RE NUDO - Anno X - n. 76 - maggio 1979

tualista. Ce l'hanno tutti con me, è naturale. Sto insegnando l'uomo totale, dal– lo scalino più basso al più alto: dal sesso al « samadhi », dal cor– po all'anima, dalla materia a Dio. La mia fiducia è totale. Sino ad ora l'uomo non ha avuto fiducia. eanche in Oriente l'uo– mo ha avuto fiducia. In Oriente ha dubitato del mondo, per questo lo ha chiamato illusorio, «maya». In Occidente ha dubitato di Dio, dell'anima: li ha considerati allu– cinazioni, patologie. Per la mente realmente Occidentale Gesù è un nevrotico, un malato di mente che ha bisogno di trattamento psichia– trico. In Oriente l'Occidente viene considerato animalesco: mangiare, bere e godersela. All'oriente sem– bra che l'Occidente abbia un solo comandamento: siate come anima– li, rbzzi, grossolani, volgari. L'Occidente non ha creduto nel mondo interiore, l'Oriente non ha creduto nel mondo esteriore. En– trambi hanno vissuto nel dubbio e la loro fiducia è stata soltanto una fiducia a metà. La mia fiducia è totale. Ho fiducia nel fuori, ho fi– ducia ·nel dentro, perché sono un tutt'uno non possono essere sepa– rati. on c'è Dio senza questo mondo, non c'è mondo senza Dio. Dio è il centro più interno dd mondo. La linfa che corre negli al– beri è Dio, il sangue che circo1a nel Cbfpo è Dio, la coscienza che risiede dentro di voi è Dio. Dio e il rhondo sono ~ischiati insieme. Proptio come un danzatore e la sua danza, non possono venire se– parati, sono inseparabili. Cosl io non dico che il mondo è illusione, dire questo è assurdo. Il mondo e– steriore è altrettanto reale quanto la coscienza. E rlon dico neanche che il mondo interiore è nevrosi, pazzia, allucinazione, no. on lo è affatto: il mondo interiore è il fortdamento stesso della realtà. Insegno l'uomo totale. Non sono un materialista e non sono uno spiritualista, il mio approccio è verso l'intero. E solo· l'uomo inte– ro può essere saggio. Per questo è cosl facile frainten– dermi: chiunque p~ò attaccarmi a qualcosa, trovarmi dei torti è sin troppo facile. Lo spiritualista può chiamarmi epicureo, o seguace di Charvaka. E non si sbaglia del tut– to, perché per metà sono epicureo. Accetto Epicuro e Charvaka per– ché insegnano il corpo e le gioie del corpo, perché dal momento che rinunciate alle gioie del corpo èliventate seri e tristi E' per questo che certi santi sono cosl tristi, cosl privi di gioia. Par– lano di beatitudine ma non gliela vedi sul viso. Sono completamen– te avviliti, sono come morti, per– ché hanno paura dell'esterno. E uno che ha paura dell'esterno ha paura dell'amore, perché l'amore è un processo un movimento ver– so l'esterno. Amore vuol dire l'al– tro, amore vuol dire essere in re– lazione, amore vuol dire comuni– care con l'altro, amore vuol dire rapporto tra l'io e il te. L'Orien– te, nega l'altro, per questo è con– tro l'amore. Ma senza amore non c'è danza nel– la vita, e non c'è canzone. Senza amore non c'è poesia: la vita di– venta monotona, noiosa. Senza a– more si può vivere, ma soltanto al minimo: si può vegetare. Questo è quello che sta succedendo alla spiritualità orientale. Andate a ve- RE NUD0/19 dere nei monasteri, negli « ash– ram » indiani. Per questo il mio « ashram » è co– sl completamente diverso dagli al– tri. Qui la gente balla, canta, si tie– ne per mano, si abbraccia, si ama, è piena di gioia. Questa non è la concezione orientale dell'« ash– ram ». Gli « ashram » sono assolu– tamente privi di gioia, devono as– somigliare più a un cimitero che a un giardino, perché dal momen– to che bloccate l'amore, tutto quel– lo che fluisce dentro di voi si bloc– ca, diventa acqua stagnante. Senza amore non c'è celebrazione. Come si può celebrare se non c'è amore? Che cosa c'è da celebrare? Mulla asruddin mi stava dicen– do: « Ho vissuto cent'anni ho ce– lebrato il mio centesimo e non so– no mai corso dietro a una donna in vita mia. on bevo, non gioco a carte, non fumo. Mangio semplice vegetariano». Io gli ho chiesto: « Ma allora co– sa hai celebrato? e con che cosa? e perché? Per il solo fatto di avere vissuto cent'anni? ». Se non avete amato non avete vis– suto. L'Oriente è contro l'amore ed è per questo che la spiritualità In– diana è cosl triste, monotona,

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