RE NUDO - Anno X - n. 74 - marzo 1979

Sensauons Fix "Flying tapes" Polydor . Per iniziàre due considerazioni di carattere generale: una ri– guarda l'abbandono quasi tota– le della voce (che tanto poco aveva convinto nel precedente LP "Boxes Paradise") e l'altra ... il mancato abbandono della pessima abitudine di sfumare i brani proprio nel momento in cui l'evoluzione musicale si fa pù interessante. In questo "Flying tapes" si ac– centua la tendenza - già ma– nifestatasi in precedenza - di rielaborare vecchi brani del gruppo, operazione quanto me– no discutibile che non man– cherà di scontentare diversi, estimatori del complesso; anche se i risultati non sono sempre negativi dato che, accanto a ri– proposizioni praticamente identiche ne abbiamo altre dove novità interessanti e sostanziali non deludono affatto l'~scolta– tore. Si comincia con due ottimi bra– ni. "Fragegments of light" e "Music is painting in the air". Ancora la pulizia dello stile. la chiarezza di idee che hanno sempre contraddistinto il grup– po. con la leadguitar di Falsini (che ha definitivamente abban– donato le tastiere a S. Head) in bella evidenza. Seguono "Leave my chemistry alone" e "Strange about the hands" e il risultato non sempre è soddisfacente. Soprattutto nella prima la sem– plicità cosi essenziale ed incisiva della versione di "Portable Madness" è annacquata da ag– giunte un po' forzate: meglio nella seconda. dove un ottimo lavoro di chitarra elettrica riesce a non farci rimpiangere le pre- cedenti versioni. Segue "Cold nose story" riproposizione inte– grale di un frammento dell'o– monimo LP 'solo' di Falsini . Abbastanza riuscita anche la rielaborazione di "Boat of madness", dove la presenza nuova di una voce e di una chi– tarra rende il tutto più piacevole rispetto alla versione di "Finest finger". Seguono due brani ("Fleet– wood trip L-track" e "Warper notions of a praticai joke") che escono decisamente dal consue– to stile dei Sensations' fix. Il primo. molto breve e ·mol~o "soft'. appare fugacemente m un'atmosfera rarefatta per sva– nire poco dopo; più elaborato e lungo il secondo dove Falsini lavora anche colla chitarra acu– stica traendone effetti ed ar– peggi per lui inconsueti ma non per questo meno piacevoli. "Faux batar" (uno dei pezzi meno significativi del prece– dente "Boxes paradise") chiude l'album riproposto quasi iden– tico - tranne una parte cantata con assai maggiore efficacia - alla vecchia versione. Nonostante il disco - special– mente dopo un ascolto fre– quente - sia tutt'altro che sgradevole e, in alcuni punti. di un certo valore, non si possono non sollevare alcune perplessità riguardo la vitalità e la fre– schezza del gruppo che atten– diamo alle prossime prove. Music of Giacinto Scelsi Ananda 3 f.c.e.a.p. Altro lavoro pubblicato dall'A– nanda è "Music of Giacinto Scelsi" che racchiude tre com– posizioni del musicista ligure DIICMI U0L~nTI .ben conosciuto agli addetti ai lavori: il suo nome fa spicco in ogni rassegna di musica con– temporanea che si rispetti; molti musicisti ne parlano come di un caposcuola. - Nuova Consonanza gli ha dedicato tra l'altro una composizione -. Musicista di provenienza clas– sica, Giacinto Scelsi, intuisce molto presto la profonda ric– chezza della musica orientale, già venti anni fa compone intere partiture su una sola nota e sulle variazioni che si possono otte– nere intorno ad essa. "The Mu– sic" presenta composizioni che vanno dal 60 fino al 72: "Ho" (60) si sviluppa in quattro me– lodie per la voce orientale di Michiko Hirayama, presente anche in Pranam, la composi– zione più recente e forse più riuscita, dove il nastro magneti– co ·offre un continuum mobile in alternanza all'intervento del– la voce e degli strumenti che usati in combinazione orizzon– tali creano delle fasce sonore che danno vita a interessanti stratificazioni cromatiche. Più lenta e scarna è invece "Khoom (62) per voce, e sette strumenti. che occupa l'intera seconda facciata. Sebbene si tratti di opere molto impegnative anch~ un ascolto intuitivo permette d1 gustarne il profondo pathos che le pervade. Incuriosiscono inol– tre i titoli suggestl vi di numero– se sue opere - complessiva– mente ne ha composte più di cento - come "Okanagon" per arpa. tam-tam ~ contra?a~so: "Knoybis" per solo v10lmo, "Anagamin" per orchestra d'archi: "Manto" per solo viola. Peccato non sapere dove poterle reperire. g. und t.c .. Mc Coy Tyner Supertrios RE NUD0/43 Milestone distr. Font Cetra Con un anno di ritardo sull'e– dizione USA. a qualche mese dai suoi concerti in Umbria. esce anche in Italia, questo di– sco doppio del celeberrimo pia– nista jazz. Ad accompagnarlo sono due spalle d'eccezione: Ron Carterk al basso (di cui è uscito di recente un interessante doppio LB. "Piccolo", per la Milestone) e Toriy Williams alle percussioni. sul primo lato. e Eddie Gomez e Jack de John– nette. agli stessi strumenti ri– spettivamente; sul secondo lato. Con Carter e Williams. Tyner esegue perloppiù brani di altri (Coltrane. Ellington. Monk). rielaborati con buoni risulta:ti. Con gli altri due vengono pre– sentati invece quasi soltanto brani di Tyner stesso che nulla aggiungono alla sua già ampia fama. Ivan Graziani Agnese dolce Agnese RCA Ivan Graziani, meridionale di origine e milanese di adozione. al guado fra il mestiere di can– tautore e quello di rockettaro (con la voglia di concentrarli entrambi) ci confida di nuovo i cazzi suoi con questo "Agnese dolce Agnese" (ma chi sarà mai

RkJQdWJsaXNoZXIy