RE NUDO - Anno IX - n. 67 - luglio 1978

Il mito della libertà Chogyam Trungpas Chogyam Trungpa è uno dei lama tibetani più conosciuti in occidente. Nato in Tibet nel 1939, Trungpa fu riconosciu– to come undicesima reincarna– zione di Trungpa Tulku e fu destinato fin dall'infanzia al grado di Generale dei mona- _ steri di Surmang, nel Tibet orientale. Dopo aver compfe– tato, gli studi meditativi e in– tellettuali nelle successioni Kagyupa e Nyingmapa, rice– vette l'iniziativa e l'investitura quale erede della tradizione di Milarepa e Padmasambava. In seguito invasione del Tibet da parte della Cina maoista e alla ·conseguente p11rsecuzio'nedi monaci e religiosi tibetani, con tutto l'odioso corollario di stragi e assassini che ne seguì Chogyam Trungpa fuggì in India, guidando un nutrito gruppo di profughi composto sia di monaci che di gente del popolo che fuggiva all'arro– gante incalzare delle truppe di occupazione cinesi. Arrivò do– po una rocambolesca serie di avventure (narrata nel libro, Nato in Tibet Milano 1975) in India dove rimase per tre anni, e che lasciò per trasferirisi in Inghilterra dove studiò all'uni– versità di Oxford pér 4 anni religione comparata e psicolo– gia. Quindi si stabilì negli Sta– ti Uniti, dove risiede tuttora e dove ha fondato diversi centri di meditazione buddista dive– nendo uno dei principali di– vulgatori del Dharma. Chogyam Trungpa, che molti conosceranno anche per un al– tro suo libro Al di là del Mate– rialismo Spirituale partendo da una profonda conoscenza della tradizione tibetana riesce a dare i suoi insegnamenti in un modo facile e semplice an– che per chi non ha alcuna conoscenza particolare di reli– gioni e filosofie orientali. L'in– segnamento di Trungpa fatto in occidente per uomini e donne occidentali è un avveni– mento realmente eccezionale perchè riformula la dottrina buddista in un linguaggio nuo- . vo, che è quello della cultura occidentale contemporanea, e in questo modo fornisce, forse per la prima volta, un'immagi– ne del Buddismo come disci– plina viva e radicata nella _vita quotidiana. Nei capitoli de Il Mito della Libertà, Chogyam Trungpa in– serisce l'idea della libertà nel profondo contesto del Buddi– smo Tibetano. Superando il divario tra la tradizione esote– rica orientale e la realtà della vita occidentale, questo gran– de maestro del Dharma ci in– segna che i nostri att11ggiamen– ti, i nostri preconcetti, e persi– no le nostre stesse pratiche spirituali possono trasformarsi in catene che ci a,wÌncono a modelli ripetitivi di frustrazio– ne e disperazione. Nelle pagi– ne di questo libro (che è basa– to sulle conferenze e conver- sazioni che il maestro tiene regolarmente in America) Trungpa mette a fuoco l'im– portànte ruolo che svolge la meditazione nell'individuazio– ne delle cause della frustrazio– ne e come questa rende possi– bile tramutare anche le ener– gie negative in aiuti nel cam– mino verso la vera libertà. L'abilità di Trungpa nell'espri– mere· l'essenza degli insegna– menti della tradizione tibeta– na e renderli nel linguaggio e nelle immagini della cultura occidentale fa di questo testo un aiuto prezioso per com– prendere il significato profon– do della dottrina buddista. Ma nello stesso tempo le parole di Trunga ci aiutano a guardare · dentro di noi, nei nostri mon– di interiori per ritrovare, al di fuori di stereotipi e falsi biso– gni, l'unica e autentica libertà, quella che ci consente di pro– cedere lungo le strade della vita senza le catene dell'attac– camento, nemmenQ di quelle che ci legano al concetto di libertà come viene comune– mente intesa. p.v. Un nuovo periodico: "Vivere come", bimestrale di informa– zione e di educazione ambien– tale "~e si fa una lezione sul piom– bo dal punto di vista esclusiva– mente chimico, si può essere quasi certi che la lezione sarà nel novero delle "lezioni noio- · se". Ma occupiamoci del piombo dal punto di vista eco– logico, e subito il piombo è vivo, ha una sua storia appas– sionante: i primi a fare grande uso di piombo furono i roma– ni, che lo impiegarono sia nel vasellame che in idraulica, im– mettendo piombo nella bio– sfera. Il piombo e le armi. 11 piombo e la tipografia. Il piombo e la benzina. Il piom– bo tetraetile nella nave Cavtat. Una lezione "chimica" sul piombo è una lezione che può essere solamente "impartita", ma una lezione "ecologica" sul piombo si trasforma facil– mente in un "dibattito". Come risulta da questo branò di Laura Conti sul tema dell'eco– logia nelle scuole, per i colla– boratori di questa nuova rivista informare "ecologicamente" vuol.dire soprattutto promuo– vere una visione interdiscipli– nare dei problemi legati all'ha– bitat e alla qualità della vita. Ma vediamo i temi di questo primo numero: l'argomento monografico è dedicato all' ecologia nelle scuble. Tra i vari suggerimenti in proposito interessante è quello di Walter Mauri per la scuola elementa– re: usare la fantasia per capire la scienza; prendendo spunto dalle osservazioni di Munari sulla fantasia e dalla "Gram– matica della Fantasia" di Gianni Rodari, Mauri propone come esempio una favoletta ecologica da titolo "un letto nuovo per il fiume". Viene inoltre segnalato, sem– pre riguardo l'informazione ecologica per i bambini, il la- RE NUD0/46 voro teatrale che il Teatro Stuaio 75 ha portato nelle scuole di Milano: "Crack! Realtà in fantasia della natura che protesta". Altri interventi sono poi dedicati all'ecologia nelle scuole superiori e nelle università. Tra le rubriche fisse da segna– lare quella sulle merci, curata da Giorgio Nebbia, dell'Uni– versità di Bari; in questo pri– mo numero in un articolo dal titolo "La merceologia, scien– za sovversiva" Nebbia propo– ne un concetto per molti nuo– vo, ("la moralizzazione della tecnica e delle merci") ma as– solutamente necessario: "I la– voratori (vedi Seveso) fabbri– cano merci che non sanno a che cosa servano e che talvol– ta nascondono pericoli anche mortali; i contadini produco– no merci che vengono poi di– strutte per assurde regole "economiche". Il potere politico "non è stato capace di spiegare., 'in modo credibile, quali bisogni si pro– pone di soddisfare e con quali . merci, così come non è stato capace di spiegare i piani per la chimica e l'espansione delle materie sintetiche in un mo– mento in cui i paesi sottosvi– luppati cercano uno sbocco per i loro prodotti (fibre, cuoio, gomme) naturali; di spiegare i programmi di espan– sione della produzione dell'ac– ciaio in un momento in cui l'Italia vende impianti ai paesi produttori di minerali di ferro i quali vogliono produrre l'ac– ciaio sul posto, con la prospet- · tiva di una progressiva diminu– zione della nostra produzione di questo metallo. Non per niente si parla tanto di ristrutturazione industriale, di finanziamentl, di sviluppo dell'agricoltura, di occupazio– ne giovanile, senza dire mai quali merci si vogliono pro– durre, a cosa servono e dove andranno a insediare le nuove attività". Gli argomenti delle altre ru– briche ·sono: energia, riserve naturali, inquinamento e do– cumentazione. Molto impor– tante quest'ultima perchè si propone di segnalare in manie– ra semplice e comprensibile tutte le leggi, le sentenze e gli atti amministrativi riguardanti l'ambiente (inquinamento, farmaci, rifiuti solidi, energia, alimenti, ecc.) P.B.

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