RE NUDO - Anno X - n. 74 - marzo 1979
pianti e interviste: ma lui ha voluto es– sere Cristo, toccare le palpebre di piombo di Dio e schiuderle a forza. perché ci guardasse ... Togliete i vostri orribili fantocci crocifissi dagli Altari: un Cristo non sa che farsene dei fiori. un Cristo muore alle 4 del mattino sul "quai" del Metro, con la bocca piena di azzurro e le braccia ricamate di punture rosse... Uomini e donne che conoscono l'amore sapranno stasera, col telegior– nale: nelle case preparano pranzi e ve– stono i bambini. La puttana d'asfalto e cravatte. la città si è scopera spegnendo i lampioni. Si è sdolta i colori e la cera. e compare il suo brutto ghigno di strega. I cavalli selvaggi aspettavano proprio me: la chiamata si faceva ogni giorno più tuonante, ed io avrei corso con gli altri. se anche la mia cecità felice non si fosse azzoppata prima. Galoppare in fretta verso il muro della fine, per poi frantumarsi in mille scheggie che -forse . - chissà! - nel cielo andranno a comporre una costellazione di stelle ... Ma qui. nel mio riposo d'ospedale, rie– sco a sentire anche altre voci: partirò. andrò verso il sole, ci sarà un posto per me. dove innaffiare il mio fiore intristi– to: la morte bianca non mi avrà tra le sue braccia. Dopo l'ospedale (hanno dato qualche ritocco alla tela scrostrata), cara mam– ma. imboccandomi finalmente potrai guardare laggiù. nel buco del dolore come un tempo. senza inorridire. La città in festa: sciami di mamme commosse si bagnano gli occhi di pian– to. Al mercato degli uomini sani dùe braccia e un cervello da università ... · E' un po' come stare seduti al buio, dopo l'ospedale: non è brutto. se ti danno qualcosa da succhiare; gli amici del parco sono scesi di un metro. ma c'era solo la fogna e così adesso sono lì a chieder~ roba ai topi... 9 Dopo l'ospedale mi hanno messo lon– tano dall'immondizia. e i miei giocattoli RE NUD0/11 ci sono ancora tutti, e i miei poeti stan– no sotto al cuscino., Proprio come se niente fosse stato: i buchi sulle braccìa scompaiono e le ragazze mi amano di nuovo ... Che strano suono ha la canzo– ne del ritorno! Settembre 1977 Illustrazioni tratte da: Max Ernest - La femme 100 tetes ' - l'Y'tlY'•••• .. .-.••••YaW,l'••.-.• . .-.• ... v.••••••••••• .........•.y•••--••Y•._._ •• -,.••••••-.-.w.,,IY Poscritto dell'autore "Guardatelo: ecco uno che è stato all'Inferno!" Così disse Carlyle, dopo aver letto le memorie dell'oppiomane De Quincey ... Ma erano altri tempi: l'esperienza della droga era assunta con un tono quasi di e sperimento, di ~splorazione in terre sconosciute, da parte di qualche artista isolato che poteva coltivarè questa passione - allora - senza rischiare troppo. Così, del resto, le droghe psichedeliche furono consum;te dalla generazione degli Hippies,, che se ne servirono per varcare la soglia della percezione comune, per aprirsi nuovi spazi. Ma la loro ricerca del meraviglioso (la barca dell'amore) si è schiantata troppo presto contro la vita corrente, in una società che ha ricomposto le proprie contraddizioni con il velo onnipotente dello Spettacolo. E' in questa prospettiva che occorre comprendere la diffusione di massa delle droghe pesanti (la "morte bianca", l'eroina) presso le ultime generazioni. Come si può agevolmente intuire, il racconto che ho voluto proporre qui non è che l'elaboràzione letteraria di un'esperienza da me stesso vissuta. In questa narrazione sono entrate diverse valenze simboliche (iniziazione, rituale, ideologia di gruppo), mentre sono rimasti esclusi gli aspetti forse più squallidi, più disgustosi della "cosa": gli sbattimenti, i vergognosi artifici per rimediare soldi, ipiccoli furti e le diffidenze e le ~ngosce di cui si riempie la vita colui che si abbandona a/l'abbraccio di quella che - indulgendo forse al Romanticismo dei marginali - ho descritto come una "Dea Nera'~ · Sono convinto eh~ la diffusione delle droghe pesanti sia un fenomeno spaventoso: le difese, le possibilità critiche che gli sballati della mia generazione - figli del '68 e del suo impulso "etico" - a~E:V'a~o ed opponevano alla droga pesante, sono completa– mente scomparse tra i più gio.vani, quel/i che cominciano adesso. Ci si buca con rabbia, senza più rivendicare nemmeno il proprio sogno, con una sorta di cupa determinazio– ne. Quello che h~ salvato noi (o molti di noi, non tutti purtroppo) dalla dissipazione totale,facendo di questa esperienza ai limiti del disumano una "prova" (tanto rischiosa quanto gratuita), questa passione di vivere che faceva salpare il vascello verso la terra Promessa (ma con l'occhio alla Terra, appunto, e il vascello si poteva sempre abban– don_are,una :o_ltaacc_ort~si c_he~on portava LA' ...), questa passione si è affievolita in un 1mpercett1b1ledesiderzo dz quiete. E che cosa c'è di più simile alla quiete della morte stessa? Il fatto che oggi io impieghi il mio tempo trastullandomi con la macchina da scrivere pi~tto~to ~he con la siringa, dimostra soltanto che ho trovat~ un modo più indiretto per agire il mzo THANATOS, per amministrare la mia morte. Ma so con molta· certezza c~e, fi~q~ando l'isti~~o ~i morte continuerà a costituire, per i giovani e per i non gzova~,, il_vas~e/lo piu sicuro per fuggire il dolore, l'alienazione, la separazione dai propri desideri, non varranno tensioni moralistiche ad esorcizzare questo mostro. La borg?esia_e i suoi ragni possono osservare, nella smorfia dei tossicomani come in quella di tutti coloro che vivono ai margini del banchetto comune o sotto la tavola il marchio vivente della privazione di cui, custodendo l'ordine sociale attuale si fa:no promotori e guide. · ' Cheilpranzo vadaloro di traverso Gennaio 19 79 w.b.
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