RE NUDO - Anno IX - n. 69 - ottobre 1978

J I M I H E N D R I X des. Dopo le esecquie "Eroinomane": con questa comoda sigla è sempre stato definito il Jimi Hendrix postumo. Una parola pro– nunciata, volta a volta, con sdegno moralistico, compassione sottile, persino con ammirazione. E lui l' eroina la prendeva, senza dubbio, al di là del montaggio pubblicitario. Perchè? "L'indice dell'uso delle droghe ad Harlem dal 1955 fino al 1961 è, eloquentemente, quasi 10 volte più a1to di· quello dell'intera città di New York (... ). Il tossicomane del ghetto ha in comune con gli altri del suo gruppo l'incapacità a difen– dersi da un complesso sistema di sfruttamento multiplo". (Kenneth B. Clark, "Ghetto Negro", Einaudi 1969). Così si scioglie l'alone di leggenda, e si riconduce la droga (quanta sacrale paura! ) alla sua vera matrice. Jimi bucava la sua pelle nera, gli erano inadatti i bian– chi sogni psichedelici. Può sembrare assurdo che lui, fa– moso, anche ricco, usasse la droga degli emarginati, dei disadattati di Harlem. Ma la dimensione del ghet– to è qualcosa che ci si porta dietro da molto lontano, e non ci si può sfuggire così facilmente. E del re– sto, i veri motivi non li sapremo mai. Tutto quello che di Jimi ci rimane è la musica. Musica "Nessun bianco ha mai avuto i blues", diceva Leadbelly, "soltanto i neri hanno i blues". Jimi Hendrix il blues non lo ha mai dimenticato: DISCOGRAFIA ESSENZIALE RE NUD0/33 lo ha riplasmato, sviluppato, secon– do le sue capacità, secondo i mez.– zi a disposizione e le sen~bilità emergenti. Non mancano, special– mente nei dischi registrati in studio con gli Experience, interventi tecnici e sovrapposizioni, tipici del pop di quegli anni. Ma· sono zone irrime– diabilmente datate, che dimostra– no, insieme all'età, la facile superfi– cialità con cui furono i11cise. Ma, a parte queste concessioni ali' epoca, è dove lo spirito blues riesce ad aprirsi alla nuova dimensione che bisogna ricercare il vero Jimi, nella chitarra di Red House che scorre limpida come l'acqua, nelle Voodoo chile e Hear my train a-co– ming, voce che passa ben oltre Woodstock e l'isola di Wight. E' stato questo meticcio a portare nel calderone del pop un blues vivo, molto diverso dagli sforzi (an– che pregevoli) di tanti Mick Jagger; ed era un abbaglio quello dei critici che ·hanno individuato nei Rolling Stones i suoi ispiratori primari. Ol– tre alla tecnica eccezionale, inimita– ta, Jimi aveva anche delle sue con– cezioni, da non sottovalutare. Lo stesso massacro cui sottopone l'in– no americano ne è un segno: è portare alle estreme conseguenze la contraddizione di una musica op– pressa che cerca la libertà. In parole povere, Jimi Hendrix era un Negro, non hai mai dato mili– tanza ma ha forse nutrito quella altrui. Era espressione di una cultu– ra, di un modo di essere che le pop star bianche possono al massimo sforzarsi di imitare. In fondo,. ci sono tanti bei ghetti, in Usa e fuori, non escluse certe pulite e lucenti sale di registrazione ... Paolo Bertrando Una guida è particolarmente necessaria per orientarsi nella caotica discografia di Jimi. Dopo la sua morte, le case discografiche hanno saccheggiato ogni centimetro di nastro con incisa la chitarra·prestigiosa, ottenendo spesso miscele al. limite dell'assurdo: pagine splendide unite a sperimentazioni fallite o a fruste esibizioni dal vivo. Per dare un minimo orientamento, è meglio scartare subito i nastri giovanili, e passare alleprime incisioni significative con gli Experience: Are you Experienced (1967) Axis Bold as Love (1968), ora riuniti in doppio economico Electric Ladyland (1969), con la buia, elegante Voodoo Chile. Fra gli altri album in studio, una menzione all'estremo The Cry of Love (1970), mentre Midnight Lightning (postumo) è un disco di puro blues, bellissimo. Per avere Uf! 'idea completa di Jimi sono indispensabili i dischi dal vivo, tutti postumi: Hendrix in the West, Soundtrack, from the film Jimi, che presenta una piccola rarità, Hear my Train eseguita all'acustica;altri live non sono indispensabili. Per chi riesce a trovarlo, c'è il bootleg doppio Live at the Los Angeles Forum, con un incredibile assolo di ventisette minuti.

RkJQdWJsaXNoZXIy