RE NUDO - Anno X - n. 78-79 - luglio-agosto 1979

RE NUD0/28 Loro sembrano gente solida e pulita, gente sicura di sé come tutti quelli che appartengono a un grup– po tribale. Passato il primo sgomento per lo straniero (quello che spesso ti fa vedere il gruppo razzialmente di– verso come un branco di mammut) fraternizziamo. Siamo arrivati nell'ultimo posto servito dall'auto– bus. Ci aspetta una mezz'ora di sentiero impervio per finalmente raggiungere il verde paradiso delle nostre vacanze. Il sole sta calando dietro una mon– tagna e le rocce, come illuminate da riflettori, sono rosa e oro: uno scena.rio da turismo di lusso! For– se avremo molto di più di quello che spendiamo. Ma il sentiero improvvisamente s'inerpica, si fa quasi verticale, come un serpente che alzi la testa per difendersi. Ansimando il più silenziosamente possibile continuiamo decisi. Arrivati al maso, im– ponente nelle tenebre che nel frattempo erano cela– te, siamo ricevuti da una bambina con un candelie– re in mano, all'interno troviamo la grande famiglia ·patriarcale, piena di voci sommesse di tutte le età, seduta intorno al grande tavolo, che mangia nelle scodelle spaiate il pasto serale. Adriana, la mia ragazza, è entusiasta: il latte che ci danno sa due volte di latte, il pane è fatto in casa, il burro è scolpito col cuore sanguinante di Gesù (quindi genuino), l'aria è pura, i bambini deliziosi. Eni tutto al massimo dei nostri desideri sia ecolo– gici che poetici. Ci amiamo e dormiamo come da molto tempo non ci riusciva. Con Adriana i rapporti erano un po' particolari: al– l'inizio avevamo avuto momenti magnifici, fu una cosa a prima vista, un'incredibile identificazione reciproca. Ci muovevamo in perfetta sincronia, to– me i cavalli appaiati nelle giostre, eravamo perfino ridicoli, a pensarci. Poi ci furono molte incompren– sioni, ripicche, rotture. Ma ogni volta si ricomincia– va !:! via ... Forse sperando çhe bastasse rimettersi insieme per evocare, risuscitare, far rinascere quei momenti magici che faticavano a venire. E ogni volta era come qµando si va a prendere al treno o all'aeroporto una persona cara, il convoglio arri– va, grande trambusto, tutti scendono, ma la perso– na cara non c'è. Era sempre così con Adriana, ma in questo caso il miracolo sembrava compiersi, grazie forse alla sem– plicità e alla verità dell'ambiente. Vedere in ogni cosa il progetto alternativo, inseguire l'idea, co– stringere l'utopia a diventare realtà: era questo che ci univa. Il giorno dopo corriamo subito nei boschi a cogliere il leonto-podium alpinum, la genziana punctata, l'artemisia laxa, e tanti altri fiori e fiorel– lini che Adriana, da brava botanica dilettante mi illustrava. Molte furono nei giorni seguenti le piacevoli sco– perte, la natura non finiva mai di sorprenderci, ma determinante fu per tutti e tre (c'era anche Wanda, l'amica di Adriana) la scoperta del lavoro dei campi. Chi per tutto l'anno in città è costretto, per soprav– vivere, all'avvilente attività del precariato, non può non essere attratto da un tipo di lavoro così essen– ziale ed ecologico anche per la mente, così vicino all'autosufficienza e all'indipendenza. Tutto era nato da una frase ideologica di Adriana uscitale dal cuore di fronte ad alcuni contadiui che lavoravano: « questa sì è la vera vita! » Uno di questi contadini, un biondo con gli occhi verd,i di nome Fritz, fu l'intermediario tra noi e il lavoro gratuito nei campi. L'avevamo conosciuto in un rifugio, l'abbiamo rivisto con una falce in ma– no, ci siamo messi ad aiutarlo. Fritz lavorava molto, specialmente se c'era qualche ragazza a guardarlo. E non solo lavorava, ma dava una rappresentazione espressiva del lavoro. Era sempre in lotta con la natura, perseguitato dai suoi attrezzi che evidentemente avevano una volon– tà negativa nei suoi confronti: il covone non vole– va adagiarsi sulla slitta a rotelle, la slitta cercava di ribaltarsi schiacciandolo a tradimento, le balle di fieno a ogni sussulto tendevano ad aprirsi, a • sparpagliarsi , a far ritornare sul prato l'erba eh~ con tanta fatica, gli era stata tolta. E Fritz impre– cava, smadonnava, e poi chiaramente bestemmia– va, mentre le donne del suo clan che lo aiutavano fingevano di non sentire, perché quello era il com– portamento degli uomini. Fritz sapeva rendersi simpatico. Quando finì di to– sare il suo pezzo di montagna c'invitò a trequen– tare il suo rifugio, un maso adibito a locanda, che per la sua posizione defilata rispetto ai grandi flus– si di passaggio, finiva con l'essere frequentato solo dai locali e da qualche turista tedesco. Era come essere all'estero. E Fritz aveva un'attenzione per tutti, con tutti era generoso di battute allegre in laclino, tedesco, italiano. Di questo suo ruolo pub– blico Adriana però non era contenta, voleva esse– re consiqerata qualcosa. di più di un semplice clien– te consum<\tore. E forse ci riuscì. Fritz ade&~o aggrediva la natura nella piccola oa– si di prato intorno ~l rifugio. Facevél più caldo e lui si esibiva a torso nudo: aveva un fìsjco pertetto, mezzo scottato e mezzo abbronzato (rosa e oro a– veva detto qualcuna), senza un pelo ad eccezione del ciuffo biondo che gli usciva dai blue jeans, sem– brava pronto per entrare iq. un mariifesto dell'En– te Provinciale per l'Agriturismo. Però a questo punto le cose si sono fatte contusè, e gli eventi precipitarono, non so dire come né per– ché. Incominciò Adriana coll'interrompere di brutto i rapporti con me. Giunse persino a separare i letti e a voler dormire con la Wanda. Io pensavo che fosse una delle sue solite crisi isteriçhe che nel gi– ro di due giorni si sarebbe risolta. Ma non si tratta– va di questo. A parte la brutta parte che mi face– va, lei era calmissima, quasi sognante, si stendeva al sole come un gatto beato per ore e ore, e poi scompariva nei boschi per gite solitarie. Forse aveva scoperto un rapporto privilegiato con la natura. Eravamo abituati a rispettare le nostre individua– li libertà, e non misi becco. Ma una volta, guardando dalla finestra del bagno che dava sul lato più nascosto del rifugio, vidi unz, scena curiosa che mi diede da pensare: Adriana era appena sparita nel bosco di fronte, e Fritz, con un'aria che non gli aveva mai visto, come di felino che ha avvistato la preda e non vuole farsi scoprire, silenziosissimo andava nella stessa direzione. vol-

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