RE NUDO - Anno IX - n. 69 - ottobre 1978

raneamente in sè un amore infinito, un' infinita saggezza e una mente onnisciente, divenendo così un essere illuminato, un Buddha. Buddha si chiama chi ha annien– tato qualsiasi evento mentale negativo nonchè la più sottile impronta che questo stato mentale lascia, e parallelamente ha coltivato all'infinito tutte le potenzialità positive della sua mente. Buddha Dharma è quindi il metodo col quale si realizza lo stato di Buddha, cioè l'emancipazione dalla sofferenza e il com– pimento delle qualità positive latenti nel– la nostra mente. Sakiamuni Buddha raggiunse la completa liberazione, la gioia infinita, l'illuminata felicità e in esse rimase assorbito per molti giorni, considerando se fosse possi– bile che altri comprendessero quella via verso l'Illuminazione. In principio, essen– do il suo sentiero estremamente profon– do e sottile, si astenne dall'insegnarlo, ma col passare del tempo vari esseri di di– mensioni non umane si accorsero che in lui c'era qualcosa di particolare, e gli chie·sero ripetutamente di comunicare al mondo questa sua esperienza ed il modo per ottenerla. L'insegnamento della via verso l'Illumina– zione perfetta si distingue principalmente in tre momenti dìversi. Nel primo Sal<ia– muni dette un insegnamento che chiama "le quattro nobili verità", i cui punti fondamentali sono: l) La nobile verità della s9fferenza: tutti .gli esseri viventi dal momento in cui nascono al momento in cui muoiono, in tutte le vite precedenti e per tutte le esistenze condizionate a cui andranno incontro in futuro, sono inseparabili dalla sofferenza. Poi, con la II nobile verità, spiegò la causa-della sofferenza; e con la III nobile verità espose come, eliminata questa causa, si raggiunga la "cessazione della sofferenza", finchè, nella IV nobile verità mostrò il sentiero che conduce all'Illuminazione. La ragione di questa disposizione degli argomenti del Buddha, sta nell'impossibilità di mostrare la via della realizzazione a chi non avesse ben compreso la realtà della sofferenza radica-. le; spiegò prima lo stato di-cessazione della sofferenza e poi la giusta via della realizzazione a chi non avesse ben com– preso la realtà della sofferenza radicale; spiegò prima lo stato di cessazione della sofferenza e poi la giusta via per realizzar– lo, perchè gli esseri comprendessero il significato e il valore della meta: cercare di ottenere la liberazione e dedicare la propria vita a questo risultato piuttosto che consumarla in piccoli divertimenti, sperimentando sensazioni che si rivelano in realtà fonte di nuovi problemi. Spiegò infine il metodo per ottenere la cessazione del dolore, formulandolo in tre diversi modi di complessità gradual– mentecrescente. IIE NUD0/19 ·,Accanto a qll_esHchesono rivolti a perso– ne, diciamo, di capacità intellettuali ordi– narie, spiegò un altro metodo, esoterico, adatto ad esseri di capacità intellettuale più avanzata per persone che sentendo in loro un grande amore verso tutti gli esseri viventi, provano il desiderio fortissjmo di aiutarli a separarsi dalla sofferenza.) Per consentire a questa gente di ottenere nel più breve tempo tale risultato, Sakia– muni Buddha insegnò la via del Tantra (detta anche Vajrayana oppure Mantraya– na) metodo estremamente profondo e complesso, chiamato anche "metodo se– greto", non perchè il Buddha abbia volu– to spiegarlo ad alcuni e non ad altri, ma segreto perchè nelle mani di persone che non avessero sviluppato questo grande amore per tutti gli esseri avrebbe potuto · avere esiti noc~vie danneggiarle. Comunque, da un punto di vista più vasto, Sakiamuni Buddha dette 84 mila diversi tipi di insegnamenti, e fece questo perchè vi sono 84 mila differenti tipi di eventi mentali negativi, di "illusioni men– tali". Tali insegnamenti costituiscono l' antidoto esatto e perfetto per eliminare ciascuno di quegli eventi negativi e tra– sformarlo positivamente. Così Sakiamuni Buddha ebbe molti disce– poli che a loro volta tramandarono il suo insegnamento ai loro allievi facendolo giungere inalterato fino a noi. Ciò anche · 'per spiegare che non esiste un solo Bud– dha, ma Buddha significa un essere che è completamente realizzato. Chiunque tra gli esseri senzienti ha la possibilità di liberarsi, anche se non tutti se ne preoc– cupano. Il Buddha Dharma non è rasarsi, tenere rosari nelle·mani, nè farsi segni particolari sulla faccia: l'accento non è posto sull'e– steriori~à, bensì sulla lotta condotta nel profondo della nostra mente: perciò è molto difficile giudicare chi è buddhista : da chi non lo è, chi pratica il Dharma e r chi non lo pratica, chi è Buddha e chi no .. Naturalmente, più la nostra mente rag– giungerà degli alti livelli di realizzazione, maggiormente potremo percepire la men– te degli altri e accorgerci di chi sta prati- - cando, di chi sta coltivando le proprie potenzialità. E l'essenza di questa pratica consiste, da un lato, nell'abbandonare ogni attività che implichi il danneggia– mento di qualsiasi essere vivente (non soÌo esseri· umani ma anche esseri che ,.P,artecipano ad altre sfere di esistenza, lome gli' animali) e, dall'altro lato, dedi– carsi completamente ad aiutare tutti gli esseri senzienti ad abbandonare la soffe– renza e ad ottenere quello che veramente desiderano. L PieroCerri

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