RE NUDO - Anno IX - n. 72 - gennaio 1979

RE NUDO/60 estt:mo. Con questa premessa essenzia– le: che noi siamo responsabili e nessun altro. Le prigioni sono costruite dentro di noi. e cosi bene. da cosi tanto tempo, che non ci rendiamo più conto di esse. I nostri genitori. i condi– zionamenti di migliaia di pre– giudizi sono stati interiorizzati e costituiscono la nostra reale co– razza, senza che al limite ci sia più bisogno di un'ulteriore re– pressione esterna. Che l'uomo. l'umanità, sia in una grave crisi lo sanno tutti. Stiamo seduti su di un vulcano di bombe atomiche pronto a saltare in aria ogni momento. Per non parlare del resto, lo sfruttamento, la miseria di ogni tipo. Ogni nazione si arma par– lando di pace. di distensione, ognuno accusa l'altro delle sue stesse colpe. Le ideologie poli– tiche. religiose, le utopie sono le nostre ragioni, possiamo dare la colpa agli altri perché non con– dividono il nostro dogma. li ri– teniamo di fatto responsabili di tutto il casino. O la colpa è delle leggi economiche del capitale, oppure di Dio, della Natura che permette questo schifo, o dei comunisti o dei capitalisti. di chi detiene il potere, dei militari, dei preti, dei politici, dei reli- · giosi che si isolano, di quelli che se ne fregano ... alla fine di chi è la responsabilità di questo stato di cose? E con tutta la caccia agli untori. con le rivoluzioni con le armi. con cinquemila guerre in tremila anni. li abbiamo trova– ti'.' Dopo aver ucciso nel nome di Cristo. di Marx, di parole co– me eguaglianze e fraternità, c'è ancora chi crede che la violenza. l'ipocrisia e l'avidità siano fuori di sé'.' Un amico del centro Zen, Fer– dinando. ha scritto una volta: ho visto gente intorno a me che ha paura di morire. sono con– vinto che equivoca. E' già m~Jfta, ha solo paura di vivere. Ma vivere comporta responsa– bilità. e questa alla fine libertà. perché se non gettiamo più ad– dosso agli altri la nostra re– sponsabilità. possiamo cambi a– re. abbiamo la libertà di farlo. altrimenti. restiamo dipendenti dalle cause esterne, la rivolu– zione. l'eguaglianza economica. Dio l'inconscio. Non pretendo che questo punto di vista sia condiviso, esso rap– presenta però in qualche modo il punto di partenza di una ri– cerca interiore. Questo è un momento comune a tutte le scuole. le tradizioni che fanno capo a qualche Maestro reale, scuole che hanno mantenuto un nesso con qualche esperienza di profonda illuminazione e che non si sono ridotte a vuote for– mule e rituali. A questo punto o si sbatte via tutto, si nega la possibilità di una coscienza diversa da quella attuale, si negano le vette di evoluzione che sono testimo– niati da alcuni uomini, si getta via ogni sforzo di migliaia di esseri che pur non essendo to– talmente coscien.ti hanno con– tribuito a chiarire alcuni lati della situazione umana, buttia– mo via tutto Reich, Assagioli, Eraclito Bach, e rimane il s4ici– dio. Oppure se crediamo che qual– che cosa sia possibile. comin– ciamo ad entrare in questa di– mensione diversa, un po' al di là del pensiero che è divisione, frammentazione come, il nostro stesso essere disintegrato in conflitti, desideri, allucinazioni. Questo non significa prendere il treno per il bengodi od incol– larsi ad un Guru. Non è così facile e nonostante tutto il gros– so parlare che se ne fa, sono pochi coloro che hanno rischia– to per questa follia. Di fatto an– cora una volta le razionalizza– zioni, le critiche, le discussioni sono già divenute un comodo paravento per squalificare tutto e restare gli ipocriti che si è. Accettare di essere stupidi è già un modo per cominciare ad es– sere intelligenti, come per So– crate che da vero saggio affer– mava di sapere una sola cosa: di non sapere nulla. Nessuno pretende di avere la verità assoluta. ci sono molte strade, molte scuole. molti Maestri autentici. Io mezzo alla falsità, alla con– fusione. al mercato. esistono ancora delle vie che conducono fuori. o meglio dentro. nel cuore del ciclone dove sorgono gli au– toinganni le divisioni, le guerre. E' dentro di noi che deve avve– nire la rivoluzione a meno che questo non succeda continuere– mo a imbrattare i nostri figli ed il mondo della merda che ab– biamo ricevuto e a cui in parte abbiamo contribuito. Se questo meccanismo non si spezza vi è ogni possibilità che la terra venga spazzata via da noi stessi. Tutti i maestri e gli uomini più evoluti di questo pianeta stanno concentrando gli sforzi perché la necessità di un salto qualita– tivo di coscienza non può più limitarsi a pochi esseri umani. Che il fenomeno sia diventato di massa sottolinea solo la gra– vità della crisi in cui ci trovia– mo. Questo non riduce l'inizia– zione ad una cartolina postale ma determina comprensibil– mente l'uso di strutture e meto– di non usati in passato. A titolo di esempio pensa al. cambiamento in atto in tutto il mondo nel campo della psicoa– nalisi· e terapia con l'introdu– zione di gruppi di lavoro, en– counter etc invece del tradizio– nale lettino con cinque/ dieci anni di sedute per ogni "pa– ziente". Che si sia in uno stato di cose da pazzi, che la società sia cosi, conduce a riconoscere, se si è onesti, di essere noi stessi alie– nati, con diverse sfumature, ma sostanzialmente non integri, se– parati dal Tutto e da noi stessi. · In oriente la presa di coscienza di questo fatto, in profondità visceralmente, ha sempre costi-. tuito il primo passo, perché se siamo djvisi in mille pezzi, se le nostre energie vitali sono re– presse soffocate controllate in conflitto tra di loro non vi può essere creatività, , spontaneità ma solo ripetizione meccanica di ciò che ci è stato impresso, nessuno si può realmente ribel– lare se è in guerra dentro di sé. Non ne ha la forza, l'energia, ed è necessaria' tutta la forza che disponiamo per cambiare qual– che cosa dentro e fuori di noi. Così contrariament~ a quanto può sembrare a prima vista il "viaggio" richiede un impegno totale, un'estrema attenzione, il coraggio di entrare nel profon• do della nostra paura, nei bloc– chi, nella follia, in stati che sono di dominio dell'inconscio, di cui rÌon sappiamo nulla ma che in realtà determinano il 99% delle nostre azioni, azioni che consi- deriamo poi appunto nostre, · ragionate, coscienti. La meditazione è ed è sempre stata lo strumento principale in questa fase, è uno strumento, una tecnica, ve ne sono di molti tipi ed anche esse ad un certo punto diverranno un ostacolc;, se vorremo procedere oltre, come le droghe. Nell'ashram di Bhagwan si sta · tentanto un esperimento di al– largamento della coscienza sen– za droghe. E' un grosso esperimento, con tecniche nuove, mai usate ed altre antichissime, quasi di– menticate. Vi è rischio, vi è incertezza, ognuno di noi procede in un territorio s,conosciuto, siamo vi– cini eppure lontani, il mala, l'a– rancio sono i piccoli grandi aiu– ti: .. man mano che si entra in strane dimensioni. E non si è tutti allo stesso punto, c'è chi è appena all'inizio c'è chi è molto in là, ognuno nel buio, sempre più profondo. L'unico punto di riferimento è il Maestro, che ha percorso tutto il viaggio, è l'unica luce in mezzo alla notte e significa molto. Ma il viaggio, come è giusto Tao, non può che essere (atto palmo a palmo da ciascuno di noi, e questo è il significato ed il prezzo di essere se stessi. Con Amore. swami prabhudas Ok. Prendo atto di non meritare una risposta da Gesù Cristo o da Budda in persona. D'altra parte - lasciamelo dire - non credo di meritare neanche le tue buddanate. Forse abbia– mo preso qualche svista. Un giorno, chissà', potremo scam– biare vere domande e vere ri– sposte. Ciao. g.d.m.

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