RE NUDO - Anno IX - n. 67 - luglio 1978
RE NUD0/38 LAMONTEYOUNG Oaoaoaaooaaa;;; yiuyeuèyiuye: una melodia da sciamano Tra le popolazioni magiche e nelle tradi– zioni mistico-religiose la musica ha una struttura che generalmente si risolve nella ' scansione di moduli ripetitivi o in lunghi "continuum" sonori, rispondendo a una concezione completamente diversa da quella espressa dalla musica occidentale colta, che mira a suscitare il piacere estetico del fruitore più che un suo coin– volgimento totale. Già Eliade annovera tra le tecniche dell'estasi più frequente– mente adoperate dagli sciamani (sacerdo– ti tribali che operano magicamente in stato di trance) il canto continuo e ripe– tuto e l'uso, con le stesse modalità, del tamburo. Ecco come agli inizi del nove– cento un esploratore descrivevaun rituale di musica magica, esprimendone la totale incomprensione: "La monotona unifor– mità del canto esercitava sempre su di me_ un senso di fastidio già dopo i primi dieci minuti. Anche chi era un semplice ascol– tatore avvertiva una eccitazione nervosa durante la quale sembrava che· desse di volta il cervello". La melodia impiegata in questi •rituali comporta in genere solo variazioni minime sulla base di un "mo– c!o" (nota) fondamentale. Il tema è iden– tico, solo il tono delle vocali risuona a volte pi-4intensamente a volte più lenta– mente. Ne risulta un ritmo a sbalzi si che a ogni inspirazione lo stesso tema torna di nuovo a stabilirsi con forza rinnovata. Alla base della melodia non vi sono paro– le ma serie di suoni vocali come oaoaoaaooaaa;;;yiuyièyiuye. La melodia di ogni sciamano si allontana da quella degli altri solo in particolari inessenziali, comunque essa porta tutti -alla trance estatica che gli permette di entrare in contatto con il divino. Gli sciamani affer– mano che dopo un certo tempo non ·sono più loro a cantare, ma una forza esterna li penetra, prende il canto e lo prosegue. I mantra buddisti e in genere la musica indiana sono un altro degli esempi di musica che non si evolve in senso lineare– diacronico, con sviluppo armonico verso l'esterno, ma in senso concentrico attra– verso la ripetizione di molecole sonore· che presentano al loro interno delle varia– zioni quasi impercettibili - le scale musi– cali indiane hanno intervalli molto più brevi del semitono. In realtà il Suono acquista sia nella tradi– tione sciamanica che in Quella buddista una valenza del tut- sciamanico, stesso le co, proietta magica– mente chi la riper~ cuote presso lo stes– so Albero. Allo stesso moclo il - raga indiano, la scansione della sillaba 0m è.il viaggio verso la dimensione cosmogonica del sacro in cui, dicono le Upanishad, "Tµtto era suono" e solo attraverso il suono è pos– sibile riallacciarsi a·quella dimensione pa·rtedpandovi attraverso l'esta- . si. Il ni.onosìllabosacrale Om con le sue tre lettere componenti A U M che vengono trascese dal "suono puro" e– spresso dalla sonante nasale nel punto in cui la scrittura indiana indica l'af– fievolirsi della M in un mormorio in– teriore, sta a significare proprio il pas– saggioattraverso il suono nel non suo– no anteriore alla creazione o più in particolare alla propria individuazione spazio-temporale. Le tecniche musi- · cali ripetitive appaiono del tutto ade– guate a indebolire la coscienza logica in quanto l'iterazione dello stesso suono con il ripetersi dell'identico, ne compromette la funzione di unifica– zione del 'molteplice_ trasportando il fruitore in una sfera di totale indiffe– renziazione dove lo spazio e il tempo· perdono ogni significato per risolversi in un sempre presente atemporale. La musica iterativa ha quindi lo stesso senso di molte JeHe tecniche medita– tive-che per esempio so- stituiscono alla concen– trazione sull'itera– zione di un suono, la concentrazio- : ne di un oggetto, mandala - iterazione di un conte– nuto visivo - o un signi– ficato interiore. In tutti questi casi si mira a raggiun-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy