RE NUDO - Anno X - n. 74 - marzo 1979

sin Dubh (pron. Roscin Dubh) dei simpatici ragazzi di Roma che suonano della buona musica irlandese. Quando è nato il vostro amore per la musica irlandese? Roisin Dubh: Abbastanza lontano nel tempo. nel senso che c'è stato un acco– starsi di ognuno di noi a questo tipo di musica e poi un convergere di questo interesse in un progetto unico che ha preso definitivamente forma nell'otto– bre del 77 quando abbiamo messo su Roisin Dubh. la "Rosa Scura" che è il simbolo dei patrioti irlandesi del 600 che lottavano per l'indipendenza del loro paese. Il nucleo centrale del grup– po risale a 4 o 5 anni fa ai Black Jach David che però facevano un discorso musicale più ampio interessandosi più in generale alla musica inglese e scoz– zese e solo marginalmente a quella ir– landese. B.J.D. è durato un anno con apparizioni in posti come il Murales. Solo più tardi ci siamo diretti sempre più verso la tradizione gaelica. Perché proprio musica irlandese? Ci sono molte motivazioni: non ultima quella di carattere più propriamente estetico. Tra le musiche popolari quella irlandese è quella che ha finito per in– teressarci di più tanto che da 4 o 5 anni ci siamo completamente dedicati allo studio delle sue particolarità tecniche e compositive. · Quali sono i musicisti che vi hanno avvi– cinato a questo tipo di musica? Dapprima i gruppi di ispirazione elet– trica come gli Steeleye Span e i Fairport Convention e soprattutto i Pentangle che riteniamò ancora oggi validi. Il no– stro trip è iniziato con loro. Poi per caso abbiamo ascoltato un disco dei Clancey Brothers. una famiglia di semiprofes– sionisti. e questo è stato il primo lavoro autenticamente irlandese che ci è capi– tato tra le mani. Poi una ragazza che aveva vissuto con gli zingari regalò a uno di noi tre dischi tra i più significa– tivi di quel periodo che allora si trova– vano solo in Irlanda. Abbiamo comin– ciato a passarceli e a procurarcene degli altri: per es. andavamo ogni anno a Londra a cercare nelle discoteche i re– parti specializzati nel folk irlandese. Su questo materiale abbiamo cominciato a sviluppare il discorso riarrangiando i brani che ci piacevano di più con un gusto nostro e a farli ascoltare agli amici. La cosa è andata tanto bene che ci siamo convinti a metter su R.D. A vete avuto contatti diretti con musicisti irlandesi? Un anno fa in un vostro splen– dido concerto avete suonato con un violi– nista veramente molto bravo che ci è sembrato non italiano ... Il violinista di cui parlate è un irlandese che studiava come seminarista in un collegio qui a Roma e che adesso è di– ventato prete a Dublino. Suona in un modo fantastico. sicuramente è uno dei più grossi violinisti in Irlanda. Insieme a lui abbiamo incontrato altri musicisti. tutti seminaristi. che ci hanno aiutato molto. In questo senso abbiamo avuto molta fortuna perché proprio nel mo– mento particolare del nostro interesse ci è capitato di incontrare a Roma proprio dei bravi musicisti irlandesi. e questa è davvero una coincidenza incredibile. Anche in Irlanda abbiamo incontrato molti musicisti. A proposito c'è da rac– contare_un fatto divertente .. Avevamo chiesto delle sovvenzioni al governo irlandese in quanto stranieri interessati alla cultura gaelica. così quest'estate ci hanno fatto registrare un programma alla televisione insieme a dei vecchietti ... eravamo un po' la be– stia rara. italiani che fanno musica ir– landese! Veramente strano! Oltre a strumenti usuali, chitarra, violino, etc, ne usate degli altri come il bodhran, l'arpa celtica e quel piccolo salterio ... L'idea di-inserire il salterio è nostra in quanto non esiste nella tradizione gae– lica. Il bodhran è una percussione che ricorda il tamburello solo che è privo di sonagli e si suona preferibilmente con un batacchio. viene direttamente dall'Eire. cosi pure l'arpa celtica che abbiamo acquistato recentemente. Purtroppo la nostra arpista non è sem- pre disponibile. In più stiamo aspet– tando una uillean pipes. la piccola cor– namusa scozzese il cui uso era stato proibito dal governo inglese. Non avete mai avuto difficoltà con il pubblico? Per niente. anzi è andato sempre molto bene. Noi per primi ne siamo restati stupiti: pensiamo che il successo che la musica irlandese sta avendo in questo momento è dovuto al fatto che questa musica in realtà ce l'hai in· testa per tanti motivi: per es. il country america– no le si ispira moltissimo... Onesta– mente anche i nostri arrangiamenti hanno un'impronta mediterranea che facilita ulteriormente le cose. siamo però sempre restati fedeli allo spirito della tradizione irlandese popolare an– che nel tipo di interventi che facciamo. il più possibile vicino alla gente. Abbiamo ascoltato il vostro primo disco e ci è sembrato davvero molto bello... E' molto difficile che ti si offra la pos– sibilità di incidere un disco. Cesaroni che è l'organizzatore-gestore del Folk Studio ci ha offerto un 'opportunità si– mile. Nonostante qualche difficoltà tecnica incontrata nella realizzazione dobbiamo qire che siamo soddisfatti del lavoro e· di come è stato accolto dalla critica e soprattutto dal pubblico. Volete suggerire una discografia minima per chi volesse cominciare con la 'musica irlandese? Essenziali i tre dischi dei Planxty per la Polydor. è della The Bothy Band che forse potremo vedere fra breve in Italia. belli anche i dischi dei Na Fi Li e dei Clannad., a cura di gaetano und tomangelo cappelli photographia: francesco tolla

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