RE NUDO - Anno X - n. 77 - giugno 1979

., ...... .. .. .. .. • ., ...... . ······ .... : ... ····· L'UOMO DI MARMO di A. Waida Un film che dà molto, malgrado qualche lentezza nella seconda parte. Un film politico dove la con– nessione pubblico-privato è parti– colarmente complessa, tanto che la lettura rischia di essere a una sola faccia. La vita di questo ex-contadino po– lacco che, pieno di entusiasmo per l'edificazione del socialismo, ab– bandona il podere paterno per fa– re il muratore, questa vita destina– ta a essere una vita comune entra casualmente nella macchina pro– pagandistica del regime e segue il suo destino pubblico fino alle ul– time nefaste conseguenze. All'inizio si era per lui trattato di impersonare un eroe del lavoro, un operaio che produce moltissi– mo e deve essere di esempio agli altri operai. Un incentivo -ideologi– co della produzione, insomma. Ma gli operai lo boicottano passando– gli un mattone bollente. La poli– zia politica commette un errore e fa sparire nel Gulag il suo miglio– re amico e spalla sul lavoro: A questo punto l'eroe si ribella e fi– nisce anche lui in prigione. ell'era kruscioviana viene libera– to e riabilitato, ma lui è ancora letteralmente scottato da quell'e– sperienza e preferisce alle lusin– ghe di un collocamento sociale rappresentativo, l'umile condizio– ne di operaio nel porto di Danzi– ca dove, guarda caso, scop ·ierà l'unica rivolta operaia della sto– ria polacca. E' evidente la denuncia dei meto– di stalinisti della carota e del ba– stone (la glorificazione dell'opera– io superproduttivo e la persecu– zio~ di quello politico), ma ciò BibliotecaGino Bianco che prende lo spettatore nel pro– fondo è altro: è la rappresentazio– ne dell'eroe alle prese con una for– za più grande di lui, quella dello tato e dell'Autortà. In questo senso è del tutto simile all'ame– ricano « Qualcuno volò sul nido del cuculo » che si riferiva a un sistema sociale completamente di– verso. A guardar bene. quel che ci sta sotto è l'archetipo eterno del mito di Ercole (e di quello di Sisifo), che ancora una volta fun– ziona e cattura fino in fondo la nostra simpatia: l'immagine gene– rosa del gigante buono e senza paura che possiede giovinezza, for– za, virilità e bellezza. Nel mito l'eroe è destinato a esse– re deificato o condannato in eter– no, nella realtà è tutto più imper– manente. E' comunque l'uomo più amato. E' amato soprattutto dagli altri uomini, che si identificano in lui, e nel film questo è reso benissi– mo non solo nei rapporti con la folla dei lavoratori, ma anche con chi lo sfrutta (il cineasta) e chi lo sorveglia (l'agente della polizia po– litica). L'operaio campione, grazie al mo– mento storico particolare, può rea– lizzarsi come eroe prima e come anti-eroe dopo, che è il massimo per chi ha le doti di entusiasmo e di semplicità mentale adatti a in– terpretare quel ruolo adolescen– ziale. E la sua caduta diventa necessaria sul piano simbolico, è il capro e– spiatorio che esorcizza la caduta di tutti di fronte alle speranze de– luse di una società migliore. Su un piano più generale è il mito solare che s'innalza fino allo ze– nit per poi cadere fatafmente nel– le tenebre. Ma come il sole, anche l'eroe sociale risorgerà sempre rin– novato in individui eroici delle ge– nerazi.oni successive. E infatti co– sl si chiude il film: il figlio, somi– gliantissimo al padre, sembra a– mareggiato e annichilito dal desti– no paterno, ma stimolato dalla presenza di una ragazza-regista che vuole farci sopra un film, pri– ma rifiuta, poi riprende in mano l'eredità eroica e ricomincia a irra- RE NUD0/51 diare come il padre sorriso e sguardo solari, promessa evidente di una lotta generosa per il Be– ne e la Giustizia . w.p. VIOLETTE NOZl~RE di Claude Chabrol Violetta è una giovanissima avve– lenatrice dei suoi genitori, che qui viene indagata passo per passo con molta simpatia. Quello che colpisce oggi in questa storia d'anteguerra è un certo o– dore di famiglia povera ma piena di sogni mai realizzati, una certa puzza di minestrone, di cesso sul cavedio, delle scopate dei genitori fatte piano a due metri dalla bam– bina che dorme sul sofà del salot– to. Una realtà diffusa, asfissiante soprattutto per le sue condizioni culturali, moralista di facciata e porcona di nascosto. Tutto il film è una descrizione im– pietosa di questa tniseria di vita, una vita da ceto medio povero ur– banizzato. Come dare torto alla piccola avve– lenatrice quando nei confronti dei suoi genitori sbotta con un: sie– te dei meschini, siete dei nani! Per cui la sua discesa nel fumetto appare ineluttabile, il suo inna– moramento per un tipo nevrotico che si far dare dei soldi è ovvio, il suo ricorrere all'arsenico risulta del tutto banale. Veramente triste, ma come risul– tato di qu Ila vita è ineccepibile, il suo rinchiudersi in convento do– po aver scontato venti anni di ga– lera, o giù di Il. w.p.

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