RE NUDO - Anno X - n. 77 - giugno 1979
il modo di suonare gli strumenti; le tecniche di improvvisazione, che loro trascurano completamente; l'inserimento delle voci. Da un po' di tempo l'organico si è arricchito della presenza di Alfio Antico. Come lo avete conosciuto e che ruolo ha all'interno del gruppo? Eugenio Bennato: Alfio Antico è un ragazzo siciliano che ha fatto il pastore per molto tempo, fino allo scorso anno, mo– mento in cui è andato a Firenze portando con se il tamburello che suonava spesso in Piazza della Si– gnoria dove una sera l'ho incon– trato. Ci demmo un appuntamen– to piuttosto vago a Napoli, e lui si presentò a casa mia proprio il giorno di Natale; siccome stavamo facendo una serie di concerti gli chiesi di suonare con noi. Così è nata la nostra collaborazione. Re– centemente ho composto un bra– no, che non ho presentato a Ro– ma, che si intitola « Canzone per Alfio Antico » in cui esprimo il si– gnificato della nostra collaborazio– ne: tra noi e lui è avvenuto un in- .contro a metà strada, nel senso che c'è stato uno scambio recipro– co di esperienze che ha portato un arricchimento sostanziale in tutti noi. Dal momento in cui è venu– to con il -suo tamburello e i suoi fatti siamo cambiati. Alfio, pasto– re con tutte le sue contraddizioni ci restituisce una parte d'umanità e ci indica delle strade che posso– no servire anche a noi, cittadini smaliziati. Secondo te è cambiato qualcosa nell'atteggiamento dei giovani nei confronti della tradizione popola– re da quando avete iniziato il vo• strQ lavoro? Eugenio Bennato: La NCCP ha rappresentato, quan– do è nata, nel 67-68, l'affermazione di una cultura, che ha prodotto,, .. un ribaltarsi di valori. Questo pro– cesso è iniziato al Nord dove esi– steva l' emigr,azione e l'emargina~.,-; zione. Dopo aver raggiunto una certa popolarità a Torino; Milano, Bologna, i giovani siciliani, cam– pani, pugliesi che si trovavano lì per motivi di lavoro, hanno smes– so di essere complessati e di ver– gognarsi della loro origine e anzi hanno iniziato quasi a sbandierar– la, hanno trovato una loro identità culturale. Questo fatto è partito dal Nord e poi di riflesso è arriva– to al Sud; contemporaneamente si è diffuso sempre più l'interesse per la nostra musica che ha porta– to per es.: De Bonis, questo arti– giano che costruisce chitarre bat– tenti, a lavorare a ritmo serrato FlE NUD0/55 per fornire l'Italia di questo stru– mento; tutto questo perché sono riuscito a ridargli una nuova vita proprio quando ormai stava per essere dimenticato. Questa è stata una grande soddisfazione persona– le. Tutto ciò mostra l'importanza di questo nostro sforzo di conci– liare il grosso patrimonio cultura– le che abbiamo alle spalle, con l'e– sigenza pulsante di creare dimen– sioni sonore in sintonia con il tem– po in cui viviamo.
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