RE NUDO - Anno IX - n. 69 - ottobre 1978

RE NUD0/4 tomatico di cui tanto si parla in giro, ma che non si fa mai nè vedere nè sentire (tipo cer– ta Araba Fenice). Io personal– mente vedo intorno a noi (gio– vani) solo una incomunicabi– lità pazzesca e vorrei tanto sapere dove è finita la gioia di vivere e di stare insieme. An– che in una megalopoli come Milano, la tragica realtà è or– mai quella "di una vera solitu– dine: concerti "sani" e punti d'incontro/ritrovo veramente alternativi stanno· diminuendo a vista d'occhio, le cosiddette "radio libere" (ma libere vera– mente! ) ondeggiano sempre sulle loro cazzate con posizio– ni troppo sclerotizzate tra un fanatismo politico di un certo tipo e le trasmissioni di spot pubblicitari tanto per tirà a campà; poi quando spegni il tasto tutto rimane come· pri– ma. Personalmente ho anche cercato di lavorare in un col– lettivo di una di queste fami– gerate radio (di cui non citojl nome per non fare pubblicità 'negativa), ma appena tentavo anche gli altri 364 giorni. E vi 1tSSicurocne non rnì bastano quattro molotov per fanni di– menticare il letamaio in cui vivo: sfuggire dalla realtà con un trip o con una molotov è la stessa cosa, attimi di libertà, rabbia poi giù di n1,1ovonel porcile! Non sarebbe forse meglio non attegggiarsi sulla falsariga di una massa di giova– ni che lotta con una certa politica più o meno violenta più o meno alienante. quan– do dopo aver scorrazzato per le vie del centro lanciando sas– si nelle vetrine, si rimane sem– pre più frustrati o peggio si va a farsj il "fl'!lllato da Vie!"? di dare un mio apporto perso- · -=-o., nale venivo immediatamente ·_ ~ ? evaquato per far posto alle ~e :.,; trasmissioni successive che -~..a.. ':I "dovevano assolutamente an- · dare in onda" per la delizia ~~-!!l!ii•;.;;.:~-.._..-;p,, dei compagni in ascolto (c'era una volta la RAI, adesso c'è la RAI e molte ma molte succur– sali... o no! ! ). Sì certo, di gente alternativa a Milano ne trovi tanta in P.zza Vetra per esempio, ma lì rischi di trova– re anche il boss mafioso che controlla il suo giro d'affari e. · guai se gli tocchi i clienti abi- tuali! E allora? me lo dite voi pÌease, questo movement 'ndo sta? Dato che ·il movimento avrebbe anche la pretesa di raggruppare tutti quanti in un gran guazzabu– glio, (indiani metropolita– ni/autonomi/punks ecc.) tutta sta gente dov'è, che io non la vedo mica! Forse sarà quel movimento che esce in strada solamente in giorni prefissati dal calendario marxo-lenini– sta-maoista etc. etc., tira qual– che molotov qua e fà e si fanno i dispetti alle macchine dei caramba, poi tutti a casina che i borghesi davanti al tele- · visore (TGl e 2) si scandaliz– zano un casino, M3._CM'.issimi compagni tutto questo e O.K. ma io non vivo solo quando ammazzano Walter Rossi, ma Torse sarebbe più utile rispol– verare i nostri vecchi sacchi a pelo e zaini e andarcene fuori dalle palle, cercando di riflet: tere meglio sull'enonne patri– monio di cultura/vita lasciato-. si dal buon vecchio '68. Cosa succederebbe se tutti i giovani (o almeno quelli che cercano un'alternativa) rifiutassero tutto per il puro piacere di vivere? Rifiutare lavoro-casa– macchina-chitarra elettrica– città e tutto il resto che non ci appartiene, vuole dire lasciare che questo sistema crolli come un castello di sabbia per man- canza di ... clienti. . Come si può stare a tavolino ad inventare una rivoluzione che cambi la società in una più libera, se siamo incastrati nei nostri consueti metodi di lotta? E poi perchè voler inventare questa rivoluzione a tutti i costi? Sarò un punk ma se– condo me il rifiuto è molto più costruttivo/distruttivo che non menarcela così male per vivere lontano dalla città, per– chè in campagna invece si sta meglio (e la dttà a chi la lasciamo poi, al padrone? ) Ri– voluzione, fucili al popolo O.K., ma la cosa mi sa un po' di attesa di un messia che non vuol arrivare: poi detto tra noi, sparare agli altri (anche se gli altri sono viscidi, borghesi e pretaglie) è tremendamenta seccante, credetemi! Io come altri forse, non .me la sento mica di sforacchiare Andreotti con una P.38 (anche se, sup– pongo lo facessero altri, non mi metterei certo a piangere). Invece credo che tutti siano m grado di rifiutare (siamo o non siamo forse i rifiuti di questa società? ) questo siste– ma: P.ensate un po' un paio di blue-jeans stracciati con den– tro un bel frikkettone/a, il tutto appoggiato ad un muro con un bel sorriso sfottente sulle labbra e un joint in mano e pensate ad un borghese in Totlèn. e cravatta èlie gli passas– se davanti indaffarato, affret– tandosi trafelato verso l'uffi– cio. Anche se l'idea può sem– brare fantozziana, provate ad immaginare 10 anni dopo. pas– sati appoggiati ai muri a fuma– re e ridere vivendo con l'arte d'arrangiarsi, e pensate adesso all'economia di uno stato ca– pitalist-borghes-imperialista da un decennio senza rimpiazzo di nuova forza lavoro da sfrut– tare, poi tiratene un po' la conclusione che meglio crede– te. Vivere e basta rifiutando il resto è facile del resto se a uno non piace una cosa, prima la rifiuta, poi al limite cerca di sostituirla con un'altra. L'er– rore nostro sta sostanzialmen– te nella presunzione di voler lottare con il corpo in una galera e la testa ·in un trip: voglio dire che usare dei• mez– zi borghesi per fare la rivolu– zione, mi sembra un po' come lottare contro la fame nel mondo e poi andare a farsi la .cintura di pelle di coccodrillo da 100 carte di Fiorucci! Vi lascio il mio indirizzo se qualche compagno/i è interes– sato ad approfondire con me questi problemi. Vi amo tutti. Antonio Castelnuovo c/o Grazia Albano Via P. Paoli, 2 MILANO CaroTonino, ti lagni. (vedi Re Nudo n. 67) per aver visto sul giornale un mio collage raffigurante Aldo Moro in posizione di ecceho- mo ("martiriamente dipinto", come scrivi). Per fortuna, do– po aver letto l'articolo, ti sei ripreso, hai capito che non era nello spirito qualunquista del "Borghese" o del "Candido" che avevo operato. Bravo! Hai fatto bene a ricrederti. Non sei una mamma, non sei un ministro: non sei tra quelli che, per quanto mi riguarda, possono anche morire di cre– pacuore leggendo Re Nudo. Questo giornale molesto e af– flittivo ne ha già fatte di tutti i colori, non so se lo sai: ha fatto persino piangere la Ma– donnina sul Duomo di Milano, come scrisse il "Corriere d'In– fonnazi(?ne". In effetti, con quel fotomon– taggio che ti ha tanto colpito mi proponevo di "smontare" il modo in cui ufficialmente la DC e il PCI cercavano di far passare Moro nell'immagine pubblica. Aldo Moro non vo– leva morire, ma i falchi sogna– vano il mitico sacrificio di A– bramo. Per "sacrificare" Moro hanno dovuto presentarlo, fin dall'inizio della sua prigionia, come un "simbolo emblemati– co della solidarietà nazionale" (Zaccagnini, TG2). Alla luce del sentimento e del giudizio della gente, Moro è invece un uomo, e la sua morte un enne– simo-delitto-nello-squallido– mo 'l do -della-politica-italiana. Qualche volta, come ha scritto Jean-Luc Gòddard, la lotta di classe è la lotta di un'immagi– ne contro un'immagine. Smontare le immagini che i media cercano di far passare nella coscienza pubblica, sot– tolinearle, amplificarle, magari spostarne il senso a prima vi– sta compatto e come fuso in un sol blocco, può rivelare delle sorprese: svelarne la menzogna, ad esempio. Pur– troppo la verità illumina certi tabernacoli di una luce che è sempre troppo cruda, e - co– me dice anche la canzonetta - fa male. E' quindi difficile sopportarla se si è pigri, se non si fa uno sforzo per soste– nerla nella sua debolezza. E' difficile anche sostenere quel– lo che sul caso Moro ha scritto recentemente Leonardo Scia– scia: "Aldo Moro morendo, nonostante tutte le sue re– sponsabilità storiche, ha ac– quistato un'innocenza che rende colpevoli tutti noi, dun– aue anche me". Se i miei fragili esercizi.d'im-

RkJQdWJsaXNoZXIy