RE NUDO - Anno X - n. 74 - marzo 1979
perta che la Rivoluzione non è l'unica pedagogia possibile e quella dell'inca– pacità di adeguarsi al mondo del pro– p-riotempo. Il non avere "luogo" se non ideologico. Il vagheggiare l'utopia e lo spostarla al passato (e n9n c'è bisogno di avere alle spalle l'impero Austroun– garico: basta pensare alla differenza tra il '68 reale e quello "narrato". mitico). L'estrapolare l'utopia. ·spezzata dal presentimento di un futuro burocratico. in frammenti che rispecchiano il vec– chio mondo. che nel tempo si ricom– pongono e ne restituiscono l'immagine. Della rivolta rimane solo la nostalgia. ulteriore falsificazione: ciò che si è di– sgregato irrimediabilmente in migliaia di elementi incompatibili è la figura interna del rivoluzionario. Non esiste ricomposizione possibile. solo un ag– gregato di figure segmentate. Nasce uno spostato interiore. un "ebreo" mentale. colui che non trova posto né nell'omogeneità. né nell'alterità. le due facce oblique del sistema: " ... uno di quegli esperimenti che qua e là vengo– no fatti dalla natura prima che si decida a produrre una nuova specie". (Il pro– feta muto). Esperimenti per cui. come dice Friederich Kargan. sono già pronti i nomi: "anarchico". "sentimentalista ribelle". "intellettuale individualista". Non credo che sussistano particolari difficoltà di identificazione. Il '68 dell'"immaginazione al potere" è stato gratificato di questi aggettivi finché non é contlmto nel politico. in– staurando la convivenza che tutti sap– piamo. fatta di fughe e di ritrovamenti. ,di "colpi di testa" e di perdoni repenti– ·ni. sempre sul filo di un'accettazione della realtà che continuava a dilaniarsi schizoide tra "bisogno d'essere" e "do– ver essere". Viene in mente l'immagine di Andreas Kartak de "La leggenda del Santo Bevitore". Il vagabondo alcoo– lizzato che dedica la parte finale della sua vita alla restituzione di un fanto– matico debito nientemeno che all'altare di una piccola santa. Testamento spirituale di Roth. questa ;malinconica storia si basa sul rispetto di una parola in nome della quale un in– dividuo attraversa la società senza ve– dere e senza essere visto. disgregando di volta in volta le sue energie a un passo dalla risoluzione. mancando quella e non accorgendosi degli ultimi richiami della vita prima della fine: la fine equivoca di un ubriaco farneticante. che parla un'altra lingua. quella di chi non può venire ascoltato. A suo modo una straziante metafora della Rivolu– zione. obiettivo impossibile e contem– poraneamente sacrificio continuo della personalità. Nell'esilio siberiano Kargan. il "profeta muto". guarda una vecchia cartolina illustrata come i i reduci del '68 hanno guardato al personale: "Eravamo ideo– logi. anziché uomini. Volevamo rove– sciare il mondo e dipendiamo da una cartolina illustrata ...". Ma quanto della nostra "rivoluzione abortita" è stato calcolo lucidamente politico e quanto piuttosto fiammeg– giante moralismo? Non abbiamo forse scritto sui muri fantasmatiche lettere d'amore come questa di Kargan ad una donna irraggiungibile?: " ... Se le scrivo che non mi arruolerò a combattere per il S~o Francesco Giuseppe. per l'indu– stria bellica francese. per lo Zar o per l'imperatore Guglielmo. non è perché. io tema per la mia vita ma è perché voglio conservarla per una guerra mi– gliore (...) Sarà una guerra contro le società. contro le patrie. contro i poeti e i pittori che lei frequenta. contro le · buone famiglie. contro la falsa autorità dei padri e la falsa obbedienza dei figli. contro il progresso e la sua emancipa– zione. in breve contro la borghesia ...". Non so che posto ci sia per colui che nasce dal crollo di modelli tanto falsifi– cati da sopravvivere oltre la catastrofe RE NUD0/21 ed essere quindi insostituibili. Nessuno di noi li ama più. eppure non ne esisto– no altri. e non possono germogliare che dalle loro scorie. Opera lenta. costruita. solida. come la ristrutturazione di un antico palazzo. Opera della borghesia. Fermiamo qui i paragoni. La delusione per la mancata distruzione del vecchio mondo portò Roth a cantarne un pas– sato tra l'utopico e il mitico. questa. volta. paradossalmente. minandone profondamente la credibilità. Lo di– strusse quando prese a riconoscerne l'eternità. (Esemplare il procedimento adottato ne "La milleduesima notte). Noi non abbiamo un passato da glori– ficare in assenza di un presente. dal momento che il sistema provvede da sé a istituzionalizzare la sua memoria del passato per farne un futuro senza sor– prese. La nuova strategia è tutta da elaborare. interpretando le parole del "profeta muto" come Aureliano Babilonia com– prese quelle di Melquiades: in ritardo. Ora che siamo stretti tra una. sinistra storica immobilizzata e una nuovissima minata· dal terrorismo, ora che il nostro patetico "Macondo" è decaduto, ora che verosimilmente "il primo della stirpe è legato a un albero e l'ultimo se lo stanno mangiando le formiche". pa– rafrasando Marquez viene da chiedersi se sia stata data una "seconda oppor– tunità sulla terra alle stirpi condannate a" dieci anni di solitudine. Per leggere Roth . La tela di ragno (Bompiani) Hotel Savov ( Va/lecchi) marco bacci La marcia di Radetzky (Longanesi) La cripta dei Cappuccini ( A delphi) La millèduesima notte (Adelphi) Giobbe ( A delphi) Fuga senza fine (Adelphi) Il profeta muto (Adelphi) La leggenda del Santo Bevitore (A delphi) Il pesofalso ( M ondadori) Claudio Magris - Lontano da dove. Joseph Roth e la tradizione ebraico orientale - Ei– naudi Reprints.
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