RE NUDO - Anno IX - n. 68 - agosto-settembre 1978

Renzo Paris Il mito del proletariato nel romanzo it.aliano I Garzanti argomenti - L. 2.000 Renzo Paris con un'azione di coraggio, il coraggio non gli è mai mancato del resto, rispol– vera, per darci il primo vero studio approfondito sull'argo– mento, il proletariato, e lo analizza nel suo rapporto con il romanzo. In un momento in cui il prole– tariato sta un po' in disuso, è meno alla page di un paio d'anni addietro, Paris riscopre il proletariato nel romanzo - . dall'umile manzoniano al post sessantotto, all'operaio massa - e con un excursus molto godibile ci conduce ai meandri letteratura-proletariato. Men– tre l'Asor Rosa di "Scrittori e popolo" batteva quasi esclusi– vamente sul tasto politico, Pa– ris affronta la letteratura e con la pazie·nza del certosino ci pone di fronte: allo scritto– re Dio (che decide dell'ope– raio "ottocento"), allo scritto– re che tenta di farsi invadere dall'operaio e farsi da lui do– minare (romanzo socialista), per arrivare fino all'operaio che parla in prima persona, inizialmente mediato dal ma– gnetofono o dalla scrittura dell"'esperto", ("Vogliamo tutto"), per giungere fino ali' operaio che scrive di se stesso: Guerrazzi, Di Ciaula. Qui è la spiegazione della pa– rola '·'mito" che appare nel titolo. Chiaramente Paris, da marxista come è, ci pone di fronte al dato di fatto, che il proletariato non avendo anco– ra portato a termine la rivolu– zione non può che rimanere :suc.cube;non può, non' essen– do egemone, avere una scrittu– ra non subalterna. Viene qtii da chiedersi, ma allora a cosa serve questo sag– gio se oltretutto è così amaro, SEGNALAZIONI IN BREVE Gianni Viola Polizia cronache e documenti della repressione in Italia dal 1860 al 1977 Coedizioni Bertani-Stampa Alternativa pag. 230 L. 2.500 Impressionante documentazione sugli eccidi dai governi reali a quello Reale, passando per Scelba e Tambroni. Ventimila morti: contadini, operai, studenti. Angelo Quatrocchi -Tom Nairn E quel maggio fu: Rivoluzione Ed. La Pietra pag. 234 L. 4.000 Revival di un libro uscito a Londra dieci anni fa, quando ·Quatrocchi era corrispondente dell'Avanti scritto insieme a Tom Nairn oggi direttore della "New Left Review". Una mitizzazione,del '68 che oggi non porta nessun particolare contributo a capire, d'altra parte risulta essere una vivacissima rappresentazione di fatti che sono ancora dentro di noi. E questo è inutile ma affascinante. Il "Perché è successo" che costituisce la seconda parte del libro contiene ancora dei rilievi interessanti nonostante l'invecchiamento. G. Lorner, L. Manconi, M. Sinibaldi Uno strano movimento di strani studenti Feltrinelli editore pag. 104 L. 1.300 Un opuscolo formato mini nella collano curata da Pier Aldo Rovatti. Un insieme di saggi e interventi brevi su composizione politica e cultura dei non garantiti. ' Uno sforzo teorico per dimostrare che il movimento del '77 non è_ nato_e,.!Jl:>n è _morto nell'arco di questo breve periodo "con il disfarsi delle sue manifestazioni pubbliche ma si moltiplica e ritorna in periferia e in provincia trovando percorsi sommersi e linguaggi appartati". l'amarezza pero e spesso la base della lotta quotidiana, e poi perché non dire coraggio– samente, magari col rischio di mettersi contro gli stessi uten– ti, le cose fino in fondo? La Francia che ci ha dato libri di operai da molto tempo e perfino "storie" fatte da ope– rai non è certo il paese in cui c'è una scrittura operaia, si tratta semmai di un altro fiore all'occhiello, questo, concesso alla borghesia. Pàris, che non è essenzialmente un saggista e quindi meraviglia questa fre– schezza di presentazione del problema, anche se qualche volta può peccare di troppa diligenza e il lettore può sen– tirsi -un poco handicappato, conduce a t~_!lllinecon sapien– za e con eleganzala-sua opera~ RE NUD0/45 zione e si accattiva la simpatia del lettore. Anche perché di– mostra che in una società in piena crisi, in cui lo "scritto– re" non ha oiù UTI ruolo speci– fico, c'è un moao di andare avanti: mettersi in crisi è un saggio questo di un romanzie– re poeta che mette in crisi la scrittura, il rapporto con i "personaggi" del romanzo ma la sua operazione non spinge all'isterilimento ma bensì alla lotta. "Il mito del proletariato nel romanzo italiano" è una pie– tra scagliata a favore della de– mitizzazione del "ruolo" sia esso ruolo di romanziere, di uomo, di donna, di frocio .•. Insomma un libro da leggere a più dimensioni o a più pianL a.v. .::~:==-~- ,, . '~- .

RkJQdWJsaXNoZXIy