RE NUDO - Anno IX - n. 69 - ottobre 1978
RE NUD0/44 Llbrazlone Claudio Ambrosi Limoni neri (due anni con l'eroina) Ed. Squilibri · L. 2.200 Un libro con questo sottotito– lo lo compra soprattutto chi vuole saperne di più sull'eroi– na (chi è in ero non lo com– pra) o chi inconsciamente si identifica con la ribellione au– todistruttiva dell'eroinomane. Gli unii e gli altri penso che rimarranno soddisfatti, data la chiarezza e la semplicità con cui la vicenda viene descritta e comunicata. In realtà qui si dà conto di un brandello di vita completo, il diario non riguarda solo il le– game con la droga, ma descri– ve tutta la costellazione dei rapporti (con gli altri e con se stesso) che precede, sostiene e chiude l'esperienza del buco. Questa esperienza è come tan– te, nè più_ nè meno; la voce no, la voce è di un individuo, un ragazzino che gioca e si diverte .nella noia e nello squallore, che non perde mai il senso critico, la sua persona– lità di moccioso che ruba la -marmellata (quando c'èf- Qualsiasi cosa gli capiti, ha sempre l'allegria di ritagliarsi un suo spazietto nella merda metropolitana. Piange, ma non troppo, sulla condizione della sua famiglia e sulla sua condizione in fami– glia, sulla grande famiglia di– sgregata dei "drogati"; ma si sente che non è alieno, -se l'occasione arriva, a riprovarci, magari mettendone in piedi una pure lui. Sua costante preoccupazione è il rapporto con gli altri, an– che se lo nasconde dietro a una siringa, con le donne della sua vita (che poi sono un elen– chino smilzo, a ognuna una paginetta non per minimizzar– le, ma perchè è l'esperienza in generale che viene colta nel suo valore relativo "...io a es– ser sincero non so se veramen– te ho contato p.er costoro... ") fino all'ultima che lo aiuta a uscirne fuori e che quindi ha un peso diverso. La sua scrittura è come l'ago di un sismografo: sensibilissi– mo, coglie tutte le oscillazioni di umore del proprio io, e poco altro. Ogni tanto si ar– rampica sulle immagini di lus– so che il suo io produce "...cerchi il tuo tempo, spazi infiniti di luce, senza confini, voci e rumori di bambini, del mondo che riesce a continua-. re... " ma subito ne ridiscende e continua a piedi, con quella sua parlata tipicamente metro– politana, smozzicata, fantasio– sa e beffarda: una sfilza di invenzioni, di definizioni stra– volte, di trovate linguistiche e confessioni accattivanti (già, perchè in fondo, va bene la disperazione, ma lui al suo io ci tiene). Insomma è una persona che con la penna ci sa fare forse meglio che con l'ago. Coloro che volessero trovarci il fumetto dell'eroina, il me– lodramma del buco, rimarreb- bero delu·si. In questo libro vi è solo la realtà, nella scrittura di uno che sa scrivere, che ti comunica tutto quel che vuole comunicarti (e vuole comuni– care praticamente tutto), in un linguaggio che è il tuo + quella scintilla che è in ogni opera creativa. Marco Mercanti La vecchia Storia, alla sagra, leggeva sul serio il futuro a certi giovanotti Lo. Quaderni di !f' "Dalle Cantine" n. 3 w.p. 1978 distr. dalla Punti Rossi L. 1.000 Sarà una coincidenza, ma i libri che io conosco scritti da giovani post-sessantotteschi sono quasi tutti diari. Forse l'impegno ad approfondire il .cosiddetto privato si è fatto prioritario. Non fa eccezioni questa tesi universitaria, che non ha pro– prio più nulla della tesi tradi– zionale e molto invece del dia– rio illustrato tipo Il giornalino di Gian Burrasca. La foto della mamma affaccia– ta sul balcone illustra la condi- zione di sospirato benessere raggiunto dalla sua famiglia di operai dell'interland milanese, • le foto di sè bambino portato a mano dalla mamma a vedere i monumenti della metropoli ~om~arda apre uno spiraglio mqmetante sui suoi condizio– namenti a uscire dal ceto su– balterno e accedere alla libera professione (facoltà: Architet– tura), e così via. Le immagini fanno da con– trappunto ironico o patetico al testo, che da parte sua regi– stra con una prosa semplice e rassegnata, che arriva dritta al cuore, le sventure del povero studente non-borghese alle ,prese con lo strapotere dei gerghi mandarineschi sia dei docenti-assistenti che dei com– pagni ultra-politicizzati della facoltà. La sua è una storia di resisten– za passiva, fatta di frustrazioni e umiliazioni. Un esempio fra i tanti: subito dopo aver pas– sato un esame sotto Stevan, un docente tipico per il suo sinistrese mafioso, ecco che si sfoga scrivendo la propria rab– bia in una vignetta che illustra la vendita di schiavi al Princi– pe: "ricordo un esame fatto con un docente del CDA (lo Stevan); io e l'Anna durante l'esame avevamo tentato di raccontargli quello che c'era successo durante quell'anno e i motivi per cui non avevamo seguito ricerche ecc. ecc. Lui che voleva la pappardelladella mia scelta politica di studente emarginato, io a tentare di raccontargli le mie difficoltà di figlio di operai nel riuscire a capire il loro linguaggio, o meglio la loro linguL.. Finì che io ero uno studente qua– lunquista e lui un docente ri• voluzionario o quantomeno democratico".
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