RE NUDO - Anno X - n. 76 - maggio 1979
RE NUD0/22 crea delle difficoltà. Quando il se– guace dello Yoga viene qui non rie– sce a capire perché si deve speri– mentare anche col Tantra, lui è contro il Tantra. Quando il segua– ce del Tantra viene qui non vede perché si debba sperimentare con lo Yoga, lui è contro lo Yoga. Io non sono contro niente; sono a favore di tutto, sono assolutamen– te a favore di tutto. L'intera eredi– tà umana mi appartiene e: quan– to c'è di valido in ogni tradizione lo faccio mio e qualsiasi cosa pos– sa arricchire l'uomo è mia. Non appartengo a nessuna tradizione: tutte le tradizioni appartengono a me. E' un esperimento del tutto nuo– vo: non è mai stato tentato pri– ma d'ora. Questa è la sintesi di tutte le strade: sto insegnando una sintesi. L'uomo che conosce sol– tanto lo Yoga rimane un uomo parziale, cresciuto solo in parte, come se una delle mani gli fosse cresciuta troppo e il resto del cor– po fosse rimasto lo stesso. Un \.lO· mo così è un mostro, a meno dìe non posa sperimentare anche col Tantra, ·perché Tantra e Yoga so– no complementari. Ricordatevi, questo è uno dei miei insegnamenti fondamentali: nella vita non ci sono contraddizioni, tutte le contraddizioni sono com– plementari. La notte è complemen– tare al giorno, l'estate all'inverno, la morte alla vita. Non sono l'una contro l'altra, non c'è niente con– tro, perché c'è soltanto un'energia: c'è soltanto Dio. La mia mano sini– stra e la mia mano destra non so– no una contro l'altra, sono com– plementari. Gli opposti s'ono come le ali di un uccello. Due ali: sem– brano opposte l'una all'altra, ma si aiutano a vicenda. Con un'ala sola l'uccello non può volare. Tan– tra e Yoga vanno sperimentati in– sieme. Ora, lo Yoga si basa sulla di– sciplina e il Tantra sulla sponta– neità. In superficie rimangono op– posti. Ma fino a quando la vostra disciplina-non vi renderà più spo~– tanei e la vostra spontaneità noil vi renderà più disciplinati non sa- rete interi. Yoga è controllo, Tan– tra è mancanza di controllo, ma tutti e due sono necessari. Un uo– mo deve essere talmente capace tli ordine, che quando ce n'è biso– gno, può funzionare in perfetto or~ dine. Ma l'ordine non deve diven– tare una fissazione, l'uomo non de– ve diventare un robot. Deve esse– re capace di uscire dal suo siste– ma, dalla sua disciplina, tutte le volte che è necessario. E allora può essere spontaneo, può fluire in uno stato di arrendevolezza, di abbandono. E questo è possibile solo col Tantra. Sto riconducendo insieme tutti gli opposti nelle vite dei miei sannya– sin, come complementari. Gli yo– gi saranno contro di me perché non riescono a vedere come sesso e amore possono far parte della ricerca spirituale. In realtà hanno paura. Hanno pa~– ra del sesso perché il sesso è la cosa più spontanea della vita, per– ciò devono tenerlo sotto control– lo. Sanno che quando il sesso è sotto controllo, tutto il resto è sotto controllo, così il loro attacco fondamentale è sul lato del sesso. Il Tantra invece dice che se il ses– so non è spontaneo la vita diven– ta una vita da robot. Il sesso deve esistere in libertà. E hanno ragione entrambi e han– no ragione insieme: Questa è la mia posizione. Vi sembrerà assur– da perché è completamente priva di logica. La logica insiste; o sei uno Yogi o sei un tantrika. Ma io credo nella vita, non credo nella logica, e la vita è unione di oppo– sti. Nella vita è necessaria una grande disciplina perché bisogna vivere in un mondo così pienq rli gente. Dovete vivere in disciplina, altri– menti la vita diventa caos. Ma se vivete soltanto in disciplina e vi dimenticate della spontaneità e diventate la disciplina e non siete capaci di uscirne, allora la vita è sprecata, siete diventati una mac– china. E' stata questa l'alternati– va fino a questo momento: o diventare caos, che non va bene, o diventare una macchina, e nean– che questo va bene. Voglio che siate all'erta, coscienti disciplinati e tuttavia capaci di spontaneità. Quando lavorate siate disciplinati. Ma il lavoro non è tut– to: quando giocate dimenticatevi di ogni disciplina. Ai seguaci dello Yoga succede che non riescono più a scherzare, non riescono a godere di nulla. Non sanno più come celebrare, non sanno più rilassarsi. E il Tantra da solo produce il caos. Il Tantra da solo vi rende profondamente egoisti. Non v'im– porta più di nessuno, vi dimenti– cate che siete parte di un grande. tutto, che fate parte della società, che appartenete all'esistenza e che ad essa siete affidati. Bisogna sod– disfare le richieste che provengo– no dall'esistenza, dalla società. Se diventate completamente caotici non potete più esistere. Nessuno può più esistere. Ci deve dunque essere una profon– da comprensione del rapporto tra caos e meccanicità. Proprio nel mezzo, tra caos e meccanicità, c'è un punto dove voglio che i miei sannyasin imparino a vivere. Esat– tamente nel mezzo: capace di an– dare ad entrambi gli estremi e sempre capaci di ritornare al cen– tro quando è necessario. Questa fluidità, questa liquidità è quello che insegno. Non insegno fissi schemi di vita, morte delle gestalt. Insegno sinte– si di vita in movimento, gestalt in via di sviluppo. Insegno una tota– le apertura all'altro, all'opposto. Allora la vita diventa bellissima. E si può conoscere la verità sol– tanto quando si è stati capaci di trasformare gli opposti in com– plementari. Solo allora la vita di– venta simmetrica, solo allora c'è equilibrio: il positivo e il negati– vo sono perfettamente bilanciati. Quel bilanciarsi è trascendenza. In quel bilanciarsi si conosce quello che sta aldilà, ci si apre a quello che è oltre di noi ed il fiore d'oro si schiude. Copyrigth: Raineesh Foundation
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