RE NUDO - Anno X - n. 77 - giugno 1979

silenzidi madri alla legge 194) RE NUD0/9 no solo colpevoli. Per non diventare madri ci voglio– no credenziali: essere state violentate, essere mala– te, che il feto si preannunci anormale, essere abban– dona te senza sussistenza dal marito con altri sei figli, vincere la corsa col tempo, essere maggioren-. ni, la minor età, è chiaro, permette solo di allevar– li i figli, non averne e molto più impegnativo e dura– turo. Ma tutte quelle donne, anche sposate, che de– vono abortire perché non possono fare altrimenti non sono casi di cui si discuta, questa legge non ha certo loro per emblema. Ci si basa non soltanto su quelle quattro cellule isoprismatiche che chiamano embrione, ci si basa sulle fanciulle dissennate: la gioventù è necessaria all'immortalità rivoltosa. Leg– ge e campagna antiabortista hanno gli stessj argo– menti. Ma diciamolo pure, costoro hanno ragione: non vogliamo famiglie, non abbiamo fedi, cediamo ai nostri .desideri, ci comportiamo come ci si accusa di fare, scusateci, ci scusino anche i colleghi che si ac– certano che abbiamo messo· il diaframma, chi ci comprende e ci cerca medico e denaro, e perché no, anche quelli del « non potevi starci attenta e pren– dere precauzioni »: nessuno pretende per ora che capiscano tutto, non si creino problemi. Colpevole è colui che reca il segno. La donna è col– pevole. Ma no,« che non è questo, andiamo a cercare un lontano bidimensionale, tra la storia e la coscien– za, sarà il nostro angolo. E dunque, che fa, veramente, una donna che aborti– sce? E' risaputo che la «naturale» condizione femmi– nile è quella governata dall'assenza di parole. Que– st'assenza si mantiene in due modi: delega e furto occasionale della delega, ed amnesia, smemoratezza mistica, per intenderci. Non saremo filologi per di– re che la· donna è chiamata ladra, inferiore parente delle serpi, colei che se agisce compie un furto e se parla mente, cioè fa saccheggio di parole. Chi ha la delega, parla, fa, interpreta, decide, mantiene, chia– miamolo pure maschile. Ma il campo che riguarda l'aborto, che è materia di corpi e di desideri, una donna che lo pratichi si nega alla ragion storica che la fa tacere. In questo modo dichiara di avere non solo un sesso ma una sessualità, di più, una sensua– lità. La donna bugiarda non deve avere desiderio: o è vergine, che è un'amnesia, o è madre. Ora ci siamo. La maternità è il destino duplicemente si– lenzioso,· madre è il nuovo nome con cui si paga il non essere più vergini, espiamo così. Abbiamo ri– cordato ed ora ci discolpiamo, abbiamo un figlio a testimone, sarà il nostro pegno per dire ho man– tenuto il silenzio, non ho colpa, io ho obl;>edito alla legge. Le madri, come si sa, non solo sono tutte belle, sono tutte caste. E' sempre un gradino infe– riore, zitto e non reo, non è più reo chi ha scontato

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