RE NUDO - Anno IX - n. 71 - dicembre 1978
I' FURY di B. De Palma Una musica larga, lenta e cupa apre il film, il resto è conseguenza. Se il cinema è lo specchio dell'inconscio collettivo, il nostro inconscio di popoli• industrializzati sembra andare decisamen– te male: la sensazione profonda di far parte di una collettività alienata che ti schiaccia pare sul punto di diventar intol– lerabile. Conseguenza: lo sgorgare del sangue a fiotti, quasi fosse una valvola di sicurezza che salta. In questo film ne fanno le spese alcuni tecnici al servizio dello stato che, conti– nuando nella loro disumana volontà di servizio, incorrono nelle reazioni istintive dei diversi da loro strumentalizzati. Il pubblico qui è costretto a immedesi– marsi con i diversi, in quanto sono gli unici a essere giovani, belli e ingenui, mentre i funzionari di stato sono biechi e prevaricatori, e le loro azioni spregevoli, anche se giustificate da fini di "siçurezza collettiva". Tutto avviene visceralmente: quando il funzionario ad alto livello tecnologico ti sta diventando insopportabile per le sue prepotenze, la vittima "senza volerlo" lo fa sanguinare. Ma senza violenza: essa possiede doti paranormali che non sa ancora controllare. Avrete già capito il perchè di questa metafora parapsicologica: è un mezzuc– cio che permette allo spettatore di com– piere simbolicamente la sua personale vendetta contro l'autorità senza sentirsi in colpa: non l'ha voluta lui, è stata la forza che ha dentro a scattare da sola! Per creare un clima di claustrofobiasocia– le l'autore della storia e il regista calano i loro personaggi nella normalità della clas– se media americana, con tipiche conversa– zioni geotili, colazioni iri giardino, mo– quettes, mobili cinesi, insomma le bona– rie caratteristiche del comfort privato di una nazione economicamente e militar– mente egemone; solo ... che queste case sono simbolicamente chiuse: i diversi non ne possono assolutamente uscire! E così scaricano la loro frustrazione sul corpo del singolo funzionario che "fa il suo dovere", dissanguandolo. Senza speranza di vincere, perchè quel posto sarà subito ricoperto da un altro, la macchina dello stato deve pur continua– re. Sono soltanto delle piccole, ma dramma– tiche soddisfazioni che si prendono per resistere in qualche modo allo schiaccia– mento. E il loro destino si fa sempre più cupo, altre gabbie dorate si aprono e si richiu– dono alle loro spalle, fino alla follia finale. E la vita continua. , Una musica larga, lenta e cupa chiude il film. w.p. COMA PROFONDO di M. Crichton E' un fùm acutamente tecnologico, ricco di particolari verosimiglianti ed eccezio– nalmente attendibile nei suoi assunti tec– nici (cosa che hanno riconosciuto anche gli addetti ai lavori ...). Allo spettatore, quindi i brividi vengono serviti con la garanzia dell"'autorità", e l'inquietudine che viene avvolgendolo progressivamente è dovuta al fatto che il regista-scienziato Crichton, oltre che un'autorità in materia è anche un narratore di buona stoffa. Si narra infatti di una dottoressa che, già nel mezzo di una crisi esistenziale, intui– sce, attraverso una serie di indizi mime– tizzati nella asettica organizzazione della vita ospedaliera, l'esistenza di un com– plotto criminale ai danni dei pazienti. Un certo numero di ammalati, operati per patologie di scarso rilievo come raschia– men ti o fratture, finisce l'operazione con attività cerebrale nulla, ovvero il "coma profondo". La media di questi "inciden– ti" è statisticamente accettabile, addirit– tura giustificata a rigor di computer, nell'economia degli insuccessie cessi del gigantesco nosocomio, e nostra dottoressa non è del tutto ta, anche perchè toccata da vicino dolorosa fine di una sua amica,e e eia quindi un'indagine personale. sul suo cammino tutta una serie di coli dalla natura quantomeno s l'ammalato "rid.otto a cifra" è un riale molto più manipolabile e meno ingombrante di un corpo, per possibile occultarlo, confondendo lt te e le cartelle cliniche, i dati, i re le statistiche stesse. Gioca in ogni caso a suo sfavore che- sta vivendo, entra in dubbio credibilità e, nell'ordinato gioe equilibri baronali la sua inda miccia di conflitti professionali n pre cristallini, dove fa capolino l' ideologia che sostiene le grandi is medicalizzanti. Il prezzo che deve pagare chi dubbio questo raffinatissimo in poteri collusivi è l'emarginazione. vestigatrice diviene ad un certo punt vestigata, la menzogna attraversa– mente la vicenda e la dottoressa comincia a dubitare della sua e salute mentale. La fitta ragnatela di dubbi che proposta, proprio perchè è sul pi un linguaggio che poco concede tasia, ha il potere di toccarecerti smi nascosti più di quanto riesca di all'horror film, dal momento che I tatore, ben lungi dall'abbandonarsi bi della "incredibilità", viene bru te sospinto a fare ·i conti con inquietanti che lo toccano davicin Pensiamo alla defini{ione di morti che ci arriva in trasparenza dalla m della medicina che uccide; sorge nea, di fronte a questa lucida dell'incontrollabile autonomia dei demandati alla cura delle soffe corpo, una riflessione sul rapportd logico e politico che sussiste tra il e le strutture medicali che lo avv lo giostrano.
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