RE NUDO - Anno IX - n. 67 - luglio 1978

Ma si è purtroppo fatto molto presto a costruire intorno a Mère, assieme ai muri di un ashram, le barriere di nuove verità rivelate, di nuove regole, di una nuova (nuova?) asfissia. "Ma perchè gli uomini vogliono adorare? - esclamava Mère - Vale molto ma molto di più diventare che adorare! E' la pigrizia di cambiare che porta all'adorazione". Quand'ero entrato nella stanza di Mère, a Pondichéry (era il marzo del '72), diffida– vo· molto anch'io della "vita spirituale". E oggi, se possibile, ne diffido ancora di più. C'era in me, c'è in me, soltanto quel bisogno, quel bisogno estremo di diventa– re davvero ciò che ogni uomo, in fondo, è. "Una sete", avrebbe definito Mère quell'aspirazione, quel bisogno "terribi– le" che l'aveva spinta per tutti i novanta– sei anni della sua esistenza. Io non credevo, e non credo, che alla Materia, l'unica cosa certa per me. Ma a quale materia? A quella misurata dagli scienziati? La sentivo, la sento, mancan– te di vero spessore. La Scienza ha scavato e scavato nella Materia senza raggiunger– ne il segreto, mai. Oppure alla materia dei filosofi? I filosofi, vecchi o nuovi, hanno sempre interpretato il mondo, senza cam– biarlo, mai. Marx aveva piantato i piedi sulla terra, e questo era già un passo avanti: la filosofia, era morta. Aveva voluto cambiarlo il mondo: ed era nata la Grande Speranza di milioni di uomini. Marx aveva scalato la vetta più alta della Mente (e Freud era disceso nelle sue viscere inconscie, il che infine era lo stesso). Ma dall'alto di quella vetta, o da quegli abissi formicolanti di mostri e di desideri, che cosa_ di può vedere? Il deserto di un secolo di rivoluzioni che hanno ricreato dogmi, schemi, verità di carta·, ognuna delle quali contraddice le altre, e che infine non hanno rivoluziona– to proprio niente. E non per le ragioni addotte dai pensatori e dai politici più· illuminati: una Comune di Parigi o una Russia, una Cina o una Cuba· accerchia– te... Sì, ma accerchiate da che cosa, se non dalla nostra ignoranza, di un solo, fondamentale "perchè "? Perchè vivo, io, perchè viviamo, noi? oh perchè? Davan– ti a questa domanda, la politica più illu– minata e la più avanzata delle ideologie non ha risposta. Vergognosamente, tac– ciono. Che se ne _occupino Cristo, Bud– dha, Maometto; anzi: i loro preti. Loro, i politici, i sociologi, gli ideologi, i filosofi, gli economisti, gli educatori, stanno sul solido: ·"Viviamo per costruire il Sociali– smo" (o "la Libera-Impresa"); la Demò– crazia (oppure il Fascismo); la Dignità Umana (oppure i Gulag); oppure, oppure, oppure ... Ci potrebbero essere tre miliar- 1a di e passa di Oppure, ognuno dei quali supremamente veridico e col buon diritto di contraddire tutti gli altri. Se insistete col vostro fastidioso "pèrchè", non vi si replica più, come ai ragazzini d'una volta, "perchè sì, e basta"; ma vi si spedisce gentilmente i (viviamo tempi i-– permissivi) nei Gulag della Metafisica e dell'Irrazionale, assiema alla anime-belle, ai bambini-d~-dio e alle signore che fanno lo "yoga" come cura di bellezza dello Spirito. Eccovi sistemati. Eh no, invece. Troppo comode le màcchinette etichet– tatrici. Personalmente, non ho niente contro le Buone-Signore, e neanche contro i Bam– bini-di-Dio. Fossero anche pagati dalla CIA, come si sussurra, servono se non altro a ricordarci che anche "Dio" è merce di scambio, e di ricatto. Quindi: lasciamoli alle loro Favole. Servono an– che loro, come tutti del resto, a qualcosa. Semplicemente, .noi (posso dire "noi", compagni?) non vogliamo più essere bambini imbeccati da "Dio" o dal "Dia– volo" e dai loro rispettivi pontefici. Vo– gliamo sapere; vogliamo, finalmente, esse– re. Eh sì, infatti. La scimmia, finchè era tale, non aveva proprio bisogno di nessun per– chè. Come scimmia, esauditi· i propri desideri scimmieschi (il cibo, essenzial– mente, e poi naturalmente la possibilità di procreare altre scimmie, ricavandone un breve e in sè compiuto diletto), era felice. L'Eden, appunto. I guai sono cominciati dopo. Il dio dell'Eden era un vero Pater: non voleva che il nostro bene. Per ciò ci RE NUD0/37 aveva ammonito: "Tutti i frutti, figli miei · dilettissimi, tutti quelli che volete,' salvo uno: quello dell'Albero della Conoscen– za". Poi invece Eva aveva colto la mela. (Eva, la prima contestatrice). 11resto e sioria. Ma così, il Padre (come si vede, i mali non vengono per nuocere) si era rivelato per quello che era: un demonio autorita– rio. Che non tollerava soprattutto una cosa: che i "suoi" figli crescessero. A questo demonio, a cui gli ebrei hanno dato il nome di Jahvè, i cristiani quello di Dio, i musulmani quello di Allah, abbia– mo sacrificato alcuni millenni della no– stra permapenza sulla Terra. Oltre la Ter– ra, si sa, c'è il Cielo. E' iil quella remota regione che si situa, come ci insegnano i sacerdoti di Jahvè, di Allah o di Dio, la risposta al nostro perchè di scimmie di– ventate uomini. Metafisica è una parolona greca che significa "al di là della concre– tezza terrena". E' quanto, appunto, ci additano le ·religioni: "La Vera Vita è Al-di-Là". E se la Vera Vita fosse invece al di qua? Cioè, semplicememente, qui e - ora, su questo fottuto pianeta chiamato Terra? Se la chiave per aprire il portone di bronzò dell'Ignoranza e della Dimenti– canza stesse proprio nella Materia, nel Corpo, nel nostro corpo che qmore, asfis– siato dalle Ideologie e dall'Inquinamento, dalle Religioni e dalle Patrie, dalla Guerra e daJlaPace, dalla Violenza e dalla Non– Violenza, da mille Sì e da mille No tutti ugualmente vecchi, impotenti, finiti? TommasoBoniMenato L'ARTETIBETANA DI CURAR dol 15 Agosto sera al 23 Agosto SEMINARIO DI MEDICINA T.IBETANA TENUTO .DALLA ottoressa lOBSANGDOLMA -controllo delle nascite.cura prenatale. indolore. pediatria. -relazione tra mente e malattia. parto condizioni fisiche in relazione alle malattie e vari metodi di diagnosi,. -panoramica sulIago puntura e relazione tra erbe.minerali ,astrologia e medicina nella tro \ '>lli~~ , dizione buddhisto tibetana. ~\ \ S~;~;~;~SA~ . 56040 POMAIA <PISA) Tel. 05068976

RkJQdWJsaXNoZXIy