RE NUDO - Anno X - n. 76 - maggio 1979
mai: le avan.guardie di qui, le masse di là. Bisogna conquistarle, le masse, al– la lotta di classe, alla trasforma– zione del mondo, all'abolizione dello stato presente delle cose. Il piccolo motore deve poter avviare il grande motore. Questo della « conquista di qual– cosa o qualcuno» è il grande rap– tus della nostra civilizzazione da alcune centinaia di anni. Scienza, tecnica, imperialismo, co– munismo, affari, classi sociali le più diverse, ideologie, politiche, re– ligioni: da centinaia e centinaia di anni va forte questo particolare ti– po di assatanamento, di « tensio– ne a». Conquistare. Nel pubblico, come nel privato. Verso la natura come verso gli uo– mini. Al plurale come al singolare. Conquistare. Ho conquistato una donna. Un po– sto di lavoro stabile e sicuro. Una invidiabile posizione sociale. Una stima anche tra gli avversari. Un intero continente. Il cuore di quel– la persona. Lo spazio. E via! Tutti assatanati. Da centinaia di anni, se uno non conquista qualcosa per sé o per gli altri, rischia di non sentirsi « u– tile». Da un po' di tempo in qua l'uo– mo occidentale ci ha dato sotto so– prattutto con (\uella che gli sem– brava « cosa inerte » e dunque in- capace di rifarsi, vendicar i, far– gliela pagare: la natura. La natura, si sa, non conquista. Al massimo, ci seduce. E non la sedu– zione come arma e tecnica di con– quista elaborata dall'uomo. Una seduzione « inutile » diciamo così (ah ah), « naturale ». Macché. Scienza e tecnica, forme di assata– namento che pretendiamo « razio– nali », figlie legittime della ragio– ne e del ragionamento, due forme di sapere senza amore, monche, mostruose, vedete bene dove ci hanno portato. L'occidente ha conquistato l'orien– te a questa forma di conquista. Imperialismi russi, cinesi, ameri– cani, sub-imperialismi giapponesi, iramani, israeliani, arabi, cubani, brasiliani usano ormai verso la na– tura lo stesso atteggiamento arro– gante, denso di ragione, aggressi– vità, tecnologicizzato che ha ridot– to il pianeta ad un passo dalla eco– catastrofe prossima e ventura, speriamo. Giapponesi senza zen si addensa– no in metropoli transistorizzate, mangiano tonni al mercurio, co– municato per walkie-talkie. Cinesi senza Budda inneggiano al– la loro' atomica. Persiani immemori di Zaratustra scavano nelle sabbie per estrarre petrolio. Il mare è diventato quella-cloaca che voi sapete, quando in agosto cercate di lavarvi, dopo aver atto il bRgno (ah, ah). L'acqua che be– vete è lei che vi beve. E lo sapete bene. Quest'anno il Nobel per la Fisica è in palio per i « buchi neri » (astro– fisica) o per i « quarks » (microfi– sica), per la « luce fredda » del co– smo o per la « superfluidità », e comunque si stanno già litigando come pazzi per dire, l'ho detto pri– ma io, non tu, americani, inglesi, italiani (beh, non potevano man– care, vi sembra?), indiani, israelia– ni. Il buco nero l'ho visto prima io, non tu. Inutile chiederlo al buco nero, chi lo ha visto, descritto prima. Lui, zitto. Un buco nero. Inghiotte, non rivela. Se litigassero gli altri. La conquista della natura da par– te dei conquistatori non li ha con– quistati alla natura. Il conquistatore corre per pianta– re per primo la sua bandierozza sulla luna. Poi, tornato sulla ter– ra, picchia la sua bambina che si stava picchiando coll'altra bambi– na dell'altro astronauta per un giocattolo che entrambe pretendo– no esser loro e i babbi dicono, cre– tine, litigare per una sciocchezza! La reclame FIAT diceva una volta « mare, cielo, terra » a significare le sue navi, aerei, auto che solcano tutto il pianeta lasciando scie di
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