RE NUDO - Anno IX - n. 68 - agosto-settembre 1978

risentiti come sono verso la cultura, non lo sanno. E così, ignari del fatto che ogni volta che si discute, si propone, ci si raduna, si. parte dal punto di vista di un progetto culturale, edificano all'interno della cul– tura metropolitana le loro isole coralline. Il loro sillogismo è simile ad un altro, antico, di biblica memoria ieri: l'uomo soffre. Perchè? Perchè ha peccato di cultura. La cultura trascina l'uomo alla rovina: spiritualizziamolo. oggi: l'uomo soffre. Perchè? Perchè ha peccato di cultura. La cultura trascina l'uomo alla rovina: sensualizziamolo. In tutto questo marasma, in cui palpeg– giamenti e massaggi, diete e asanas cerca– no di rabberciare i corpi verso l'Arcàdia delle mitiche annonie, qual è il grande assente, qual è la "cosa" che la riscoperta del corpo ricopre? E' il presente stesso. L'ostacolo dell'alie– nazione, delle condizioni materiali della separazione è completamente rimosso, scompare, per poi ritornare, dopo l'ora di Meditazione, nei vetri degli uffici o sul biglietto del tram. Ma, allora, la "cottu– ra" ha già sortito il suo benefico effetto ed il soggetto si avvia nel suo giorno, sicuro che una seppur lunga convalescen– za è preferibile ad una morte sicura. "La. speranza è la vera cella del prigioniero" (Vaneigem). E non è questo, paradossal– mente il più bell'esempio di rimozione del tragico (in cui Nietszche) vedeva la nascita dell'alienazione culturale)? Che cos'è il tragico per noi se non l'accor– gersi che si può presentire una liberazione da cui le condizioni materiali dello sfrut– tamento e dell'alienazione capitalistica ci separano? E far scomparire questo osta– colo, come se non esistesse, non vuol forse dire rimuovere? Il pensierocome esperienza A dispetto di una concezione metafisica dell'uomo come animal-rationale (cioè animale + ragione, che ha· dato e dà possibilità di sottrazione ai cuochi vecchi e nuovi) io credo nell'uomo come tota– lità, che potrà salvarsi dal dominio dell' alienazione impugnando nulla. più e nulla meno della propria esistenza attuale. Il pensiero soggettivo che erige barriere tra l'uomo inteso come soggetto e il mondo visto come oggetto non è assolutamente scindibile dalle condizioni materiali dell' alienazione, dei rapporti alienati dell'uo– mo con se stesso e con la natura. Pensiero alienato e morido dell'alienazione sono un'unica realtà. Nel concepirli come scissi stà precisamente l'alienazione stessa in forma di metafisica. n pensiero non è un qualcosa che si giustappone all'Esperienza per organiz– zarla, elaborare o prevedere: Il pensiero è semprel'esperienzadel pensiero. In uno degli ermetici versi attribuiti a Pitagora dl Samo è detto: "Non taglierai· la fiamma con la spada" che si può RE.NUD0/15 interpretare come: Non sezionerai non compierai astrazioni sul fuoco dell'ener– gia, dell'indicibile tutto diveniente, con la spada della logica del pensiero soggettivo, del pensiero che separa. Certo, tranne che quando il pensiero stesso è fiamma, Fuoco che supera la dissociazione ed è tutt'uno con l'Essere. lo credo che si possa parlare di stati di coscienza "altri" in cui l'esperienza del reale non avviene secondo le modalità della percezione alienata o pensiero sog- gettivo che dir si voglia. · L'umanità, nel corso della storia, ha ela– borato svariate tecniche che permettono, in particolari condizioni all'uomo di esse– re "Aperto al tutto", di essere il tutto, in parole povere, di godere dell'Essere. L'esperienza sessuale, l'ebbrezza; l'altera– zione ps1cnectellca,le tecniche Cli medita– zione, la filosofia stessa (a volte), la poesia, l'estasi e la trance della danza collettiva portano spesso ad un'esperien– za "Alta" che credo di poter caratterizza– re come l'ispirazione momentanea, previ– sione di uno stato che sarebbe possibile quotidianamente, globalmente, collettiva– mente soltanto con l'abolizione della se– parazione materiale, dell'esperienza alie– nata di pensiero e delle strutture materia– li che la rendono possibile. La pazzia che colse Holderlin_ e Niètszche, dopo una vita spesa verso la meta del superamento della separazione (nell'intuizione poetica l'uno, nell'esperienza filosofica l'altro) ta– le pazzia è l'equivalente del sangue versa– to da tutti i ribelli ad esempio della Comune di Parigi che videro mutarsi la loro passione di libertà in morte. Entram– bi testimoniano l'impossibilità storica a vivere una liberazione totale presentita individualmente. Per dirla con S. Giovanni della Croce, si può avere il gusto di Dio, ma non è ancora Dio (intendendo naturalmente quì per Dio l'uomo finalmente uomo). L'esperienza interiore è tale in quanto profondamente inattuale, cioè "Altra": il suo veicolamento ideologico (che finisce sempre per far coincidere una delle possi– bili tecniche con l'esperienza stessa, con settarizzazioni e fioriture · di Chiese e comunicazione pedagogica nei ·modi dell' ideologia) la riporta alla società dello spettacolo, all'alienazione del presente. La preveggenza, il gusto dell'essere di un'esperienza inattuale, decadono •così nella meschinità e nella trivialità del pre– sente. Per questo seguire la stella dell'altra co– scienza può significare soltanto lasciarsi alle spalle coloro che pretendono di esser– ne i preti e gli incensieri. WalterBinaghi

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