RE NUDO - Anno IX - n. 68 - agosto-settembre 1978

RE NUD0/28 - o ~tia'1 ~"(\_t t~ dei quattordici deputati necessaria per costituire un gruppo in seno al parlamen– to europeo. In altre parole, trasformare il triangolo dei sc:>ci fondatori in un penta– gono di forze reazionarie, per definizio– ne, anticomuniste e antisocialiste. _ Se questo loro obiettivo _verràrealizzato dovremo assistere, anche in sede europea, allo squallido scenario di una comunità politica che affida l'intelligenza dell'op– posizione (il polo dialettico di ogni illu– sione democristiana) alla ottusa violenza del fascismo. Sesta nota: Un fallimento (di cui pochi hanno compreso la portata) Ai primi di luglio si sono riunite in Lus– semburgo le segreterie dei partiti comu– nisti dell'Europa dei nove. Scopo della riunione un cartello europeo per le pros– sime élezioni comunitarie. Conclusione: una rinuncia a presentare un programma comune. Ancora una volta la politica anticomunista di divisione, che dai grandi organismi internazionali ai "nuovi filoso– fi" tutti praticano incessantemente, è sta– ta premiata. Settima nota: Ancora sull'anarcocapita– lismo Howard Jarvis, l'uomo che toglie le tasse, come l'ha battezzato la grande stampa americana, il primo sicario pubblico del gruppo degli economisti anarcocapitalisti ha· vinto la sua prima battaglia di una certa portata. Il suo gruppo elettorale ha promosso e vinto una campagna referen– daria per l'abbattimento di una parte aliquota 'di imposte sulla proprietà immo– biliare. Così, lo stato della California ha dovuto fare fronte da un giorno all'altro ad una grossa falla nelle sue entrate fiscali che si è risolta con la diminuzione forzo– sa di alcuni servizi essenziali per la popo– laiione bisognosa e di alcuni servizi di sicurezza. In poche parqle, lo sta– to della California ha ridotto i sussi– di economici ai bisognosi e il nume– ro di pompieri, poliziotti e addet– ti al gas e all'acqua che vigilavano sugli impianti pubblici e privati. Questa amara vittoria dell'anarcocapitalismo va com– presa nella sua vera essenza. Qui non si tratta di una tazza di latte in più o in meno, o di un incendio non contenuto in tempo, cose del resto importantissime, ma di uno scacco allo Stato, alla figura dello Stato. Certo, lo Stato è lo strumen– to principe dei processi repressivi, ma non è cambiandolo con il volto anonimo e sanguinante dei consigli di amministra– zione delle transnazionali che si risolvono i problemi della lotta a questa'millenaria struttura di potere. Ecco, a colpi di de-·• mocratiche votazioni· si blocca un proces– so irreversibile di spesa pubblica accen– tuando i contrasti sociali e preparando il terreno a soluzioni irresponsabili. Forse i nuovi economisti americani non conosco– no molto bene l'economia politica, ma è indubbio che ~onoscono fin troppo bene l'arte del golpismo dal volto umano! (luglio 1978).

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