per la– sciarlo sviluppare a Win– wood e Malherbe, e poi . reimpossessarsene a li- n o vellq più alto. Il risultato è un brapo in cui la superficie della musica apparentemente immobile è percorsa da continue onde di movi– mento, continuamente susseguentisi l'una all'al– tra, che crea in chi l'a– scolta uno stato d'animo ricettivo e pacato. Gli altri brani (si posso– no segnalare Jingo, dei Saritana, e Xtasea, nella seconda facciata), sono tecnicamente molto ben eseguiti, ma mancato del fascino di Downwind. Sono più. che altro pezzi di bravura per Moerlen, che può sbizzarrirsi sul– l'uso-abuso delle sue per– cussioni. {1)-(2) - cfr. di Adria– no Bosone « Il piàneta Gong» - Re Nudo n. 69, Ottobre 1978. cristiano alzetta Popol Vuh Còeur de Verre EGG (Importazione) Splendido come la danza gotica del Nosferatu, Coeur de Verre conser– va il bagliore impalpabi– le del viaggio iniziatico attraverso la dimensione del fantastico che Her– zog, erede non ricono– sciuto çii quell'E.T.A. Hoffmann che fu sicura– mente il più visionario degli scrittori romantici tedeschi, va a scandaglia– re nei suoi films serven– dosi di tutte le astuzie che appartengono alla macchina del cinema, non ultima la sapiente scelta delle musiche, da accompagnare alle imma– gini, che vengono per lo più affidate ai Popol Vuh. Coeur de Verre è un'al– tra delle tappe di questa collaborazione in quanto raccoglie la « bande o- RE NUD0/59 riginale » dell'omonimo film del regista tedesco girato nel 77 e mai a~ri– vato in Italia. La musica che ne esce è tra le più belle sia dato ascoltare oggi dalla sopita terra di Germania. Disfattisi del– la ingombrante Renate (ex Amon Duul), Fricke e Fichelscher riescono a ridare ai loro suoni quel– l'equilibrio che aveva connotato i lavori prece– denti al disastroso Letzt Tag: ora sì, la musica riesce a fluire libera in un magnifico lieder elet– tròacustico cantato dalle chitarre dell'ottimo Dan– ny e dal calibt:ato con– trappunto pianistico di Fricke e questo senza in– toppi, lungo brani dalléì bellezza luminosà di En– gel der Gegen,~art, o Blatter aus dem Buch o ancora di Der Ruf (autentico gioiello firma: to da Fichelscher), fino ad arrivare alla vibrazio– ne pura di Da Lied che risuona nel sitar di Alois Gromerj che molti. ricor– deranno in Das Hohelied, in un raga che lentarh~n– te sale da abissi di suo– no e si colora del cesello morbido della chitarra e del mridarigam. Un lavo– ro che gli amahti del deutsch klang non pos– sono lasciarsi sfuggite! gaetano und tomangelo cappelli Skiantos lnascoitable Harpo's Music Anche se esce come di– sco dopo Mono Tono, questa è la prima regi– strazione degli Skiantos datata ndvembre '77. Ed effettivamente, la musica è ancora piuttosto acer– ba; però la singolare per– sonalità del gruppo, con la sua ironia corrosiva, c'è già tutta, basta senti– re brani come Perma– nent Flebo o Sono Roz– zo, Sono Grezzo, con ti– toli che si presentano da soli. Il suono, pochissimo « ri– pulito » in studio, si av– vicina molto a quello dei

RkJQdWJsaXNoZXIy