RE NUDO - Anno IX - n. 71 - dicembre 1978

l'altra coscienza l'altra coscienza l'altra coscienza l'a ~ --:::i.iiiiiiiiiiiiiiiiiJ,:;:i~~- - ----5z;:::U 5cm 50 sì~ ==✓ di persone? Facciamo il nuovo partito, allora uno dei progetti è raggiungere l'estasi nelle sue forme e articolazioni: il riso, le la– crime di gioia (e perché non il dolore?) l'amore non competitivo, l'acidò, l'erba, la meditazione, lo yoga, la macrobioti– ca: questo elenco di cose che ripetute alla nausea e fatte pensiero, vengono svuotate completamente stanno sosti-. tuendo in alcune frange d'individui, a volte gli stessi, i temi base del passato: rivoluzione, studenti-operai, contropo– tere (creiamo il contro potere sensitivo?). Ancora: perché glorificare il riso, l'esta– si, la gioia e esorcizzare eternamente la paura della morte, l'odio, la bruttezza, l'angoscia, la follia, il dolore, la nausea? Di questo altro (a quanti "altri") campo della nostra esperienza, vivo, pesante immenso perché non se ne parla mai? Siamo tutti dolci, angelici, "nuovi", femminili, tantrici, psichedelici, contro– culturali? E la merda che è in noi è tutta spiegabile con le istituzioni e il sistema? Tutto questo parlare di essenza di spiritualità. mi fa paura, sinceramente, e mi ha stan– cato. Chissà se messo in determinate condizioni non violenterei una donna. Chissà voi. Quali le condizioni? Quali i . giochi? L'angoscia, per esempio, la paura, il freddo la notte buia, la morte parliamo anche di queste cose. Per parlarne. Per giocare a un altro gioco. Ancora: tutti i "momenti privilegiati" di cui si parla ri- · petutamente portano mi sembra alla perdita del sé, alla morte dell'io. "L'io è libero solo fuori di sè" (Bataille). Ogni qualvolta atterro da un viaggio o da "qualcosa" o... da quelle sensazioni ritorno nella mia pelle che delimita an- · che (forse) la mia gabbia. Qui la parola orgasmo comincia ad avere un senso. Io inuoio, dimentico l'io e allora e~cono le lacrime, grido, rido senza fermarmi . ho brividi alla schiena, divento per un · attimo la strada che mi si para davanti, il bar, Liliana, le biciclette, l'aria, il cielo, l'odore che respiro. Se questa strada verso la liberazione non fosse dettata da altro se non dal fortissimo desiderio di morle? "Gioia del morente, onda tra le onde". Se queste vibrazioni, queste onde, que– sta smania ·o questa voglia che mi uni– scono ad altri non è altro che il desiderio di annullarsi? Non pensare sentire esse– re comunicare morire. E se la liberazio– ne vuol dire la morte? E se, continuando eternamente il gioco del vai e vieni, della banalità più scema e della visione, un giorno muoio e· resto fregato? Diciamo la verità, è la possibilità più certa (e i tempi nuovi? Il nuovo afflato universale?) Intanto si può provare a ridere dei progetti, di guru, dei getgowind della liberazione interiore della rivolu– zione sociale dell'organizzazione contro l'organizza– zipne delle parole contro le parole del progetto contro il progetto Oppure provare a crederci alla liberazione della percezione ai tempi nuovi che arriveranno In fondo è la stessa cosa. ·In linea teorica astratta direi con Batail– le che non voglio salvarmi, voglio per- ------ dermi invece ( chi vorrà salvare la pro– priavitala perderà. Vangelo sec. Matteo X, 39): questa è una di quelle cose che .mi sembrano giuste e sacre per il solo fatto che mettono in ridicolo degli sforzi. E' una cosa bellissima distruggere i pro– pri sforzi e quelli altrui, scoprire di esse– re rozzi, ignoranti, stupidi, maschi, ·quando vorremmo essere macrobiotici, colti, ipérsensitivi, pindarici. No, non è bellissimo. Fa male (il dolore!) Io non so niente (esempio). Volevo scoprire l'a– more tantrico e ho scoperto il gusto di una chiavata (altro esempio) e (conti– nuando) di quanto ~ia lontano da quell'equilibrio interiorire che volevo raggiungere. Ora non so più. So che non voglio raggiungere un bel niente. Un bambino di cinque anni che fissa dei cerchi sull'acqua non è forse in medita– zione? Un'altra cosa da ricordare: la follia. C'è follia e follia. La follia scomoda, rauca, brutale, sporca fa parte pure dei mo– menti privilegiati, è anch'essa "destrut– turazione dell'io" oppure "frutto del marciume del sistema borghese"? Follia comoda. Impazzire una notte impazzire pro-

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