RE NUDO - Anno X - n. 78-79 - luglio-agosto 1979

RE NUD0/38 Magma al Palasport di Brescia, 21 maggio 1979 · C'è voluta l'iniziativa di una ra– dia libera bresciana, l'Altraradio Canale 99, per portare i Magma in Italia, per la prima volta in dieci anni di vita. lI risultato è stato ottimo dal punto di vista musicale, meno da quello finan– ziario; ma di questo si riparlerà più avanti. I Magma di Christian Vander si sono presentati nella forma– zione di Attahck: lo stesso Van– der alla batteria, Michel Hervé al ba,sso, Jean Luc Chevalier al bas– so e alla Chitarra, André Hervé alle tastiere. Questo per quanto riguarda la strumentazione; ma la nota più importante è la ro– busta sezione vocale: oltre a Kla– us Blasquiz, uno dei fondatori del gruppo, c'erano Stella Van– der, Maria Popkievicz e Lisa de Luxe. Com'è intuibile dalla formazio– ne, i .Magma sono tornati dopo tanti anni a quell'impianto cora– le che caratterizza le loro opere migliori (« La voce è importan– tissima, perché è musica che e– sce direttamente dal coroo, sen– za rnediazioni », mi ha detto Bla– squiz). E fin dall'esordio, con il poten– te Attahck, la parte vocale è sta– ta preponderante, mentre il set– tore strumentale ruotava come al solito intorno alla batteria del– l'instancabile leader. Una batte– ria raoidissima, ma sempre for– te, colma di quell'energia che se– condo i Magma è il centro della musica come della vita. Ha toc– cato il parossismo con il lungo assolo che concludeva la prima parte del concerto: Vander appa– riva completamente perso nel suono, immerso in una specie di estasi dionisiaca. e Se Vander è il fulcro, tutto il gruppo ha una «presenza» invi– diabile, a partire da Klaus Bla– squiz; bisogna far uscire la mu– sica da dentro, comunicàre l'e– nergia. Bene, questa energia si sente in concerto con molta più ' efficacia che in qualsiasi disco. Avvince, letteralmente, metten– doti in una tensione spasmodica. Personalmente, non ho perso una nota, in più di due ore, e così la gran parte degli oltre due– mila presenti. A parte alcuni, che sono usciti subito, inorriditi, per poi dichiarare che odiano questa musica «punk» (Punk! Potenza delle convenzioni!). Il concerto è ripreso con l'inte– ressante Il Hai, in cui Vander si è esibito come vocalista, rivelan– dosi interprete ispirato e ierati– co della « sua » lingua, il koba– iano. E poi Blasquiz, sull'ostina– ta base ritmica, ha declamato: « Adesso racconteremo una sto– ria ... MEKANIK DESTRUKTIW KOMMANDOH! Il Kommandoh, che occupa un disco intero, è stato eseguito, senza una pausa, in versione scrupolosissima, con pochi adat– tamenti rispetto all'originale. I cori, gli stacchi poderosi... il mo– mento più intenso della serata, insieme allo stupefacente assolo. Così i Magma hanno conquista– to il loro primo pubblico italia– no; che dÒpo qualche sconcerto iniziale li ha seguiti senza esita– zione, trobutando quasi un'ova– zione finale. Il bis ha cercato una comunicativa maggiore, con un autentico spiritual, Why?, che Vander ha condotto al piano, fa– cendosi sostituire alla batteria da André Hervé. Se il concerto è stato uno dei più coinvolgenti di quest'anno, tutt'altro discorso va fatto a pro– posito dell'organizzazione. Nes– suna resonsabilità all'Altraradio, che ha finito anche per andare in perdita: è che ancora una vol– ta la stampa, generica e di set– tore, ha partecipato compatta alla congiura del silenzio, come succede invariabilmente auando un concerto non è sponsorizza– to da una grande casa discoP-"ra– fica. o perlomeno dallo Zard o dal Marnane di turno. Senza contare che non sono mancati i soliti spiritosi che han- no voluto sfondare, evidente– mente indignati dal pauroso prezzo di ben duemila lire. Ma siamo proprio sicuri che sfonda– re a questi concerti sia un gesto tanto cos tru ttti vo? Paolo Bertrando Iggy Pop al Palalido di Milano, 29 maggio 1979 Dopo appena una settimana, ab– biamo avuto il concerto esatta– mente speculare a quello dei. Magma: questa volta con pubbli– cità più che abbondante, il Pa– lalido aveva l'onore di ospitare nientemeno che il proto~punk Iggy Pop. Bene. Speravamo che dieci anni non fossero passati invano, ma a quanto pare li abbiamo proprio sprecati: è stato un concerto di quelli che avrebbero dovuto es– sere ca_q.cellati da un pezzo. Ri– prendiamoci la musica, diceva– mo, spezziamo il rapporto inna– turale con la rockstar. E poi che succede? Arriva a Milano I ggy Pop, in pieno 1979, e si ricade nelle scene di isterismo collet– tivo. Il Signor Osterberg, da parte sua, ci ha fornito una notevole esibizione ginnica, e una meno notevole serie dei suoi classici motivi-su-tre-accordi. Ma, onesta-

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