RE NUDO - Anno X - n. 77 - giugno 1979
ra arrivati a ricreare l'antico affia– tamento, e vivono di un suono un po' discontinuo, giocato più che altro su Frith e sulla batteria del– l'instancabile Cutler. Una nota particolare per gli Stor– my Six nostrani. Per me, che non li sentivo da anni, dai tempi di Stalingrado, è stato quasi uno shock: il diligente complesso di folk militante si è trasformato in un ensemble di musica globale, con tanto di gags visuali. La strumentazione, innanzi tutto: vari ordini di sassofono, trombone, flauto, chitarre elettriche, vibrafo– no e percussioni varie si sono ag– giunti all'armamentario solito. Non sono trucchetti da studio, il non facile avvicendarsi degli stru– menti risponde benissimo sul pal– co. E' soprattutto Tommaso Leddi a tenere banco, rivelandosi buon chitarrista elettrico; e con la sua Enzo tutto il gruppo può far mo- stra di una notevole coordinazio– ne vocale. Un bilancio di Rock in Opposition, per quanto parziale, non può che essere positivo. D'accordo, la re– sa tecnica non è sempre stata per– fetta, specie in ultimo; e non sem– pre i gruppi hanno dimostrato una raggiunta solidità. RE NUD0/45 Ma tutti sono stati stimolanti: una volta tanto in un intero ciclo di concerti non si sono sentite delle ovvietà. L'impegno a cercare, in o– gni caso, di dire qualcosa è stato rispettato. E soprattutto, anche nei segmènti più complicati, i musicisti di Rock in Opposition sono riuseciti a non perdere di vista la comunicativa. Una comunicativa fondata essen– zialmente sull'humor, prima che sui sarcasmi, e sui collegamenti con le rispettive tradizioni. Così i Samla Mammas Manna chiedono agli spettatori di cantargli i refra– in, gli Stormy six scendono in pla– tea al suono della marcia dei mari– nes, mentre gli Aksaak Maboul ac– cennano un valzer e persino l'auste– ro Frith e compagni ripescano dei Reels. Un'iniziativa di quelle che vorrem– mo vedere p1ù spesso. Paolo ·Bertrando
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