RE NUDO - Anno X - n. 74 - marzo 1979

nutnt1v1. panno anche un'altissima percentuale microbiologica che al mo– mento dell'utilizzo passa nel terreno svolgendo importanti funzioni fisiche e chimiche. come la degradazione delle sostanze nutritive a favore delle piante. Naturalmente il letame non è l'unico mezzo di concimazione. dalla compo– stazione dei più disparati materiali or– ganici si ottengono altri tipi di fertiliz– zanti chiamati compost. In questo campo tutto è sfruttabile dalla carta alle foglie secche agli avanzi alimentari ecc. non a caso la terra dei cimiteri è detta grassa... Un metodo ulteriore di arricchimento del terreno sta nel rovescio. Si chiama cosi l'interramento di alcune specie di colture (fagioli soprattutto) che hanno la proprietà di essere ~cche di azoto. Le piante giunte alla fioritura vengono arate e oltre a concedere molto azoto per la coltura seguente migliorano la struttura fisica del terreno stesso. Tut– tavia concimare solamente è di ben poca utilità se non si sfrutta razional– mente il terreno. alternando intelligen– temente le colture così da far seguire ad esempio a specie particolarmente esi– genti altre che invece lascino riposare la terra. a piante che lasciano molto spa– zio alle infestanti. altre che invece le limitano e così via. Tutto ciò sempre nell'ottica di lavorare con la natura anziché contro di essa. Esempio pratico: l'agricoltura "moder– na" sa che il mais è una coltura molto richiesta e che offre elevati redditi. La sua tendenza è quindi quella di semi– nare il maggior numero possibile di appezzamenti a granoturco, anche per più anni a seguito, spingersi cioè verso quella che si chiama monocultura. Il terreno però sottoposto per più anni ad uno stress produttivo come quello ri– chiesto da questa coltura inizia sin dal secondo anno a diminuire la produzio– ne in modo non più matematico ma sempre più veloce. E a nulla varranno gli aumenti di concimazioni, oltre a questo il ripetersi di una singola coltura consente ai parassiti e alle malattie della stessa di instaurarsi nell'appezza– mento in modo stabile, richiedendo sempre maggiori dosi di antiparassitari e anticrittogamici. Gli svantaggi sono ci sembra evidenti: diminuzione del be– neficio economico oltreché intossica– zione del terreno (e distruzione dell'humus cioè della parte viva). RE NUD0/19 Nell'agricoltura biologica 'invece alla produzione di mais fa seguito una col– tura riposante che consente al terreno ·di riprendersi e gli unici concimi dati sono il letame e il composto che oltre a resituire in parte quanto asportato sti– molano l'humus a degradare altre so– stanze in nutrimento. I germi ed i parassiti vengono disturbati dal cambio di colture che toglie loro ogni possibilità di sopravvivenza e ii' ciclo naturale continua. Ecco forse è questa la premessa indi– spensabile per l'agricoltura biologica: accettare il fatto che si altera l'equili– brio naturale ma fasciare lo spazio alla natura perché si richiudano i suoi cicli e si ristabiliscano i suoi equilibri. Chiudiamo qui questa prima parte del discorso, la prossima volta parleremo dell'agricoltura biodinamica e di quella naturale, con due precisazioni: Mi rendo conto di essere molto vago sui mezzi pratici di coltivazione, ma corri– sponde ad una mia scelta. E' abbastan– za inutile visto che una pubblicistica sull'argomento esiste una mia opera di paziente rielaborazione di quei testi da proporre su queste pagine. Molto più onesto mi pare rimandarvi alla biogra– fia minima pubblicata il mese scorso o, e ben vengano contributi scritti, alla voce di chi l'esperienza agricola la sta vivendo. Vorrei compilare una bibliografia completa dei testi agricoli. Chi fosse a conoscenza di titoli poco noti potrebbe segnalarli con una eventuale recensione se già li ha letti. massimo molteni

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