RE NUDO - Anno IX - n. 69 - ottobre 1978
B: Puliti nel senso dell'umanità. Sec~n– do me è anche giusto non sporcare (in tutti i sensi) i rapporti tra donne e uomi– ni. Ma non per questo i nazionalisti mus– sulmani vogliono riportare il paese in– dietro di 400 anni. C: Per esempio il ciadòr (il velo) per le donne è diventato una cosa tradizionale, e·rron è detto che tutte quelle che lo por– tano siano mussulmane convinte. Venerdì a Teheran sono scesi in piazza due milioni di abitanti, sicuramente -molti non erano ideologicamente mus- sulmani, però c'era una situazione per cui in corteo stavano dietro a un capo religioso. E la ragione è questa: che la moschea è l'unico posto,dove la gente può riunirsi a discutere, a parlare di problemi comuni. Solo i capi religiosi in Iran hanno la possibilità di agire con le masse, dal momento che ogni organizzazione poli– tica è vietata. Lo fanno anche per non restare isolati." Quindi i religiosi prendono coscienza po– litica per stare con le masse? C: Sì, certo. La gente, subendo questa miseria crescente, pone delle domande, fa discorsi nella moschea, che diventa così l'equivalente della sede di una or– ganizzazione politica. Mi ricordo che prima in moschea sosta– vano solo i vecchi e i pensionati che non avevano niente da fare: erano in mo– schea o all'osteria. Adesso invece ci vanno i giovani e le donne, adulti e bambini: tutti insomma. E'diventatoun luogo di riunione, di aggregazione. Una volta si parlava solo del Corano, ora ci vanno a parlare anche esponenti del pensiero democratico. E anche se si parla di religione, si cerca una corri– spondenza tra Corano e l'infelièe'~itua– zione della Persia d'oggi. I leaders religiosi non sono tutti uguali nell'analisi che fanno -della situazione persiana. Ma anche quelli più moderati si stanno muÒvendo. Vi sono costretti per non rimanere isolati, perché se loro non si muovono crescono altre posizio– ni. Per esempio ora è cresciuto molto il Fronte Nazionale, che è sulle posizioni che furono di Mossadék, il capo del go– verno iraniano ucciso ai tempi del colpo di stato dello scià organizzato dalla C.l.A. A: Adesso è molto difficile capire le po– sizioni dei singoli capi religiosi. Per il momento si discute. Da loro non sono ancora venuti fuori documenti in cui prendono partito a favore o contro que– sto o quello. Non possiamo basarci che .su ciò che abbiamo visto: manifestazio– ni contro il regime dove gli slogans co– muni sono quelli contro lo scià e le due superpotenze. In futuro, _quando ci sa- . remo liberati di questo regime, si vedrà cosa fare. · Che prospettive hanno i giovani del/e città iraniane per il dopo-scià? A: Più o meno il problema viene fuori come qui in Italia. Come qui ci sono dei giovani cristiani, lì ci sono dei giovani mussulmani, qui ci sono dei giovani co- RE NUD0/11 munisti e lì anche, e così via. Qual'è il vostro rapprmo personale con la religione? A: Io sono nato in una famiglia mussul-, mano, però a me la religione non frega niente assolutamente. Per diversi moti– vi, per tante cose che ho visto. Secondo me la religione è una fregatura per la gente, perché uno che ha fede quando vuole qualcosa dice: "Dio, per piacere, aiutami" e incrocia le braccia aspettando l'aiuto di Dio. Prima ancora di sapere se dio l'ha aiutato o no, quello è già bello che fregato. I capi religiosi tendono spesso a dire alla gente: "State calmi, c'è dio, chiedete a lui, lui vi aiuterà". Lo scià ha potuto durare 38 anni sul tro– no del pavone, proprio perché frega va la gente con storie di religione. Andava nelle moschee a trascrivere a mano il Corano, poi si recava in pel– legrinaggio a Masciàd sulla tomba del nipote di M~ometto, e dopo questo di– ceva: "Io sono religioso, vi guido io che sono un buon mussulmano, perciò voi dovete avere fiducia in me". E poi era il primo a infrangere col suo comporta– mento le regole del Corano. Però l'ayatollàh Homenì gioca un ruolo molto positivo in questo momento. A: Lui ha sempre agito contro i1 regime. Aveva capito fin dall'inizio che se si fa– ceva questa "riforma" l'Iran sarebbe fi– nito completamente nelle mani degli americani. Oggi siamo al punto che se chiudessero i confini, dopo soli 30 giorni all'interno dell'Iran non vi sarebbe più di che man– giare. S~ Homeni l'aveva capito quindici anni fa, come mai c'è voluto tanto tempo perché la gente ne prendesse coscienza? A: In questi quindici anni chi parlava agli altri di queste cose veniva ucciso o finiva in galera, in questi quindici anni ci sono stati più di centomila prigionieri politici, tutto è stato vietato.: vietato parlare, niente giornali, niente libri, nemmeno quelli relig1os1, se non le pubblicazioni volute dallo scià. E allora, dopo tutti questi assassinii, do– po che si sono riempite le carceri irania– ne, dopo che è stato vietato tutto nell'I– ran, e per di più non si trova neanche da mangiare ... allora mi sembra venuto il momento per un popolo di decidersi e mettersi davanti a un carro armato di– cendo: "Basta! O io, o voi." (a cura di Wàlter Pagliero)
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