RE NUDO - Anno X - n. 77 - giugno 1979

RE NUDO/60 Max Roach e Anthony Braxton Birth and Rebirth Black Saint « La musica di quest'al– bum è il risultato del no– stro credere in una conti– nuità che unisce il presen– te al passato. Le nostre im– provvisazioni spontanee sono fedeli ai ben definiti principi base della cultu– ra afroamericana. Grazie per l'ascolto. » Così i due guru della bla– ck music presentano la lo– ro prima opera comune. Sefnbrava proprio impos– sibile trovare un'intesa tra il vecchio incazzato Roach e il giovane sognatore Bra– xton. Ma c'è da dire che Max ha sempre saputo capire il nuovo, anche ai tempi del free, come dimo– strano le collaborazioni con Archie Shepp; e An– thony è notoriamente un cultore di jazz del passato, da Ellington a Parker. E c'è la c!asse che li accomu– na, e permette di superare senza sforzo tutti gli osta– coli, con risultato indub– biamente ottimo. La di– mensione del 9uo permet– te di raggiungere la neces– saria fusione: i due si cer– cano l'un l'altro, e tessono senza esitazioni la comune passione per il jazz. Birth e Rebirth sono i due brani di musica-improvvi– sata-come-deve-essere, con una batteria giustamente bruciante. Ma la massima efficacia è raggiunta nei pezzi pacati, ton ritmi semplici e note magica– mente isolate: Tropical Fo– rest, dove al clarinetto braxtoniano Roach oppone un solo tamburo ed il char– leston, o la nostalgica Sof tshoe. La qualità del suono è esaltata proprio dalla scarsezza dei mezzi. Disco nettamente godibile, uno dei migliori parti a– froamericani degli ultimi tempi, è favorito da una ni– tidissima registrazione, una volta tanto made in 1- taly. Tra l'altro, Braxton e Roach si sono incontrati per la prima volta in piaz– za della Scala, a Milano. p. b. I Nomadi Naracauli e altre storie Emi I Nomadi sono un gruppo di rock italiano che, ben prima del '68, avevano ini– ziato a cantare canzoni quasi di protesta, su testi dell'allora sconosciuto Francesco Guccini. Dei Nomadi è uscito da po– co Naracauli e altre sto– rie, che si presenta con una copertina dalla veste tipografica assai accatti– vante. I testi delle canzoni, di Maurizio Bettelli, sono mol– to interessanti, anche per– ché messi in risalto dalla voce originale di Augusto Daolio, cantante e leader del gruppo. Molto belli soprattutto nel– la. prima. facciata N aracau– li, una poetica anche se do– lorosa storia di pastori e industrializzazione, e La mia canzone per gli ami– ci, che segue il filone del– l'autoanalisi sul mestiere di music,ista, ma con clas– se e anche con una punta di. tristezza. Più. debole invece, sempre nella. prima facciata, Joe Mitraglia, che è la storia di un partigiano durante la guerra di liberazione del '45. L'argomento è molto interessante, ma purtrop– po Bettelli non è saputo uscire dagli schemi della canzoncina antifascista di «movimento», anche se arrangiata in chiave rock. Molto bella la seconda facciata, intrisa di ricordi del passato e di sogni mai realizzati o interrotti, con l'ultima canzone, Rebecca, che è una nuova denuncia dell'atteggiamento autori– tario e repressivo della fa– miglia, dello Stato, della «scienza», senza però ri– petere l'errore un po' po– pulista fatto con Joe Mi– traglia. Le musiche non sono trop– po complesse, gli arrangia– menti forse sono un po' scarsi, ma i Nomadi suo– nano con abilità e con pas– sione, il che è già molto. Val la pena di ascoltarli. Ivan Cattaneo Superi van e.I a. Ultima Spiaggia - RCA C'è chi ne attribuisce la responsabilità al dio riflus– so, c'è chi invece parla di rincoglionimento diffuso della gente, altri tirano. in ballo la capacità di recupe– ro del capitale, altri infine la chiamano semplicemen– te voglia di ballare e di « divertirsi ». Fatto sta che buona parte delle propo– ste e degli interessi musi– cali è oggi rivolta nel sen– so della fruibilità immedia– ta e dell'utilizzazione bal– lereccia, finalmente (?) sganciata dalla schiavitù del testo pròforido (più o meno) e della ricerca mu– sicale arzigogolata. L'esempio in casa nostra più significativo proviene senz'altro dalla produzione recente di alcune case ex– Consorzio come l'Ultima Spiaggia e la Cramps e di alcuni loro artisti nuovi, più o meno con gloriosi trascorsi: Lucio Fabbri, Alberto Camerini e per u;I timo anche Ivan Cattaneo con questo suo nuovo « Su– perian ». « Un disco diver– tente, fatto per l'idiota gio– ia di vivere, e l'idiota gioia di vivere è un dovere per tutti! Questo è finalmente un disco per tutti », così si autopresenta Ivan in que– sto disco. A compiere con lui questa meritevole op1... ra pia sono· il solito follet– to orchestrale Roberto Co– lombo, l'intera Premiata Pasticceria Marconi e mol– ti altri. Nell'ambito del registro da ballo si possono distingue– re rockacci ,( come « Boys & Boys ») e pezzi più « di– sco»(« Bimbo assassiqo »), ma tutto sommato si trat– ta di distinzioni inutili, buone solo per chi ha an– cora bisogno di categorie ... Daevid Allen Now is the Happiest Time of Your Life Tapioc~ g.m. Dalla fine del periodo Gong, Daevid Allen si è da– to molto da fare, su disco e in concerto; con risulta– ti, come si dice, alterni. Questo disco risale alla fi– ne del '77, ma in Italia è praticamente sconosciut'b, grazie all'ormai arcinota politica discografica. Ci mostra un Allen rilassato dal caldo sole delle Balea– ri, ormai sua dimora sta– bile, e tutto concentrato a recuperare una musica il più possibile naturale ed a– custica. lntendiamoci,non è che sia diventato prevedibile, lo testimoniano gli inserti di poesia sonora ed i dialo– ghi infantili che sono in– tercalati alle canzoni. Ma la ricerca del pianeta Gong è conclusa, come precisa lui stesso in Why do W e Treat Ourselves Like We Do?, dove richiama per un attimo in vita Zero e i Po– thead Pixies. E mancano anche gli strumenti degli Hillage e dei Blake: per questo l'ultimo Allen, co– me a chiudere il cerchio, si richiama molto al suo primo periodo, a Banana Moon per esempio, ma con meno grinta.

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