RE NUDO - Anno IX - n. 71 - dicembre 1978
fi ile perché appartengo per lo più a una cerca spirituale non c'è alcun disprezzo sfì a non-ordinaria, ma ritengo anche del pensiero, piuttosto si privilegia come eh sia indispensabile parlarne, senza momento liberatorio una tecnica che av paura delle banalità e senza teoriz- agisce sull'essere umano, sui suoi livelli zart. Temo piuttosto che il vero perico- spirituali e fisiciche non chiude certo gli lo non stia tanto in alcune verbalizza- spazi al pensare ma cerca di inserirla zioni banali ma nel far diventare anche (perchè come dici giustamente anche il questa esperienza un'altra ideologia. , pensare è un'esperienza) in una dimen– La ricerca interiore non può essere sione più serena, non nevrotica e armo– ideologia, è invece il tentativo di trovare - niosa. Ricorda l'immagine buddista un'autentica liberazione in tecniche, in- · della mente resa limpida come uno sego.amenti, esperienze che operano sui piani spirituali dell'essere umano. E' il tentativo di operare una sorta di alchi– mia organica, una trasmutazione del ferro in oroattuata all'interno del nostro stesso tessuto psico-fisico. E' un'espe– rienza,una vera, reale, profonda espe– rienzache non portaa un disprezzodel pensieroma a una cosa molto diversa: allacomprensionedelle negativitàdella mente,dei suoi piccolie grandi giochi e al loro superamento.Nell'aut~nticari- specchio dalla pratica della meditazio– ne. E infine l'ultima tua "denuncia", il pro– blema della burocrazia. E' vero, anch'io noto che nelle nuove strutture che si so– no organizzate c'è traccia di una spiace- vole tendenza alla burocratizzazione. Ma anche a questo proposito, che fare? U pericolo di burocratizzazione deve ,ervire per esorcizzare la voglia, la ne– cessitàdi dare una dimensione organica a centri e luoghi in cui chi vuole possa fare le esperienze che ritiene più inte– ressanti? Credo che apnre, costrmre s1tuaz1om m cui sia possibile comunicare ad altri esperienze che noi abbiamo fatto e in cui crediamo sia cosa giusta e positiva. Cer– to il prezzo da pagare per questa comu– nicazione non deve essere quello di un apparato soffocante e burocratico. Quindi ancora una volta, che fare? Se– condo me l'unica valida risposta è un movimento nel movimento, si devono creare condizioni concrete in cui esalta– re la tensione spirituale che anima la creazione di q,uestispazi... ci deve essere un continuo confronto con le proprie realizzazioni interiori e materiali, si do– vranno inventare situazioni e modi che ancora non sono stati inventati ... certo nulla è ancora perfetto e soprattutto non siamo perfetti,noi che siamo appena agli inizi di un lungo viaggio. Ma quello in cui credo veramente è che ci si stia muovendo nella direzione giusta... è giusto ritenere che le reali i::adicidella sofferenza siano al nostro interno (ho detto le·reali, non le uniche) ... è giusto costruire comunità in cui inventare mo– menti di socializzazione spirituale, co– me è giusto che, chi lo ritiene opportuno, continui la sua ricerca individualmente senza per questo sentirsi in colpa... è giusto che ogni essere umano possa sce– gliere in tutta libertà quale tecnica fa al caso suo e possa entrare in contatto con le situazioni che maggiormente lo incu– riosiscono. o lo interessano senza che RE NUD0/27 nessuno Pierin Salvatore glielo impedi– sca con terrorismi di vario tipo ... è giusto lasciare il ,proprio ego ai piedi di un maestro e di affidarsi alla sua guida, co– me. è giusto tentare da soli il Grande Viaggio (ma non venirmi a dire che la seconda ipotesi presenta meno pericoli della prima) ... è giusto. che che mi ac– cenda ascoltando le parole di un guru orientale e facendo determinate prati– che mediative ... ed è giusto, caro Gian– ni, che io faccia_per·due anni (e ne scri– va) una esperienza da cui poi uscire con un notevole bagaglio di perplessità ....ed è giusto infine che la gente sia lasciata in pace, libera anche di sbagliare, senza tanti "piccoli Lenin" inquisitori che, annusando con fare sofisticato l'aria, fi– nalmente sentenziano quello che si può e quello che non si può fare (e dire, na– turalmente) ... ed è ancora più giusto Gi~nni, che tu manifesti le tue paure su dove ci porterà un movimento che ti sembra pieno,di pericoli, ma quello che non posso credere è che tu voglia lan– ciare scomuniche, anche se di segno lai– co... è giusto che possa andarmene nella comunità buddista di Pomaia a fare una settimana di ritiro spirituale, preghiera e meditazione per purificarmi di tante negafr.,ità che sento dentro di me... e, consenti di dirlo a me che tanto le critico, · è giustissimo che ci sia gente che vuol fare l'esperienza dei gruppi Tantra o Encounter a Puna sotto la direzione di Bhagwan Shree Rajneesh e se l'espe– rienza sarà per loro negativa sarà loro diritto/ dovere fare i conti con essa... co– munque allo stato dei fatti non vedo proprio altre alternative... insomma credo che q~anto sta succedendo con il neo-orientalista sia qualcosa di impor– tante, e nessuno ha in tasca la risposta alla domanda: dove porterà tutto que– sto?... secondo me la cosa migliore è vi– vere questo viaggio e osservare dove conduce ... per quello che mi è dato da vedere, ritengo che non porti al paradiso terrestre come le utopie sessantottesche, ma più modestamente mi sembra di no– tare uno sviluppo, lento e difficile quanto ti pare, in molti di coloro che lo fanno e infine mi sembra ..: molto posi– tivo che l'intera faccenda abbia tutte le intenzioni di muoversi. su un terreno "altro" sia rispetto al mondo della so– cietà ciello spettacolo che a quello dei vari tipi di socialismo reale ... cosi, ma sarà poi vero??? Piero Verni
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