RE NUDO - Anno IX - n. 71 - dicembre 1978
quella gente corazzata e con il manganel– lo non possono partire carezze), colti di sorpresa gli abitanti cercano di reagire superando il panico iniziale. La situazio– ne prima d'ora non era mai stata così pericolosa. Svegliata dal casino la gente del quartiere attiguo a Christiania scende in strada per dare man forte ai Christianiti. Intanto la polizia isola la zona mettendo fuori uso il settore telefonico, Christiania è senza aiu– ti dall'esterno. Ma non.per molto, scatta il piano d'emergenza: alcune persone del centro _dellacittà libera fanno scoppiare bombole ad aria compressa causando un forte boato che sveglia tutta Copenaghen, si dà anche il volo ad uno stormo di piccioni viaggiatori per le destinazioni previste in caso appunto d'emergenza. Tutti i posti radio dei taxi del circondario trasmettono: "dirigetevi direttamel\te su Christiania, la polizia ha intrapreso un at– tacco violento e là si ha bisogno anche del nostro aiuto, ripeto ...". In breve tempo si crea una catena teletomca: s1 avverte un primo numero che a sua volta ne informa altri e così via sino al completamento della piramide telefonica prevista. In me– no di venti minuti migliaia di persone. sono a conoscenza dell'invasione. Scatta– no altri piani: blocco dei servizi pubblici, invito alla mobilitazione generale, volan– tinaggio, happenning, ecc. In quel giorno . anche le campane delle chiese e dei cam– panili furono fatte suonare diffondendo l'allarme; a coadiuvare la mobilitazione vennero messe in funzione alcune radio pirata. Nel frattempo la polizia_ha sbarra– to tutte le vie d'accesso a Christiania: in risposta la gente blocca i ponti della città (punti nevralgici per l'attività commercia– le di Copenaghen), il porto rimane para– lizzato. Ora la mobilitazione si dirige verso gli altri obiettivi della capitale: alla stazione centrale i binari diventano buoni anche per scopi ricreativi e si invitano i condut– tori a fare altri "viaggi", idem nelle piste dell'aeroporto internazionale di Kastrup. Oramai la mobilitazione, vofenti o nolen– ti, interessa la maggioranza della popola– zione e questa, stanca delle situazioni precarie che si erano venute a creare, chiede lo sblocco. Per la terza volta poli– zia e bulldozers cedono alle pressioni. L'8 febbraio '78 il parlamento danese decreta che la città libera di Christiania potrà esistere ancora per altri due anni. RE NUD0/9 Christiania è sempre piena di musica, rappresentazioni teatrali ed artistiche, e– sposizioni, ecc. Le espressioni artistiche tendono ad evidenziare gli aspetti politici del fenomeno . A Christiania esistono diversi laboratori– officine, alcuni producono le cose indi– spensabili per la comune e la collettività, ricavati dal personale lavoro o dal "rici– claggio" degli scarti del "konsumo": macchine, elettrodomestici, mobili, ecc. Altri vendono i loro prodotti ai visitatori o all'esterno della comune. Esiste un "nido" d'infanzia, una scuola, una sauna, una libreria, un mercato delle pulci oltre a diversi punti "d'incontro e comunione": teatro, cinema, music room, ed inoltre diversi ristoranti "stabi– li" o "improvvisati" sotto gli alberi o nei caJavan. A Christiania ci sono diversi modi di concepire ia vita "in comune''., c'è gente che vive da sola oppure dividen– do con altri la casa o la camera, altri vivono in famiglie "nucleari", altri in totale "indipendenza". Gli scopi di Christiania sono molteplici, ma l'obiettivo principale è di creare una società per la quale personale/politico siano delle entità unite ed identiche. La <.ittà libera è autoamministrata dagli abi– tanti, durante situazioni critiche le deci– sioni vengono prese nelle riunioni di quartiere/distretto e nelle assemblee ge– nerali. PRINCIPI D'AZIONE: SENSIBILIZZA– ZIONE,DIFESA, NON VIOLENZA Nella lotta per la sopravvivenza, Christia– nia è contraria alle forme violente di lotta. I principi fondamentali del piano d'urgenza sono aperti alla non violenza, negoziazione politica, propaganda, so– stegno popolare, grazie alle iniziative lo– cali. Noi possiamo e dobbiamo vincere con i metodi della non violenza, il solo metodo di lotta che riteniamo accettabile attraverso il quale vogliamo rendere ac– cettabile la nostra esperienza di vita alter– nativa. La divisione in tre "punti", di Gandhi, è il nostro m'odello: 1) Informazione e persuasione 2) Appello emozionale 3) Pressione (resistenza passiva, sciopero della fame). Durante un attacco della polizia un grup– po di donne creò una cintura di difesa attorno Christiania. Nelle loro bandiere c'era scritto: Christian-ia è amore, e l' amore è superiore a qualsiasi legge". L' amore respinse l'attacco. a curci di Francesco Taranto
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