RE NUDO - Anno X - n. 77 - giugno 1979
bito inserita in un ambito di este– tica totale, dove la musica non è che uno dei tanti gesti possibili. Roxy Music: e il ruolo è già deli– mitato. Il complesso giocava tutto sulla contrapposizione tra lo scon– tato (il rock) e l'imprevedibile (i rumori, i suoni elettronici). I gad– gets dell'instancabile tecnico for– nivano ai Roxy un polo d'aggrega– zione primario, l'elemento che li staccava da tanti rifacitori di ro– ck-and-roll. Era l'inserzione dei suoni « innaturali» a dare spessore alla musica, fatto confermato dal– l'inglorioso crollo del complesso di Bryan Ferry dopo la dipartita di Eno. L'artificio della sala di registrazio– ne, gli effetti costruiti in studio: sono tra i peccanti originali del pop. Il tecnico Eno assume anche questo dato di fatto insieme agli altri, ma sempre per esasperarlo. Sapientemente artificiale, H ere Come the Warm Jets non lascia spazi al suono « vivo »; ogni sono– rità è filtrata, con trasparente in– tenzionalità. L'esasperazione è proprio la tecni– ca favorita, specie nei primi tem– pi. Da non confondere con l'imi– tazione: la semplice imitazione di un certo stile finisce proprio quan– do lo stile, diciamo il rock, diven– ta troppo rock per essere vero. Eno, per la verità, resta sul filo, spesso sfiorando l'equivoco, come in certe parti di Warm Je;ts o Ti– ger Mountain. Sono soprattutto i sovraccarichi strumentali che lo svelano, l'abbondanza di cascami di musica leggera. A volte un par– ticolare, un accordo di piano, si dilata a dismisura, fino ad occu– pare tutto lo spazio. Un po' come, su un piano visuale, accade nella pop-art di Warhol o Lichtenstein. Il sintetizzatore, qui, non è più in– tegrabile. Non è un prolungamen– to degli strumenti tradizionali, se– condo l'uso di tutto il pop classi– cheggiante, da Emerson a Wake– man. E' il non-strumento, che va– nifica il suono ordinato introdu– cendo un elemento di disturbo. E non-musicista è la sua autodefi– nizione. Non è ingenerosa, è una presa di posizione nei confronti di quel sistema , spesso silenziosa– mente autoritario, che chiamiamo musica. Eno sta, quindi, al mar– gine. Rifiuta il ruolo attivo. Ma non definitivamente: nel suo inti– mo era in agguato la pulsione subliminale alla costruzione. Già nell'estate del '72 il non-musi– cista aveva sperimentato un ap– proccio diverso ai suoni, introdu– cendo, con il fedele sintetizzatore, la Gloria Gloom dei Matching Mo– le. Era stato un salto di qualità. RE NUD0/41 La rinuncia al referente obbligato ed alla trasgressione pura e sem– plice. La musica ritrovata come valore creativo, la ricerca come autonomia. Eno dimostra di sa– persi porre al centrò dell'atto, co– me motore immobile del continuo musicale. Nasce tutto un nuovo ambito di lavoro, quello del suo– no puro. Il punto della situazione è sempli– ce: Eno passa da una posizione in cui proclamava l'inutilità dell'atto musicale ad una in cui si riassume quell'atto sulle spalle. Non è meno radicale. Ancora una
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