RE NUDO - Anno IX - n. 68 - agosto-settembre 1978
RE NUD0/44 Librazione Sergio Cantoni Stelle cannibali Moizzi Editore - L. 3.500 Questo libro ha come sottoti– tolo "buchi neri e le singola– rità nude: i misteri dell'univer– so". Non è una frase ad effetti ma solo la rappresentazione verbale ·di qualcosa assoluta– mente sconvolgente. L'univer– so in cui viviamo non è sola– mente il nostro rassicurante mondo terreno fatto di mari, di montagne, di alberi e fiori, di sole e pioggia; se proviamo ad alzare lo sguardo in una notte serena avremo la sensa– zione che ciò che siamo abi– tuati a vedere di giorno non sia che una parte davvero infi– nitesimale del nostro universo. Un mondo pieno di cose stra– ne, sconosciute, spesso incom– prensibili alla nostra mente ra– zionale abituata a misurare, codificare, rappresentare. Una di queste cose, forse la più inquietante finora scoper– ta, è il "buco nero", un corpo con caratteristiche fisiche per noi inconcepibili, capace di provocare con la sua enorme forza di gravità, addirittura la caduta in esso di decine, centi– naia di stelle che cessano così di esistere per noi, o almeno per i nostri sensi. L'uomo da- vanti al mistero ha vari modi di comportamento: il primo impulso è la superstizione che porta a forme degenerate di misticismo; poi c'è la non me– no stupida fantascienza da quattro soldi, da sempre spe– culatrice della fantasia umana; infine vi è la nascita di una nuova scienza, inquinata però dalla mancanza assoluta di umiltà e dalla ferrea convin– zione che l'uomo debba sotto– mettere e dominare la natura dopo averla analizzata a fon– do. Sergio Cantoni, autore del li– bro, affronta questo argomen– to con uno spirito nuovo, che rompe finalmente con la le– zioncina di astrofisica, astrusa e presuntuosa, del professori– no e professorone il quale non si accorge che ciò che sta illu– strando nei minimi dettagli come fosse un televisore a co– lori, in realtà è qualcosa a lui in gran parte incomprensibile ma che lo compenetra come l'aria che respira. Basta vedere i titoli dei capito– li per capire che l'intento di Cantoni è di trattare le singo– larità dell'universo in modo del tutto nuovo, a metà tra, il filosofico e l'estatico: "Alla paura non ci si può abituare", "Come in cielo, così in terra", "Alla ricerca di se stessi in un altro universo". Un libro strano questo, che lascia stupiti ed entusiasti: stupiti di sentir parlare del cosmo senza dover essere som– mersi da formule e grafici, en– tusiasti di percepire che esiste ed esisterà sempre e comunque qualcosa che l'uomo non potrà mai comprendere appie– no e quindi piegare, usare, do– minare, inquinate e distrugge– re. Semplicemente perché ne è una parte infima e insignifi– cante. a.b. Stan Steiner Uomo bianco scomparirai ed. Jaca Book Pag. 293 - L. 6.500 L'autore adesso vive in una casa costruita in mattoni e argilla disseccata, coltiva gra– noturco e passeggia al sole. Prima è stato professore alla Sorbona di Parigi. Tra il '70 e il '76 invece ha pubblicato una serie di opere sugli indiani americani. Questo ultimo volume "Uomo bianco scomparirai" di cui pubblichiamo uno stralcio su questo stesso numero di Re Nudo è uno di quei libri che lasciano il segno, soprattutto quando a parlare sono gli in– diani in prima persona. Si trat– ta di una serie di profezie, testamenti, dichiarazioni di in– diani di varie tribù. Indiani contemporanei che parlano guardando il presente riferen– dosi continuamente alla stupi– dità omicida dei bianchi che sta portando alla rovina il pia– neta. L'incredibile saggezza di questi uomini e le loro stesse parole, i vocaboli i concetti usati non possono non richia: mare alla mente i grandi mae– stri indiani orientali. Questo libro è un susseguirsi di analo– gie con pensieri di Rajneesh, Krishnamurti, Baba ji e di tut– ti i grandi maestri. Qualcosa di più di una denun– ,cia della colonizzazione bian– ca, che continua nel tempo (un Navajo che prestava servi– zio nei Marines in Vietnam espresse questa sensazione quando scrisse ai suoj "Qual– che volta mi pare di combatte– re contro me stesso"), bensì un vero e proprio lucidissimo atto d'accusa in cui l'uomo bianco è imputato di aver por– tato la terra alla rovina. La cultura dell'uomo bianco, la politica, la religione; la mora– le. Tutte le bandiere e i valori in nome di cui i bianchi tenta– rono e in gran parte ci riusci– rono, distruggere i• pellerossa, la loro società tribale, i loro riti che li legavano alla natura, al sole, alla luna, al Grande Spirito cioè, alla fon te dell' energia della vita. Quella vita che tornerà ad essere vita solo per il Popolo degli uomini, dopo il grande caos che mae– stri e profeti di ogni scuola o corrente spirituale prevedono prossimo. d.m.
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