RE NUDO - Anno IX - n. 68 - agosto-settembre 1978

lettere_:-:---. l~ttere ~ .. lettere ~ lettere - lettere - lettere La disciplina è una tecnica del potere; come tale, deve essere applicata indiffe– rentemente ad ogni possibile sistema. Possiamo quindi pensare anche ad una disciplina della musica (intesa come di– sciplina dell'ascolto, del rapporto musi– cista/ascoltatore). Vediamo facilmente come si applica questa particolare disci– plina: nel caso della musica "colta" (la musica accettata come arte nel nostro sistema di potere culturale), la produzio– ne della stessa è affidata a dei tecnici inquadrati in una precisa gerarchia, men– tre al "pubblico" è riservato il consumo, rigorosamente passivo e rigorosamente mentale, con totale esclusione del corpo. Si elimina quindi la partecipazione attiva all'atto musicale, non solo, ma si tende ad allontanare del tutto la dimensione fisica, anche all'interno dell'ascolto, in quanto probabile espressione di attività creativa. Ma nel sistema culturale, la musica lau– reata è solo una delle tante forme della musica in toto. All'opposto preciso di questa scala abbiamo la musica da ballo. Dai valzer fino alla realtà odierna e ben più radicale della discoteca, questa forma di musica è invece un puro stimolo all'at– tività del corpo. Però l'attività è rigida– mente programmata e canonizzata, quin– di, in ultima analisi, è solo il rovescio della stessa medaglia. Qualunque regolamentazione dell'ascolto è perciò da considerarsi coercitiva. Da un lato,. perché non rimuove la passività, quindi non libera dal ruolo di puro ascol– tatore; dall'altro perché .comprime la spontaneità entro una forma imposta. Rivalutare una funzione meno passiva, non significa negare che ci sia chi può aver da dire (sul piapo musicale) più di altri; e neppure che l'unica alternativa al subire sia la semplice autoimposizione. Caso mai è la dimensione musicale che non dovrebbe imporsi sulla dimensione umana di chi ascolta, in modo che risulti un'interazione "pacifica". L'opera di John Cage è sta.ta , fin dal suo primo apparire, un tentativo in questo senso, la negazione più totale di questa musica disciplinare (o disciplina musica– le). Di questa coerenza sono testimoni anche i suoi momenti più provocatori e "assurdi": "Radio Music", per 6 radio manovrate a caso, o 'i "4' 33"" in cui un esecutore si siede al piano e NON lo suona. Oppure la sua opera in collaborazione con il çoreografo Merce Cunningham, in cui i danzatori si muovono liberamente sulla· scena senza nesso con la musica che pure viene suonata: tutto all'insegna del– lo svincolamento dalle posizioni e dai ruoli stabiliti. Ma l'ultimo Cage è ancora più conseguen– te dal nostro punto di vista: ascoltando "Cheap lmitation" o "Empity Words" (la pietra dello scandalo del concerto al Liri– co) si è praticamente al di fuori delle •;·< . ;~ /4 ' costrizioni all'ascolto. La musica può agi– re senza obbligare all'attenzione e con– temporaneamente senza degradarsi a sot– tofondo. Secondo Cage, la giusta direzione della musica è "sembrare, non realmente esse– re, sembrare· che stia sparendo, in modo da avere i suoni che arrivano da tutti i punti in una stanza": una musica che entra a far parte dell'ambiente, si cala nella vita. Unendo questa musica con un pubblico ben inquadrato, ecco che si ottiene la reazione del Teatro Lirico: reazione e– splosiva. Di fronte _al sottile potere con– turbante dei suoni prodotti da Cage, gli spettatori si sono sentiti privi di punti d'appoggio. Scomparso il vincolo discipli, nare, che aveva caratterizzato per essi tutti i concerti (perfino il "free jazz", che nasce con intenti diversi può essere "usato per un ascolto canonico), è anche scom– parsa la loro identità. Di qui il tentativo di prevaricare a loro volta il musicista che si rifiutava di usare loro violenza. Di qui la frustrazione, poi addirittura l'esaspera– zione di fronte alla sua olimpica tolleran– za: altro che noia, era un combattimento vero e proprio. Alla fine, qualcuno ha addirittura gridato: "E' inutile, ragazzi, è inutile. Ha vinto lui! ". E l'applauso al termine, con tutti sorri– denti, acquista da questa angolazione un valore quasi sacrale o mitico. . La "vittoria" di Cage ha un significato preciso; è la vittoria di chi ha rifiutat~ gli scherni su chi ha voluto soltanto capovol– gerli. Paolo Bertrando· Alpicella... Eravamo in pochi, ma non è questo l'importante; è anche piovuto un giorno, ma non ci ha dato davvero troppo . fastidio: abbiamo suonato, _cantato, par- lato ... di noi, del corpo e del suo linguag- gio... E poi "purificare" lo stesso corpo giù al torrente in un bagno rilassante, sentire lo scorrere veloce dell'Acqua: il TAO la Via dèll'Acqua che scorre ... La gioia di.fratelli rivisti dopo tempo e di quelli conosciuti lì e subito amati... E kundalini, il risveglio d'energia ... scuoten– do ogni fibra di me stesso... perché lo senti ·davvero il fluire d'energia, durante e dopo, come nella Dinamica e la tremenda fatica nel saltare urlando UH, UH e senti– re poco prima di crollare esausto a terra, quel Potenziale Energetico latente che emerge e ti spinge ancora più in là, e il dolore nel silenzio della meditazione dal gomito si porta versa la mano, la punta delle dita e poi... scompare, non lo avver– to più ed è incredibile .... E dopo. il silenzio lo "sciogliersi" del corpo in una danza folle... E ancora le danze "sufi", l'armonia e nello stesso tempo la disarmonia della nostra voce in lunghi canti, la calma e la frenesia dei suoni, quello che noi siamo contempora– neamente: bianco e nero, no, non vi è proprio nulla di separato ... Poi di nuovo la danza, gli abbracci, l'eplosione .. Sì, è stato bello in fondo, davvero un momento di Sat-Chit-Ananda (Verità, consapevolezza, Beatitudine interiore), assolutamente non astratto, non al di fuori di me, dopo un anno vissuto cercan– do di scoprire, conoscere, capire profon– damente me stesso, leggendo anche Kri– shnamurti, Kausik e Rajneesh ... Oh, la meditazione non è che un gioco ... un gioco "meraviglioso". Hallellu jah ..... Love Gino di Belluno

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